L’idea di queste “lettere immaginarie” nacque dall’impegno assunto con l’agenzia “Il Velino” di commentare i fatti politici e culturali del giorno e dal desiderio di frapporre fra me e una materia spesso deprimente una distanza ironica ed eventualmente beffarda. Di qui la decisione di affidare ogni volta alla voce di un più o meno illustre defunto l’espressione delle mie idee. Un espediente che fra l’altro mi ha permesso, credo, di cogliere meglio un aspetto del nostro tempo che non cessa di stupirmi: la montagna di menzogne sulle quali riposa la nostra storia ufficiale degli ultimi due