UNA RETE MODERNA PER L'EDILIZIA

Qualifiche dell'autore: 
direttore del Consorzio Cipea

Intervista di Anna Spadafora

A proposito di modernità, che cosa fa Cipea per rendere sempre più moderna la rete di comunicazione con le imprese associate e per consentire loro di essere costantemente aggiornate sulle norme emanate dagli enti pubblici e sulle novità della ricerca nel settore edile?

In Emilia Romagna siamo una realtà molto importante, abbiamo sedi anche in altre regioni e il nostro obiettivo è di aprirne altre, una decina, in regioni limitrofe come la Toscana e il Veneto. Ma, poiché il numero di soci cresce costantemente – abbiamo ormai seicento imprese associate –, ci poniamo il problema di rimanere sempre in comunicazione con loro. Per questo motivo, da qualche anno, abbiamo introdotto una rete che, attraverso internet, rende i servizi forniti dal Consorzio quotidianamente disponibili alle imprese. È un dispositivo difficile da gestire e aggiornare proprio perché l’ingresso di nuovi soci è continuo.

Dobbiamo diventare sempre più esperti informatici per poter utilizzare questo sistema complesso e semplice al tempo stesso. Complesso per i numeri che deve supportare e per le informazioni che deve fornire e trasmettere, semplice perché gli interlocutori sono eterogenei e ciascuno di essi – dalla grande azienda, che ha al suo interno le competenze informatiche dedicate al servizio, alla piccola impresa artigiana, in cui lo sforzo dell’aggiornamento informatico è richiesto al titolare, nella cui persona sono concentrate molte mansioni – dev’essere messo in grado d’interloquire in maniera chiara e organica con il terminale.

Da qualche mese riusciamo a trasmettere via internet tutti i supporti per lo studio di attività come commesse, progetti, capitolati e contratti, eliminando quasi totalmente il supporto cartaceo.

Inoltre, stiamo anche facendo un altro salto di qualità dal punto di vista della modernità: stiamo procedendo abbastanza celermente all’archiviazione ottica dei documenti degli ultimi ventisei anni. Grazie ai supporti digitali, lo spazio occupato sarà irrisorio rispetto a quello attuale e, soprattutto, non dovremo più preoccuparci delle attività di archiviazione. Poiché siamo obbligati, da un punto di vista normativo, a conservare per un minimo di dieci anni fatture e documenti relativi all’esecuzione dei lavori, questa novità può sicuramente alleggerire il nostro compito.

Per il nostro consorzio modernità vuol dire anche sviluppare l’attività relativa ai servizi di manutenzione integrata, i cosiddetti global services: manutenzioni e servizi che rendono particolarmente complessa la gestione di tutte le attività del settore. Proponiamo a un committente di eseguire lavori e servizi che normalmente vengono sviluppati da un ente pubblico e assegnati a un appaltatore, che in questo caso è CIPEA. Questo processo necessita di essere informatizzato, per trasferire i dati relativi a tutte le categorie di lavoro e analizzarli in tempi relativamente brevi. Nei prossimi mesi abbiamo in programma un cospicuo investimento per la creazione di un prodotto su misura, dato che i prodotti in commercio non forniscono la completezza di informazioni necessaria. Attraverso il nuovo prodotto che stiamo sviluppando, con l’assistenza di studi informatici, saremo in grado di partecipare a gare complesse e di fornire un servizio soddisfacente a enti pubblici come comuni, province o regioni, elaborando un preventivo in poche ore.

Avete un ufficio EDP?

Esiste una struttura interna che si occupa soltanto dell’aggiornamento informatico del consorzio e delle imprese che vogliono fare un percorso di modernità con noi. È chiaro che, se da una parte dobbiamo essere attenti alle innovazioni costanti che migliorano le nostre attività e trasmetterle ai nostri soci, dall’altra, dobbiamo cercare di non lasciare indietro nessuno, la modernità non deve comportare una complicazione, ma creare possibilità di sviluppo per le imprese associate e fornire loro l’opportunità di condividere, insieme al consorzio, strategie e tecniche lavorative. Non va dimenticato che parte delle seicento imprese sono piccole o medie e sono quelle che hanno maggiore bisogno di aiuto quando si tratta di fare un passo verso le nuove tecnologie.

CIPEA, quindi, aiuta le imprese associate a cogliere opportunità?

Il nostro compito consiste nell’evidenziare la presenza di opportunità che le imprese, da sole, faticano a ricercare, anche per un motivo di costi. Bisogna anche stare attenti a non andare oltre il necessario. CIPEA potrebbe essere dotato di molte più possibilità operative all’avanguardia, che però non troverebbero una concreta applicazione nella quotidianità delle imprese. Occorre lasciare il tempo necessario perché ciascuna impresa faccia proprie le innovazioni.

Allora, il Consorzio aiuta ad acquisire strumenti secondo l’occorrenza?

Esattamente. Quello delle manutenzioni è un esempio classico: un tempo, le imprese venivano contattate telefonicamente e si recavano sul posto, oggi, comunicano soltanto con noi via internet, attraverso programmi che elaborano la contabilità che, a fine mese, viene fatturata dal consorzio. Questo dispositivo consente di risparmiare moltissimo tempo, anche se a volte non è facile far cogliere alle imprese questi aspetti. Ecco perché, spesso, è inutile dotarsi di un software che “corre troppo avanti”.

Magari per non rischiare di diventare estranei ai soci stessi?

Si evita anche la conseguenza negativa di comunicare soltanto attraverso le macchine, in maniera asettica. Noi siamo ancora convinti che le persone – con le loro parole, le loro risposte, il loro ascolto – abbiano un’importanza fondamentale nell’impresa, tanto più in un consorzio, che è un’attività senza scopo di lucro. Un centralino informatizzato, che può avere i suoi vantaggi, al momento non è tra le nostre priorità.