UN APPROCCIO UMANISTICAMENTE RAZIONALE
Il primo libro di Roberto Cecchi, I beni culturali. Testimonianza materiale di civiltà, ha invitato alla riflessione non solo gli addetti ai lavori, ma anche coloro che gravitano attorno al mondo dei beni culturali. Le testimonianze di questa riflessione sono raccolte nel secondo libro del nostro direttore generale, Il restauro, un’opera che mi ha fornito l’occasione per considerare le concomitanze che esistono nei diversi settori dei beni culturali e che possono analizzarsi partendo da un modo di considerare i beni architettonici in termini talmente innovativi da coinvolgere la materialità stessa dell’intervento conservativo.
Rispetto alla commissione Franceschini e alla Carta del restauro, quindi, rispetto alla riflessione precedente circa il modo d’intervento sulle varie categorie di beni storici e artistici, le considerazioni contenute nel libro mostrano un avanzamento del pensiero, una maggiore capacità critica e un minore atteggiamento manicheo nei confronti dell’argomento.
Nelle pagine di Roberto Cecchi ci sono considerazioni tutt’altro che banali su materiali che sono banali, nel senso che le strutture murarie possono essere oggetto di notevole speculazione. In questo ho riconosciuto la mia formazione, forse per via della matrice fiorentina che comporta un approccio razionale nei confronti dei materiali, un approccio umanisticamente razionale che, spesso e volentieri, si tende a perdere nel quotidiano o comunque si vede sfumare quando si consideri l’argomento da altre angolazioni di studio.