LE FIBRE DI CARBONIO PER IL RESTAURO DEI MONUMENTI

Qualifiche dell'autore: 
presidente di Ardea Progetti e Sistemi

Grazie al sistema brevettato Betontex® (si veda nota 1), ARDEA Progetti e Sistemi ha contribuito dal 1998 alla ristrutturazione statica e architettonica di alcuni dei più importanti monumenti e palazzi storici del nostro paese: dalla basilica di San Petronio a Bologna a quella di Sant’Antonio a Padova, dalla basilica di Vicoforte (CN) a quella di Alba, dal Palazzo della sede F.A.O. a Roma alla Reggia di Venaria Reale a Torino, solo per citarne alcuni. Oggi, il terremoto in Abruzzo sottolinea più che mai l’importanza della messa in sicurezza del nostro patrimonio artistico, proprio grazie a tecnologie come la vostra, che utilizzano le fibre di carbonio e quindi non appesantiscono le strutture…

Negli edifici antichi, l’utilizzo di queste tecnologie offre grandissimi vantaggi: non solo non apporta peso, ma conferisce alla muratura una resistenza a trazione che normalmente non avrebbe. I cordoli in calcestruzzo o tamponamenti e placcaggi di sostegno delle murature, molto utilizzati in passato, sono sistemi spesso terribilmente invasivi perché sovraccaricano la struttura e quindi in caso di sisma o di movimenti del terreno, anziché sostenerla, provocano danni ingenti fino al possibile crollo. Ne sono un triste esempio i numerosi casi verificatisi in Abruzzo.

I rinforzi effettuati con il sistema Betontex presentano tutti i vantaggi dei cordoli in calcestruzzo senza gli svantaggi del peso e dell’ingombro. Infatti, sono di basso spessore, non invasivi e a vista (perché applicabili sotto gli intonaci), oltre che di semplice realizzazione in cantiere. Un importante ulteriore vantaggio consiste nell’essere reversibili in quanto applicati all’esterno, senza demolizioni della struttura sottostante.

In questo periodo purtroppo vediamo in televisione esempi di vecchi edifici in muratura nelle zone terremotate dotati di sovrastrutture in calcestruzzo, danneggiati o crollati a seguito del sisma. Interventi più oculati avrebbero reso le strutture molto più resistenti. L’inserimento di calcestruzzo conferisce alla muratura rigidità e peso, snaturandone il comportamento, mentre il Betontex la rinforza conservandone funzione e comportamento; le numerose applicazioni realizzate in Italia nel consolidamento e nel restauro monumentale in molte città italiane ne sono una valida prova.

Noi stiamo investendo molto nella ricerca per migliorare le prestazioni e la messa in opera delle nostre tecnologie, attraverso l’utilizzo di materiali sempre più affini a quelli di cui è costituito l’edificio da ristrutturare e capaci di mantenere le caratteristiche tipiche delle malte, garantendo traspirabilità e reversibilità dell’intervento.

Voi date un contributo per restituire qualità a un edificio: non lo restituite com’era prima, ma meglio di prima.

Sicuramente aumentiamo le resistenze dell’edificio. Il nostro sistema consente alla muratura di resistere in caso di sisma, prevenendo le criticità delle strutture dovute alla mancanza di resistenza a trazione, mediante un’azione di contenimento della fessurazione e del relativo meccanismo fessurativo. Quando un edificio supera la sua deformazione a rottura, dove si concentrano i carichi si creano fessure che a lungo andare causano l’evento finale del crollo o il dissesto della struttura. Conferire una resistenza a trazione, e quindi una notevole capacità di deformarsi senza arrivare a situazioni potenzialmente problematiche, rappresenta un importante risultato.

L’attuale normativa (si veda nota 2) già recepisce l’utilizzo di tali tecnologie in un’ottica di prevenzione di danni in caso di sisma. Abbiamo avuto riscontri positivi in merito a quelle poche strutture rinforzate con il carbonio, che non hanno subito danni in seguito al sisma. Del resto teniamo presente che questa tecnologia è stata inventata in Giappone negli anni ottanta, proprio sulla base di esigenze antisismiche.

Quindi sarebbe interessante che il Betontex venisse utilizzato anche per riqualificare gli edifici in zone ad alto rischio sismico, oltre che per il restauro di monumenti e palazzi storici?

Certamente. È una tecnica che, utilizzata in modo appropriato, può avere notevoli vantaggi, tra cui i costi decisamente inferiori a quelli di altre modalità applicative, la minore invasività e la maggiore semplicità nella messa in opera. Generalmente si integra con altre tecniche tradizionali. Noi abbiamo realizzato numerosi interventi di miglioramento antisismico di edifici scolastici, dove le fibre di carbonio sono perfettamente indicate come soluzione.

Un altro aspetto importante è la messa in sicurezza immediata. Nel caso in cui l’edificio sia così instabile da non permettere neppure l’ingresso per timore di un possibile crollo, come abbiamo visto in molti casi a L’Aquila, si può decidere di usare questi materiali per una messa in sicurezza che consente l’accesso per eseguire lavori più complessi. In questo periodo, stiamo ricevendo numerose richieste proprio dall’Abruzzo, per mettere in sicurezza strutture operative rendendole accessibili alle maestranze in pochi giorni. Circa otto anni fa, siamo intervenuti per mettere in sicurezza un edificio del centro storico di Modena che aveva problemi tanto gravi da portare allo sgombero immediato dei residenti. Abbiamo lavorato in emergenza nel fine settimana utilizzando la fibra di carbonio e oggi la gente ci vive ancora.

Non a caso l’uso del Betontex si è diffuso oltre ogni aspettativa e il know-how da voi acquisito in questi anni è esso stesso un patrimonio…

La nostra ricerca ha comportato ingenti investimenti, abbiamo fatto parte del gruppo che ha messo a punto la normativa del CNR per l’uso di queste tecniche nelle costruzioni, di cui attualmente, dopo un periodo di applicazione di quattro anni, è in corso la revisione. In effetti, credo che il nostro know-how, maturato attraverso numerose e differenti tipologie d’intervento, sia davvero unico.

Grazie all’esperienza, oggi sappiamo come usare la tecnologia Betontex in tutta la sua potenzialità e sempre più spesso ci troviamo a studiare e mettere a punto soluzioni ad hoc in risposta a esigenze particolari e problemi specifici. Recentemente, per esempio, abbiamo progettato dei tiranti per l’Ex Reale Albergo dei Poveri di Napoli: dove altre aziende avevano fallito, noi abbiamo proposto una soluzione progettando e realizzando tiranti costruiti con cavi in composito che sopportano carichi altissimi e finora impensabili. È lo stesso sistema di tirantatura che attualmente viene utilizzato per la messa in sicurezza di strutture a L’Aquila (si veda nota 3).

 

Note:

1 Brevetto EU N.0994223.

2 CNR DT200/2004.

3 Betontex TIE 85HM.