QUANTE OPPORTUNITÀ OFFERTE DALLE IMPRESE!

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presidente del Gruppo Palmieri Spa, Gaggio Montano (BO)

Oggi, soprattutto in Italia, è constatabile la crescente intolleranza verso le imprese, verso il fare e l’intrapresa, gravati da sempre nuove prescrizioni e proibizioni. Lei dirige il Gruppo Palmieri, industria che mantiene la produzione di macchine per il tunneling e il drilling in Italia e interviene in vari cantieri a livello mondiale. Quanta tolleranza oc corre per proseguire l’attività d’impresa in un’area montana come l’Appennino tosco-emiliano?

Basterebbe soltanto considerare la qualità della viabilità di queste aree per capire quanta tolleranza deve avere un imprenditore per continua re a produrre. Se la politica decide che i cittadini di questo paese debbano progredire, allora deve intervenire innanzitutto sulla viabilità. La qualità della viabilità è la prima cosa a cui puntare perché muove il mondo, specialmente quello della mobilità su ruote. Il cambiamento climatico – che pure l’uomo ha attraversato anche nei secoli passati, quando non era stata ancora inventata l’automobile – non ha prodotto i danni che sta producendo la corsa all’elettrico, con l’avallo di scienziati che hanno pronosticato tempi troppo brevi, qua si idealistici, per la trasformazione energetica. Inoltre, questo approccio frettoloso ha prodotto una bolla speculativa su gas e carbone, i cui prezzi sono cresciuti a dismisura, e lo stesso vale per l’energia elettrica. Questa forzata immediatezza del la trasformazione energetica, che avrebbe richiesto almeno trent’anni di preparazione, finisce per danneggiare tutti, sia gli utilizzatori sia i grandi produttori. Ancora oggi non sappiamo se ciò che stiamo facendo renderà veramente.

Sono convinto che non possiamo usufruire tutti dell’energia elettrica, perché per esempio le batterie sono uno strumento di arricchimento sol tanto per alcuni produttori di paesi che oggi praticamente ricattano la politica globale. Prima che siano fruibili le cave di litio che sono in Italia, per esempio quelle in Sardegna e in Umbria, passeranno almeno cinque o sei anni e la stessa cosa avverrà per il riciclo dei rifiuti.

Voi operate anche nel settore del riciclaggio dei rifiuti tramite l’innovativa macchina PASS, Palmieri Advanced Splitting System, di vostra produzione…

I rifiuti, considerati una nuova materia prima, oggi si possono riciclare grazie all’utilizzo di macchi ne molto efficienti. Per il resto ciò che occorre è soltanto l’intelligenza umana: la plastica va conferita ne gli appositi contenitori, invece di essere abbandonata nell’ambiente. L’industria offre un grande apporto perché la raccolta differenziata sia sempre più efficiente. La vera piaga è l’ignoranza di coloro che, per esempio, vanno nel bosco a fare il pic-nic e poi abbandonano i rifiuti dove non devono.

Una forma di intolleranza è puntare il dito verso le imprese, perché inquinerebbero producendo rifiuti…

Noi possiamo riciclare i rifiuti tramite la loro spremitura, ricavandone in poco tempo il percolato per fare il biogas. Se lo Stato desse carta bianca a un’industria come la nostra per fare nuovi progetti, potremmo dimostrare com’è possibile raccogliere rifiuti la mattina e poi trasformarli in liquido per biogas entro la giornata. Il percolato, cioè il liquido ricavato dalla massa di rifiuti con infiltrazioni di acqua, è infatti il nuovo petrolio. Oggi l’Italia è il paese che ha la tecnologia più avanzata nel settore, ma la spremitura dei rifiuti deve partire dalle grandi municipalizzate.

Si potrebbero alimentare anche le automobili con il gas ricavato dal percolato?

Certamente. Ma attualmente il gas è bandito dalle nuove regole della Cop28, perché la tendenza è produrre soltanto energia elettrica. Anche in Francia ormai montano soltanto cucine elettriche e lo stesso avviene in Germania. Tutti gli stati del mondo devono eliminare il gas e passare all’elettrico, che si ricava dall’eolico, dal solare o dall’idroelettrico. Ma queste fonti di energia elettrica alternativa al nucleare non saranno in grado di soddisfare le necessità di intere popolazioni. Adesso alcuni paesi hanno esteso al 2050 la scadenza per smettere di utilizzare i combustibili fossili come il carbone. Dobbiamo produrre in modo diverso energia elettrica, ma con costi ridotti. Anche i rifiuti che produciamo possono diventare energia elettrica e non gas. Sappiamo che questa tecnologia è già disponibile: usiamola!

È importante lasciar fare le imprese perché le loro ricerca e produzione, il loro ingegno, possono offrire nuove opportunità a tutti e anche al pianeta.