I RISULTATI DELL'ELETTROTERAPIA
Intervista di Anna Spadafora
Com’è nato il Centro Biomedico Lorenz e quali metodi usa per le terapie riabilitative?
Abbiamo inaugurato il Centro il 16 maggio 1994, suscitando l’interesse di varie strutture universitarie e di ricerca. Qui usiamo esclusivamente la metodica di neurostimolazione Lorenz e Biofeedback, ormai diffusa a livello nazionale. Le potenzialità di tale metodica sono state illustrate da studi e ricerche sia nazionali sia internazionali, noi ne abbiamo compreso l’importanza e l’abbiamo promossa. Si possono citare le ricerche del I Polo Universitario Sacco di Milano sui risultati nelle Neuropatie e Vasculopatie anche gravi che possono portare all’amputazione, oppure, l’attenzione rivolta dalla prestigiosa rivista internazionale “International Journal of Experimental and Clinical Pathophysiology and Drug Research”. Inoltre, in un convegno tenutosi a Umbertide nel maggio del 2000, l’Istituto Prosperius Tiberino ha comunicato e pubblicato i risultati ottenuti nel corso del trattamento e della riabilitazione in traumatologia sportiva.
Rispetto al dolore, come interviene il metodo Lorenz?
Secondo la più recente definizione dell’O.M.S., il dolore è un’esperienza sensoriale legata alla presenza di un danno tissutale presente o potenziale. Questo nuovo approccio rivoluziona il precedente concetto di dolore, considerandolo non più un sintomo ma una vera e propria malattia. La farmacologia agisce cercando di dominare la reazione infiammatoria o di potenziare i dispositivi di controllo del dolore. L’elettroterapia a Biofeedback secondo il metodo Lorenz interviene dove si forma lo stimolo doloroso e, inibendolo, ne impedisce la propagazione.
Può spiegare come agisce l’elettroterapia a Biofeedback?
Phyback è un dispositivo terapeutico composto da un sofisticato generatore di impulsi a due canali, variabili secondo la patologia e la risposta del paziente, in grado d’incrementare la produzione di citochine specifiche per la ricostruzione di meccanismi metabolici imperfetti. Si coinvolge il VEGF (fattore di crescita dell’endotelio vascolare), la cui azione ritardata porta alla formazione di nuovi, piccoli vasi sanguigni dove ce n’è l’esigenza. Ai distretti in difficoltà viene quindi garantito un elevato apporto di sangue che consente di neutralizzare e “lavare” i mediatori chimici dell’infiammazione che altrimenti tornerebbero a innescare l’infiammazione e a scatenare il dolore.
Quali patologie ottengono i maggiori benefici grazie al metodo Lorenz?
Le patologie trattate più comunemente sono di pertinenza ortopedica, reumatologica, vascolare e riabilitativa. Il rilascio di VEGF stimola la produzione endoteliale di ossido nitrico e prostaciclina. La sintesi di queste sostanze ha un effetto antinfiammatorio che porta all’eliminazione del dolore locale. Inoltre, il rilascio di VEGF può aumentare diverse funzioni protettive degli endoteli essenzialmente intatti. Possono essere trattate efficacemente patologie del sistema nervoso centrale, esiti di ictus, aneurisma, lesioni neonatali, paraplegie traumatiche, nevralgie del trigemino, cefalee a grappolo, insonnia, circolazione agli arti inferiori e la tonificazione estetica anti cellulite.
Può citare qualche caso particolare in cui il metodo Lorenz ha ottenuto risultati imprevedibili?
I casi sono tanti e lo testimoniano gli stessi clienti che sono soddisfatti del nostro lavoro, ma posso citarne due per fare qualche esempio concreto: il primo è molto recente, mentre l’altro risale a qualche anno fa ed è stato monitorato costantemente.
Un uomo di trentacinque anni accusava da quindici giorni una violenta lombosciatalgia da ernia paralizzante fra la quarta e la quinta vertebra, con deficit di muscoli estensori del piede (paresi). Un caso in cui l’intervento chirurgico sembrava urgente e inevitabile, tanto che, quando ha iniziato il trattamento, ci ha comunicato che era stato inviato a visita neurochirurgica urgente. Il neurochirurgo lo vide dopo poche sedute e, notando già un notevole miglioramento, gli consigliò di proseguire il trattamento al nostro Centro. Dopo venti sedute, la paresi era regredita e il dolore si era risolto completamente.
Risale a sei anni fa invece il caso di una neonata di cinque mesi, che presentava piede torto posturale e avrebbe dovuto essere operata di allungamento del tendine di Achille a destra e forse anche a sinistra. Venuta a conoscenza del nostro Centro, la madre si rivolse a noi per impostare un trattamento mirato ad elasticizzare il tendine di ambedue gli arti inferiori. Già dopo dieci sedute, il tendine risultava non più patologico. Controllata periodicamente con un follow up di sei anni, oggi possiamo dire che la bambina non presenta recidive o problemi.
Comunque, vorrei ricordare che il metodo Lorenz non è utile soltanto quando fortunatamente si riesce a evitare l’intervento chirurgico, ma anche come cura preventiva nei casi in cui l’operazione si rende necessaria, poiché prepara i tessuti, contribuendo a ridurre il sanguinamento, limitare il trauma e rendere più rapido il processo di guarigione nella fase postoperatoria.
I risultati sono molto soddisfacenti e propongono una valida alternativa alle terapie più conosciute. Come cercherete di potenziarne la diffusione?
L’efficacia della terapia Lorenz, insieme all’impegno degli operatori della struttura, ha portato al conseguimento di un notevole successo, cui hanno contribuito i pazienti stessi che lo hanno pubblicizzato. Il futuro incremento di tali risultati dipenderà dalla capacità dei medici di approfondirne la conoscenza e prescriverla nei casi in cui le terapie tradizionali sono poco efficaci o non esistono.