Proprietà intellettuale

  • In qualità di presidente della Compagnia Italiana del Cioccolato, ricordo che la nostra associazione da più di dodici anni si occupa di assaggi e controlli qualità di tutti i cioccolati prodotti in Italia. Quest’anno, per esempio, per il nostro concorso nazionale “Tavoletta d’Oro”, abbiamo assaggiato più di 800 cioccolati e compilato più di 4000 schede con 15 categorie degustative. Il nostro approccio è molto attento, anche perché il nostro scopo principale è quello d’individuare e promuovere il cioccolato di qualità, che è anche il migliore in termini di salute perché utilizza le materie

  • Era un rito giornaliero, almeno per i più giovani: il cucchiaino colmo offerto dalla mamma, le dita a stringere il naso per non sentire sapore, un piccolo sforzo per inghiottire. Per il momento, era fatta, la dose giornaliera dello sgradevole olio di fegato di merluzzo era assunta. Molto sgradevole, ma riconosciuto come vero toccasana per la gioventù in crescita. “Ciò che è cattivo fa bene”, era la frase di prammatica. Ma potremmo dire che questo concetto è valido ancora oggi? L’industria chimico-farmacologica ha indubbiamente operato per rendere più accettabili cure e medicinali ma,

  • Quali sono le novità legislative intervenute di recente nel settore alimentare delle produzioni biologiche?

    Dal 1° gennaio 2009 sono entrati in vigore i regolamenti CE 834/2007 e CE 889/2008. Quest’ultimo prevede un’estensione del biologico all’acquacoltura, cioè all’allevamento di pesce e alla coltivazione di alghe marine, mentre le regole per la loro produzione e certificazione sono contenute nel regolamento CE 710/2009, in applicazione dal 1° maggio 2010. È una novità per l’Unione europea, mentre, per l’Italia, è stato finalmente approvato un decreto ministeriale che

  • In che modo il Centro Servizi Ortofrutticoli si occupa della valorizzazione dei prodotti tipici?

    Valorizziamo non solo i prodotti tipici che, come la pera e la pesca nettarina, hanno ottenuto il riconoscimento IGP, ma anche le produzioni che, pur non avendo un riconoscimento, come il kiwi per esempio, sono di grande interesse economico per la nostra regione. In breve, possiamo dire che promuoviamo l’ortofrutta in generale, con particolare riferimento ai prodotti IGP.

    Quali sono i vostri nuovi progetti di promozione in Italia e in Europa?

  • Nonostante il marchio, in quanto argomento di natura tecnico-giuridica, possa sembrare piuttosto noioso, il libro di Naomi Klein, No logo – dove troviamo un’obiezione radicale al marchio –, gli ha fatto assumere una popolarità e un valore tali da suscitare molto interesse, soprattutto per le sue implicazioni con la globalizzazione. Si può essere favorevoli o meno, ma non si può prescindere dal marchio, che è uno degli strumenti fondamentali della globalizzazione, ed è anche appassionante capire come una semplice parola possa assumere sia un valore economico enorme sia un’

  • Le associazioni di categoria intervengono nello sviluppo del marchio collettivo geografico, che, diversamente dal marchio d’impresa, ha due funzioni: indicare il territorio di provenienza e garantire il consumatore riguardo all’origine. Il Codice della proprietà industriale prevede forme di garanzia nei confronti dell’utilizzatore, stabilendo condizioni paritetiche di utilizzo per coloro che intendono disporre di un marchio collettivo geografico. Un regolamento generale definisce le regole per la gestione e il rilascio della concessione d’uso. Occorre distinguere la differente finalità tra

  • Cosa significa l’IGP per l’Aceto Balsamico di Modena per chi, come la sua famiglia, si è tanto impegnata negli anni per il suo ottenimento?

  • Con la promulgazione da parte del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali dei decreti relativi al riconoscimento della DOC. “Modena” e alle modifiche dei disciplinari di produzione dei vini DOC. Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Salamino di Santa Croce e Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, i produttori avranno la possibilità di affiancare il marchio DOC. “Modena” ai vini tipici delle nostre zone. Con quali vantaggi?

    È stata una scelta importante da parte dei produttori perché, a distanza di quasi quarant’anni, in questo modo si sono rinnovate le DOC. del

  • Il CSO (Centro Servizi Ortofrutticoli) associa le principali organizzazioni italiane di produttori di frutta e verdura, dal Piemonte alla Sicilia, con un occhio particolare all’Emilia Romagna, culla dell’Italian Food. Quali sono i punti di forza che danno all’Italia un ruolo leader nella produzione ortofrutticola?

    Spesso dimentichiamo il valore importantissimo che l’ortofrutta italiana ha sul PIL nazionale. Siamo i primi produttori al mondo di frutta e di verdura e dobbiamo questo primato in particolare all’uva da tavola, ai kiwi, alle pere, a pesche e nettarine, agli agrumi

  • Giovanni Zaccanti, imprenditore bolognese fondatore della Saeco, ha una lunga storia da raccontare…