IL RILANCIO DELL’ALTO RENO TERME
In giugno scorso le è stata conferita dal Presidente
della Repubblica Sergio Mattarella l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al
Merito della Repubblica Italiana.
Tra l’altro, qualche anno fa lei era stato insignito del
titolo di Cavaliere. L’attuale riconoscimento agli oltre quarant’anni di attività
di amministratore pubblico è stato promosso da suoi concittadini, cosa che avviene
di rado. Tali onorificenze costituiscono forse per lei un approdo? In
occasione della festa della Repubblica, il 2 giugno scorso, il Prefetto di Bologna
mi ha consegnato l’attestato a firma del Presidente della Repubblica e del
Presidente del Consiglio dei Ministri.
L’iter per il conferimento dell’onorificenza di Ufficiale,
grado superiore a quello di Cavaliere, che mi era già stato assegnato nel 2012,
è incominciato anche questa volta dall’appello al Presidente della Repubblica
da parte di alcuni cittadini, nel 2016, tramite la Prefettura di Bologna, che
ha svolto le indagini opportune per la concessione dell’onorificenza. In questo
caso, dalle informazioni raccolte all’inizio del mandato di sindaco del nuovo comune
di Alto Reno Terme, un gruppo di rappresentanti di associazioni ha inviato la
richiesta documentata.
Sicuramente la soddisfazione è grande, anche perché
l’iniziativa è partita dal basso, com’è in uso dire oggi. La proposta, infatti,
non è stata sollecitata da una posizione apicale nei confronti di persone
subordinate, come accade soprattutto in campo militare. Non so se questa
onorificenza sia un approdo, forse è solo un traguardo, per proseguire il mio
impegno.
La tendenza degli ultimi anni è la formazione di
movimenti che evitano di definirsi partiti, nella credenza che questi rappresentino
il declino della democrazia, invece di costituirne la struttura. Oggi, in che
modo la Pubblica Amministrazione e le istituzioni possono interpretare le
esigenze dei cittadini? È ancora possibile il dialogo con il cittadino, ma
l’impegno da parte dell’amministratore è notevole. Spesso, infatti, l’incontro
fra sindaco e cittadino non è sereno, perché quest’ultimo talvolta assume un
atteggiamento quasi fantozziano, ancora secondo un’idea di subalternità. Ma,
camminando al fianco dei cittadini, si superano queste difficoltà. Anche se non
è mai semplice accontentare tutti.
Tuttavia, l’eccessiva confidenza non giova nemmeno
all’amministratore più virtuoso. L’autorità non può essere rappresentata da un
titolo, e nemmeno è rappresentabile dall’autoritarismo: nella “Città del
secondo rinascimento” noi constatiamo che procede dall’apertura e, quindi,
esige un altro ascolto… Indubbiamente, l’atteggiamento deve essere questo.
Può capitare, infatti, che qualcuno ecceda nella richiesta o sia polemico di
proposito, strumentalizzando l’incontro. Però, soltanto vivendo insieme ai
cittadini è possibile avere informazioni che altrimenti sarebbero filtrate
dall’apparato.
Sono abituato a incontrare cittadini ed è faticoso. Il
sindaco, a mio parere, ha il compito di ascoltare e talvolta anche di sfoltire
il parere dei tecnici burocrati, soprattutto quando hanno visioni soggettive,
legate principalmente alla loro formazione tecnica, come constato in tutti i
settori dell’amministrazione.
Accade non di rado che gli amministratori subiscano
l’influenza dei vari tecnici e dell’apparato burocratico in generale, decidendo
e agendo secondo l’impostazione della macchina comunale.
Questo è sbagliato.
Compito dell’amministratore virtuoso è anche cogliere i
limiti della “macchina comunale”...
Questo è il limite degli amministratori.
Il più delle volte incappano nella macchina della burocrazia
amministrativa per decisioni poco ponderate. Inoltre, negli ultimi anni, dovendo
firmare una mole notevole di documenti, i sindaci sono più esposti a
procedimenti penali, anche perché alcuni atti amministrativi sono di competenza
esclusiva del sindaco, fra cui ordinanze e decreti. In questi casi bisogna
avere un minimo di conoscenza delle leggi amministrative e fidarsi di chi ha
svolto l’istruttoria.
Quale strategia state approntando per la riuscita della
promozione dell’Alto Reno Terme? L’organizzazione del nuovo Comune ha
permesso di migliorare le condizioni del terziario di Porretta, già nota per i
servizi alla persona, e del settore primario di Granaglione, come l’attività
agricola unita all’attività del secondario, ma anche al manifatturiero.
Oggi il miglioramento dei servizi è constatabile, anche
perché il nuovo comune dispone di risorse economiche che prima della fusione
non aveva.
Quest’anno l’offerta di servizi rivolti a cittadini, turisti
e fruitori dell’area è stata talmente ampia da aumentare notevolmente la
frequenza turistica, nonostante problematiche alla viabilità nei collegamenti
stradali emiliano toscani, preziosi per la nostra economia.
Credo che l’incremento dipenda dal fatto che abbiamo offerto
opportunità impossibili in passato.
Intanto, stiamo approntando nuovi progetti finalizzati al
rilancio delle Terme Alte, ma anche all’offerta di servizi dedicati allo sport
e a spazi di grandi dimensioni per ospitare manifestazioni che qualifichino
Alto Reno Terme, centro nevralgico dell’Appennino, al confine fra Emilia e Toscana.
È molto importante anche valorizzare la Transappenninica, la
ferrovia che risale al 1860, la prima ferrovia che collegava il Nord e il Sud
dell’Italia, attraverso l’asse ferroviario Bologna- Firenze: per andare a
Firenze bisognava passare dalla Porrettana. Notevole è ancora oggi
l’ingegnosità del suo progettista, l’ingegnere francese Jean Louis Protche,
nello sviluppo dell’infrastruttura in un’area caratterizzata dalla pendenza
eccessiva, che risulta mitigata dall’invenzione di una sorta di strada ferrata
elicoidale. Questa opera ingegneristica è stata promossa fra quelle da
annoverare nel patrimonio dell’UNESCO. Già da due o tre anni noleggiamo il
treno storico a vapore e, in ottobre scorso, in occasione della rievocazione
della Linea Gotica, con il settantacinquesimo anniversario della Liberazione di
Porretta Terme e dell’entrata degli Alleati (Foto 2), si sono svolte diverse
iniziative per celebrare la Transappenninica, importante valico della
Porrettana. Nell’occasione si è svolta la prima mostra scambio di modellismo
ferroviario con l’elezione di Miss FerModellismo, che oggi è chiamata a
partecipare anche ad altre manifestazioni analoghe in Italia.
Inoltre, grande attenzione ha riscosso il nuovo Tortino
Porretta, già nota specialità tradizionale pasticcera della città, ma in questa
occasione prodotto con farina di castagne a chilometri zero.
Fra gli appuntamenti di rilievo in programma per dicembre, celebriamo
i paesaggi dell’area con il nuovo libro di Luciano Marchi, L’Appennino che
non vedi, fotografo di Porretta che ha un archivio fotografico dal valore inestimabile,
con scorci unici e poco noti al pubblico. Ma anche la XVIII edizione del
Festival del Cinema di Porretta riserva belle sorprese, con registi, attori e
appassionati cinefili e l’opportunità di vedere film poco distribuiti nelle
sale cinematografiche.
“Porretta Modellismo” è stata invece un’altra novità di Alto
Reno Terme, la prima mostra scambio di auto, moto, barche e aerei, mentre
grande successo di pubblico continua a riscuotere il presepe meccanico più
grande d’Italia, anche questo un gioiello artistico di Alto Reno Terme,
allestito nei locali sottostanti la chiesa dei Cappuccini di via Mazzini.
L’opera, costruita dagli appassionati di meccanica Francesco Mascagni e
Leonardo Antonelli, rappresenta la vita di Gesù attraverso paesaggi e città in
cui ha vissuto ed è implementata ogni anno con nuovi congegni automatici, su
una superficie automatizzata di 250 metri. Qui è possibile ammirare automi
intenti nello svolgimento di attività tipiche dell’Appennino e il moto
dell’acqua è proposto non soltanto in ruscelli e mulini, ma anche nella
rappresentazione di pioggia e neve, durante il giorno e la notte messi in scena
nel presepe.
Anche in questo dettaglio Alto Reno Terme conferma la sua
natura di città costruita sull’acqua come mezzo in automazione...