Per ragioni di spazio, dovrò lasciare inevase alcune questioni sollevate dall’intervento di Carlo Monaco, che ho trovato molto discutibile. Ad esempio, non è certo dal 1989 che comincia la presa di distanza critica dell’allora partito comunista italiano dall’esperienza storica e dalla politica corrente sovietica. La reazione del gruppo dirigente del partito italiano al “rapporto segreto” di Khrushchev e al processo di “destalinizzazione” fu essenzialmente quella di un senso di liberazione, anche se accompagnato dallo sconcerto e dall’amarezza per il mito che cadeva: un sentimento forte