FACCIAMO EDILIZIA CON AMORE
Intervista di Pasquale Petrocelli
Può parlarci di Tecnologie per abitare S.r.l.?
L’impresa ha quarant’anni, anche se fino a tredici anni fa si chiamava Gollini Iader. Ho incominciato a lavorare all’età di tredici anni, ma, chiaramente, solo da vent’anni lavoro in modo costante e deciso sul territorio come impresa. Attualmente, Tecnologie per abitare conta trenta dipendenti, è iscritta all’Albo Nazionale Costruttori Edili, sia per le categorie normali sia per quelle del restauro architettonico, ed è in possesso dell’attestazione di qualificazione SOA in vari settori, anche se è un’impresa che basa il suo operato soprattutto sulla costruzione del nuovo, la conservazione strutturale e il restauro, nonché sulle tecniche specialistiche, come l’applicazione di resine particolari e di fibre di carbonio, i lavori in sottomurazione e altro ancora. Facciamo edilizia con amore, quindi, non poniamo limiti al nostro operato, facciamo spesso quello che altri non fanno.
Qual è il suo modo di lavorare?
Nell’edilizia, per me sono essenziali l’amore e il rispetto della natura e dei materiali che essa ci offre, del committente e del cliente. E, soprattutto, trovo così il piacere di lavorare. A me piace il mio lavoro. E per fortuna perché, lavorando molte più ore del normale, cerco almeno di divertirmi e di essere soddisfatto dei risultati.
Ci sono lavori che preferisce ad altri?
Facciamo anche ristrutturazioni di chiese, spesso solo ristrutturazione strutturale: un lavoro molto importante in quegli edifici che, costruiti da tanto tempo, sono privi di fondazioni e vanno sorretti. Per la legge sismica, inoltre, ci sono fabbricati che non possono più essere ristrutturati in maniera normale, ma non possono neanche essere demoliti. Allora, noi siamo in grado, con pazienza, di smontarli, numerando le pietre una per una, e di ricostruirli adoperando gli stessi prodotti. Si tratta di demolizioni e fedeli ricostruzioni, che però giungono a rinnovare completamente il fabbricato. Ultimamente, abbiamo ristrutturato a Medicina, in provincia di Bologna, su committenza del Comune, la chiesa sconsacrata del Suffragio, non solo rendendola antisismica come fabbricato, ma anche dividendola in due piani, in modo che al pian terreno possa essere ospitata un’immensa farmacia e al primo piano un teatro. Per l’anno prossimo, inoltre, siamo stati incaricati di ristrutturare il cimitero ebraico di Bologna. Anche questo è un lavoro molto interessante e di una tipologia particolare.
Può citare anche qualche altro vostro lavoro a Bologna?
La città di Bologna ci ha offerto molto, perché negli ultimi dieci, quindici anni abbiamo potuto dare a questa città restauri conservativi importanti, tra cui quello di Corte Isolani (che ha messo in comunicazione Piazza Santo Stefano con Strada Maggiore) e quello del fabbricato dei Salesiani in via Jacopo della Quercia: solo su questa strada abbiamo montato diciassettemila metri quadrati di ponteggio, quindi, è stato un restauro imponente, oltre che importante. Abbiamo costruito e ristrutturato Palazzo Hidra, in via d’Azeglio, facendo un’opera strutturale molto particolare, unendo alle capacità del restauro del fabbricato storico le capacità strutturali, con la costruzione di un garage di otto piani sotto terra. Un’opera veramente molto particolare. Abbiamo poi dato alla città, e la città ci ha dato possibilità di fare, la libreria Mondadori, in via d’Azeglio, anche quella un’opera conservativa, in quanto la libreria è adiacente alla torre Galluzzi, una delle più antiche torri di Bologna, mentre il resto del fabbricato è molto moderno. Abbiamo dato alla città di Bologna Palazzo Gentili, adiacente Palazzo Montanari, in via Galliera. Anche questo è stato un restauro di rilievo. Solo per citare alcune delle opere di pregio di cui ci siamo occupati. Per molti anni, abbiamo anche lavorato in subappalto per le maggiori imprese costruttrici e di restauro bolognesi. Attualmente, stiamo costruendo, in via d’Azeglio, un superattico di cinquecento metri quadrati, con cinquecento metri di giardino pensile. Di cose ne facciamo e, in quarant’anni, ne abbiamo fatte.
Secondo lei cosa occorre per migliorare l’edilizia, a Bologna e non solo?
Qualcosa forse si sta già facendo con le nuove normative di controllo per la sicurezza sul lavoro nei cantieri.
Se si va avanti nel modo in cui è stata impostata l’attuale legge, probabilmente, ci saranno grandi vantaggi per ciascuno. Mi fa piacere notare che al momento l’interesse per la sicurezza nei cantieri sta crescendo, ma sono rammaricato se penso che, ancora oggi, in una città come Bologna, esistono aziende che vincono appalti solo perché non sanno, o fanno finta di non sapere, cosa sia la sicurezza sui cantieri. Quindi, probabilmente queste nuove leggi aiuteranno le aziende più serie a discapito di quelle meno serie.
Con vantaggio per tutti. Questo è il mio augurio.