MARANELLO MADE IN RED
Secondo produttore nazionale di PC industriali, dal 1978 S.C.E. ha sviluppato partnership con aziende di vari paesi nel settore dell’automazione industriale e dei sistemi elettronici di controllo. Nonostante il mercato dei vostri prodotti sia da tempo maturo, quest’anno avete presentato una novità assoluta che coniuga la funzionalità con l’estetica made in Italy: la nuova serie di PC industriali Maranello Made in Red…
In un mercato in cui la saturazione delle idee è arrivata all’esasperazione, fare qualcosa di nuovo vuol dire cercare di capire un bisogno e rispondervi con un prodotto che, oltre a essere elegante e funzionale, abbia anche un valore economico interessante. In periodi come quello attuale, in cui viene richiesto un abbassamento dei prezzi, tuttavia, noi puntiamo a far riconoscere il valore aggiunto del made in Italy. I PC serie Maranello Made in Red coniugano, da una parte, l’elevata affidabilità delle interfacce uomo-macchina tipica delle soluzioni S.C.E., frutto della ricerca e dell’esperienza dei nostri progettisti e, dall’altra, un innovativo e accattivante design, opera della creatività dell’architetto Paolo Santandrea. Veri e propri gioielli, offrono un insieme di soluzioni: l’innovativo chassis, caratterizzato da una struttura interna in alluminio, con alette per la dissipazione passiva del calore; l’innovativo sistema laterale di aggancio, che permette una personalizzazione del fissaggio del computer e la connessione meccanica degli accessori; il cover frontale e posteriore in plastica termoforata, che ha la molteplice funzione di contenitore, sostegno e protezione per l’intero PC. Privi di hard disk e liberi da cablaggi – poiché comunicano in bluetooth con le periferiche esterne e in wireless con il server di sistema –, questi PC sono particolarmente adatti per impieghi su mezzi mobili, consentendo una continua connessione alla rete aziendale e alle periferiche di carico e scarico in operazioni di logistica.
E i vantaggi del marchio Made in Red?
È un marchio che parla da sé e accompagna in tutto il mondo il nome di Modena, Maranello e tutti i nostri prodotti. Dal 2008, abbiamo acquistato dal Comune di Maranello, che ne è proprietario, la licenza d’uso del marchio per tutti i prodotti caratterizzati da alta tecnologia, elevati standard costruttivi ed elevata qualità dei materiali utilizzati nella loro produzione: oltre ai PC industriali e relativi monitor LCD, gruppi di continuità, Pen Drive USB, PC per la domotica e tracer per la localizzazione satellitare. Il marchio ha sicuramente un vantaggio per il legame con un territorio in cui, non a caso, ha potuto nascere e svilupparsi un’azienda come la Ferrari, ma il suo valore aumenta se anche i progetti a cui è associato si distinguono per le soluzioni innovative che offrono.
Lei ritiene che il made in Italy sia soprattutto espressione d’invenzione?
Oltre a tutto ciò che ci ha caratterizzato nel mondo, oggi, made in Italy vuol dire inventare nuovi prodotti per soddisfare nuovi bisogni. A questo proposito, le nostre proposte per la domotica hanno riscontrato molto interesse all’ultima edizione di EnerMotive a Milano (26-30 maggio 2009), dove abbiamo ricevuto la visita di aziende leader nel mondo, con cui abbiamo avviato progetti interessanti per i prossimi mesi. Non dimentichiamo che noi, pur essendo una piccola azienda, abbiamo proposte con un alto contenuto tecnologico e d’immagine, che tengono conto delle differenti esigenze dell’utilizzatore: trattandosi di prodotti a uso quotidiano e domestico, i dispositivi della domotica devono essere accessibili e intuitivi tanto per il ragazzo esperto di computer quanto per l’anziano meno abituato ai mezzi informatici.
Quali trasformazioni ha portato o porterà la crisi nel vostro settore?
Nel settore dell’automazione industriale, il mercato è molto cambiato, riducendo drasticamente le nicchie in cui si operava. Le multinazionali, per conquistare fette di mercato, si sono combattute fra loro a colpi di sconti, con la conseguenza del contenimento dei margini di guadagno in valori percentuali che non consentono alle piccole aziende di vivere e, tanto meno, d’investire. Per questo occorre che, accanto ad alcuni mestieri che scompaiono, ne nascano altri. Per esempio, quelli che vertono intorno alle soluzioni in affitto. Oggi, non solo l’automobile si può acquistare in leasing, ma anche il lavoro, ci sono agenzie che vendono personale in affitto per mesi o anni. E lo stesso accade per prodotti maturi come i computer o altri dispositivi elettronici: il cliente affitta le apparecchiature, con il vantaggio di un servizio di alto livello e la copertura assicurativa per il furto e le riparazioni compresi nel prezzo.
Noi abbiamo incominciato a investire in nuovi mestieri in tempi non sospetti, sette anni fa, in ambiti che oggi vengono considerati il futuro del settore: le macchine elettriche, la rintracciabilità, l’energia eolica, la componentistica per il fotovoltaico e la domotica. Se nel 2000 qualche scettico si meravigliava dei nostri progetti, oggi possiamo dire che, grazie a queste intuizioni, il nostro gruppo sta vivendo un’esperienza nuova, con ampie prospettive, nonostante il periodo di difficoltà.
A questo proposito, vorrei dire che ormai, per molte aziende italiane che fanno gli stessi prodotti, è arrivato il momento di raggrupparsi, anziché fare concorrenza singolarmente a cinesi, indiani e africani, e di cogliere le opportunità nell’Africa del Nord e in Sud America, per esempio, dove politicamente siamo ben accettati. Come ci ha più volte esortati il Presidente Napolitano, facciamo di questa crisi un’occasione per migliorarci e, se occorre, adeguiamo i mestieri. E perché i nuovi mestieri non dovrebbero essere migliori di quelli vecchi?