COME VERIFICARE LA QUALITÀ NELL'EDILIZIA
Intervista di Anna Spadafora
Nei suoi cinquant’anni di attività, l’Istituto Giordano ha effettuato collaudi in opera di importanti strutture pubbliche, di nuove costruzioni e di palazzi storici. Ma esistono strumenti di calcolo e di collaudo adeguati?
Il progettista strutturale che progetta un edificio lo fa utilizzando degli strumenti, che oramai sono tutti affidati a software, nei quali si ipotizzano le resistenze meccaniche dei materiali quali cls, ferro ecc. Con tali calcoli egli è in grado di stabilire a tavolino se la struttura è stabile, ma spesso accade che il Direttore dei Lavori richieda una ulteriore verifica in opera.
In tal caso, il collaudo avviene caricando la struttura con pesi, quali ad esempio i gommoni ad acqua nel caso di solai, reti elettrosaldate nel caso di coperture, etc. fino al raggiungimento della deformazione massima ipotizzata.
Così facendo si verifica se la struttura sottoposta a stress dopo lo scarico ritorna in maniera elastica alle condizioni iniziali o se permangono delle deformazioni residue e di che entità.
Questo metodo è valido per le strutture nuove. Per gli edifici esistenti, dal capannone industriale che deve essere ampliato o rimesso a norma al palazzo da ristrutturare, c’è l’esigenza di sapere se la struttura, dopo un certo numero di anni, corrisponda ancora a quello che aveva calcolato il progettista al momento della costruzione.
Nel caso in cui si lavori su un edificio tutelato, la verifica da effettuare non deve essere invasiva, si procede con i controlli CND (Controlli Non Distruttivi) per non deturpare né la muratura né le fondazioni. Vengono quindi utilizzate tecniche particolari come ad esempio gli ultrasuoni, o endoscopie e nel caso di murature antiche, dove ovviamente non è possibile prelevare un cubo di muratura come campione per eseguire la prova di schiacciamento in laboratorio, viene usata la tecnica dei “martinetti piatti”, uno strumento formato da lamine particolari che vengono inserite in tagli orizzontali appositamente praticati nel muro. Attraverso l’azione di macchinari oleodinamici, viene esercitata una pressione sulla muratura riuscendo in tal modo a calcolare come e quanto questa resista, direttamente in opera. Al termine della verifica, i martinetti vengono tolti e la muratura non risulta danneggiata.
Voi avete eseguito collaudi su importanti edifici storici…
All’Istituto Giordano è stato richiesto di verificare la resistenza “aria-acqua-vento” degli infissi del Museo di Storia Naturale di Venezia. Per effettuare questa prova è stato necessario fare un allestimento speciale, ovvero chiudere completamente le finestre e ricreare in sito, con apposite strumentazioni, il tipo di prova che viene solitamente effettuato in laboratorio. Sempre con la tecnica dei “martinetti piatti”, abbiamo verificato inoltre la resistenza delle murature di una delle torri di San Gimignano a cinquecento anni dalla costruzione.
Avete effettuato anche collaudi di grandi strutture pubbliche, come per esempio l’Outlet di Castelguelfo o il delfinario di Riccione…
I collaudi in opera vengono effettuati soprattutto su quelle opere pubbliche destinate a sostenere una massiccia affluenza di persone. In questi casi, sono gli stessi progettisti e direttori dei lavori a scegliere di collaudare la struttura al termine dei lavori, per verificare la correttezza dei loro calcoli e tutelarsi maggiormente. Per le opere pubbliche esistono comunque leggi specifiche che obbligano il direttore dei lavori all’esecuzione dei collaudi, dal momento che egli ha vincoli di responsabilità penale.
Spostandoci dalle prove in opera a quelle in laboratorio, l’Istituto Giordano vanta non solo una vasta gamma di possibili materiali che possono essere testati, ma anche vari tipi di prove che possono essere eseguite. È possibile effettuare più prove su uno stesso materiale o sulla stessa parte di un edificio?
Sì, è possibile, e un esempio classico è quello dell’infisso. Ad un prodotto come l’infisso si possono applicare diverse tipologie di prove tra le quali la determinazione della permeabilità all’aria, della tenuta all’acqua e della resistenza al carico del vento , la determinazione dell’isolamento acustico, la trasmittanza termica, infine il serramento viene testato come chiusura antintrusione. L’infisso è una delle barriere antintrusione di una casa, come la porta blindata, e viene provato con il classico test antintrusione che simula ciò che un ladro può fare per entrare in un edificio. Inoltre, l’infisso può essere provato nelle diverse parti che lo compongono: per esempio, si può testare il vetro, che deve essere antisfondamento e di sicurezza, cioè, nel caso in cui venga infranto, non deve creare lamine che possono diventare pericolose.
Le attività di laboratorio e di ricerca svolte all’Istituto Giordano vi hanno consentito anche di divenire ente proponente di nuove norme e di far parte di commissioni di valutazione specifiche…
Il nostro Istituto è stato riconosciuto come laboratorio e come ente notificato a livello europeo e può dare il suo contributo per redigere le normative nell’ambito di diverse applicazioni, per fare dei numeri posso dirle che nell’anno in corso abbiamo partecipato a ben 12 Commissioni Europee tra le quali: vetro, acustica, navale, legno, comportamento all’incendio, costruzioni stradali e opere civili etc… Siamo stati inoltre riconosciuti a livello europeo dall’ EFSG (European Fire Security Group) quale laboratorio qualificato per l’effettuazione di prove nell’ambito di Certificazione Prodotto di Casseforti e altri mezzi di custodia.
Istituto Giordano è inoltre un centro di consultazione e vendita delle norme UNI. Infine, per accrescere la cultura della qualità, siamo anche un centro di formazione sulle tematiche della certificazione di prodotto, certificazione di sistema, marcatura CE e su altre Direttive Europee.