COME VIVERE L’ALTO RENO TERME
Lei è stato promotore e artefice della fusione dei comuni
di Porretta Terme e Granaglione, che ha richiesto una gestione complessa. Quale
bilancio trae dai primi tre anni di amministrazione del nuovo comune di Alto Reno
Terme? Amministrare la vasta area del comune di Alto Reno Terme è molto impegnativo
per i servizi erogati non soltanto ai cittadini di Porretta e di Granaglione,
ma anche a quelli di tutta la vallata e dei comuni limitrofi delle province di
Modena e Pistoia.
Questi servizi comprendono la scuola, la sanità, il Centro
per l’impiego, ma anche il trasporto ferroviario. È una cosa difficile da
spiegare e da attuare, se teniamo conto che tutta la struttura amministrativa
era doppia. Inoltre, i due comuni avevano fiscalità diverse per i vari servizi
a domanda individuale, come mense scolastiche, nidi, trasporto scolastico,
servizi cimiteriali, uso delle palestre, occupazione del suolo pubblico,
pubblicità e fiscalità ordinaria, come addizionale Irpef, Imu, Tasi e Tari.
L’esperienza acquisita in oltre trent’anni da amministratore
mi ha aiutato molto, perché altrimenti avremmo dovuto affidarci a tecnici.
E non sempre i tecnici tengono conto della strategia
necessaria per amministrare le esigenze della comunità.
Il politico deve avere un occhio di riguardo nei confronti
di coloro di cui è chiamato ad amministrare gli interessi, perché in caso
contrario rischia di uniformarsi alla logica dell’azienda municipalizzata
tout-court, dove chi crea danni irreparabili viene premiato.
Oggi abbiamo un’attività amministrativa ben organizzata e su
questa base stiamo programmando l’avvenire del nuovo comune con alcuni progetti
che sono già in cantiere.
Alto Reno Terme si qualifica, infatti, sempre di più come
città della musica, ma anche come città dello sport. A questo proposito stiamo
lavorando in accordo con la parrocchia e con l’arcivescovo Matteo Maria Zuppi
per ottenere dalla CEI il riconoscimento della Madonna del Ponte come patrona del
basket. Dal 1956, quando è stato allestito il sacrario che ne ospita l’effige,
è considerata la patrona della pallacanestro italiana, come conferma l’insegna
posta all’ingresso, “Sacrario del cestista”. Abbiamo tenuto conto di questa
specificità, avviando l’iter per la progettazione di un grande palazzo dello
sport che ospiterà vari eventi sportivi, ma che sarà anche una struttura
polifunzionale, in modo che possa accogliere altre importanti manifestazioni internazionali,
come il noto Porretta Soul Festival, anche nel caso di perturbazioni
atmosferiche. Questa struttura darà grande slancio non soltanto a Porretta, ma
anche a tutto l’Alto Reno, che potrà divenire teatro di grandi manifestazioni,
dallo sport agli eventi culturali e d’intrattenimento.
Quali sono le strategie in atto, invece, per il rilancio
delle imprese di questa valle? Noi abbiamo tre specificità: le imprese di
servizi, in particolare quelli dedicati alle cure termali, quelle operanti nel
settore della manifattura meccanica e quelle dei prodotti tipici legati
all’agricoltura dell’area. Per quanto riguarda il distretto termale dell’Alto
Reno Terme, abbiamo sostenuto la campagna promossa dal Comitato SOS Terme Alte
nella raccolta delle firme per partecipare al bando del FAI, che ha raggiunto
il terzo posto nella classifica nazionale dei “Luoghi del cuore”. Il complesso
degli antichi edifici termali di Porretta Terme, che custodisce opere d’arte in
stile liberty, necessita di un’importante opera di restauro. Stiamo cercando,
inoltre, di favorire l’acquisto del più grande albergo termale dell’area,
l’Hotel delle Acque, in modo che la prossima asta, la quarta, non vada deserta,
perché sarebbe un danno incalcolabile.
Chi acquisterà l’Hotel delle Acque, quindi, troverà
un’amministrazione favorevole a rilanciare il turismo termale, oggi
inspiegabilmente trascurato dalle istituzioni nazionali...
Il rilancio dell’Hotel delle Acque è vitale, se consideriamo
che con le 170 camere legate allo stabilimento termale adiacente si attuerebbe
anche il rilancio turistico, e quindi economico, di tutta la Valle del Reno.
L’acqua è elemento caratterizzante della Valle, per questo anche quest’anno
sosteniamo la quinta edizione del Festival dell’Acqua, che ha sempre ospitato
relatori di grande spessore e, nella scorsa edizione, ha accolto la gara delle
acque sorgive con i sommelier dell’acqua. A Granaglione, per esempio, ci sono
sorgenti di acque oligominerali – oltre a quelle delle acque termali – molte
delle quali sgorgano dai rubinetti delle abitazioni.
Nell’ambito della manifattura metalmeccanica, invece, stiamo
lavorando alacremente per il futuro della DEMM, marchio da cui è partita l’epopea
della motocicletta firmata Daldi e Matteucci Milano con la vittoria di molti
campionati nazionali.
Negli ultimi anni è stata acquistata da una multinazionale,
che però non ha attuato il rilancio sperato e, quindi, oggi guardiamo con
fiducia al suo acquisto da parte di imprenditori locali, interessati a offrire
un futuro a questo marchio. Inoltre, le popolazioni dell’area, che hanno
vissuto sostentandosi prima con la lavorazione dei prodotti provenienti dalla
castanicoltura e poi con il lavoro nella DEMM, sarebbero molto motivate a
contribuire al rilancio della storica impresa.
L’area dell’Alto Reno risente della carenza di
infrastrutture efficienti, necessarie soprattutto alle imprese… Fra la fine
del 2019 e i primi mesi del prossimo anno dovrebbe essere a disposizione di
tutti i cittadini dell’Alto Reno Terme il servizio di accesso alla banda larga.
Stiamo proponendo, poi, nel Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT), il
raddoppio dei binari della ferrovia Porrettana per ridurre di circa mezz’ora il
percorso da Porretta a Bologna. Nel PRIT proponiamo anche di ammodernare la
Strada statale 64 Porrettana, in modo da favorire la mobilità di cittadini
bolognesi e turisti e, soprattutto, agevolare il trasferimento delle merci da parte
delle aziende locali.
Inoltre, siamo riusciti a qualificare il nuovo Ospedale A.
Costa di Alto Reno Terme, oggi ospedale del Distretto dell’Appennino Bolognese.
La sede originaria è stata costruita intorno al 1800, ma nel 2010 è stata
inaugurata la struttura attuale, ampliata quest’anno in seguito alla recente
riorganizzazione aziendale della sanità in Appennino da parte dell’AUSL
dell’Area Metropolitana di Bologna. Oggi ha all’attivo diversi servizi
ospedalieri, fra cui l’Unità Operativa Complessa (UOC) di Medicina Generale,
con la direzione del dottor Maurizio Ongari; la UOC di Chirurgia Generale, che completa
le quattro dell’Area Sanitaria AUSL (due nell’Ospedale Maggiore e l’altra in
quello di Bentivoglio), diretta dal dottor Giuseppe Giovanni Navarra; la UOC di
Anestesia e Rianimazione, con la direzione della dottoressa Ornella Tovoli e il
trasferimento della UOC di Ortopedia e Traumatologia, con il nuovo primario
dottor Giovan Battista Scimeca, oltre alle altre specialità, come la pediatria,
la cardiologia, l’urologia, la radiologia, il laboratorio analisi e vari
poliambulatori specialistici.
L’elevato numero di accessi degli ultimi mesi ci ha sorpreso
al punto che abbiamo ampliato l’area di parcheggio e intensificato il servizio
di trasporto pubblico.
Allora, qual è l’auspicio per un secondo rinascimento
dell’Alto Reno Terme? L’auspicio è che l’Alto Reno diventi una piccola
Svizzera, dove chi sceglie di abitare qui abbia tutti i servizi che offre la
città, ma con l’opportunità di godere delle sue acque salubri, dell’aria e
delle montagne verdi dell’Appennino Bolognese, gustando i pregiati prodotti
dell’agricoltura dell’area e i suoi derivati. Fra questi, la farina di castagne
dell’Associazione Castanicoltori Alta Valle del Reno, che è stata classificata
al terzo posto nella quarta edizione del Premio Nazionale Farina di Castagne
2019, e la birra alla castagna, che è prodotta in modo artigianale e ha
ottenuto diversi premi e riconoscimenti nel mondo. Qui è possibile gustare
anche le immancabili eccellenze della zootecnia e dei suoi derivati, come i
formaggi, alcuni dei quali hanno ricevuto importanti premi, e produzioni di
salumi e insaccati.
Scegliere di vivere l’Alto Reno Terme, la città della
salute, è davvero un’esperienza unica.