Il
mio discorso, breve, relativo al libro di Marco Maiocchi, Archestesie,
ha cinque livelli. Il più basso è che sono stato presente nel libro
come mangiatore di tartufo, e sono contento di averlo fatto.
Il
secondo è quello del gioco che condividiamo con Maiocchi e gli altri
amici coautori del libro, e che è una scelta epistemologica. Il gioco è
il luogo in cui si fanno le cose che altrove non si fanno, e quando si
fanno le cose nel gioco si scoprono realtà impreviste.
Questi
sono i primi due livelli del discorso che nasce dal libro, ma ce ne
sono altri, con cui entriamo