Mi sento fortunato io, cresciuto con l’immagine della falce che taglia l’erba e del rastrello che la raccoglie, dell’uva pigiata nella tinozza di legno, del profumo dei salami appesi al soffitto e delle mele ordinate nelle cassette per l’inverno. Ho vissuto attraverso due mondi opposti tra loro: da ragazzino la manualità, la semplicità, la riposante salute mentale della campagna, da adulto le regole della comunicazione, dell’impresa, la stressante dinamicità dell’industria, la velocità dei cambiamenti tecnologici. Fortunato perché quell’immagine non si cancellerà mai, né si cancelleranno