Una mia amica un giorno, a Imola, mi portò all’Osservanza,
una delle due istituzioni psichiatriche della città, dove conobbi Giorgio
Antonucci, con cui diventammo subito molto amici. Ben presto cominciammo a
frequentarci anche con altri, tra i quali artisti che venivano volentieri all’Osservanza:
musicisti, artisti, gruppi musicali. Parlando, coniammo la definizione di
artista come “professionista del delirio”.