NUOVAGRAFICA: DA MANUZIO A INTERNET
La storia della Nuovagrafica ha radici lontane, che risalgono addirittura a soli cinquant’anni dall’invenzione dei caratteri a stampa da parte di Gutenberg…
Il primo torchio tipografico a Carpi entrò in funzione nel 1506, portato dal veneziano Aldo Pio Manuzio, per volere del Signore carpigiano Alberto III Pio, che si era impegnato, per diffondere la cultura umanistica, nella realizzazione di un centro dove fare stampare i classici greci e latini. Da allora, l’attività tipografica locale, pur attraversando vicende alterne, fra grandi difficoltà e grandi trasformazioni, si è tramandata nei secoli, lasciando un’eredità che la Tipografia Mutilati – com’era denominata la Nuovagrafica prima del 1983 – ha raccolto. Tanto che, fino al 1970, l’azienda ha condiviso la sede in cui Aldo Pio Manuzio siglava le sue pregiate edizioni: lo splendido Castello dei Pio.
Quindi, si può dire che a Carpi, grazie a questa tradizione, ci sia stata e ci sia tuttora una scuola dell’arte della stampa. In che modo la Nuovagrafica, che lei presiede dal 1997, ha tenuto conto di questa tradizione per affrontare le esigenze della trasformazione?
Due cardini della nostra filosofia aziendale sono sempre stati l’attenzione al cliente e il rispetto per l’ambiente. Il primo ci ha portato a dare priorità all’innovazione costante, al continuo adeguamento tecnologico e alla formazione del personale. Dotarsi dei macchinari più avanzati ha significato per noi aumentare sempre più la qualità del servizio offerto ai nostri clienti. Oggi siamo fornitori privilegiati delle maggiori imprese delle province di Modena, Reggio Emilia e Bologna e l’ottantacinque per cento dei nostri clienti sono fidelizzati. Ma tutto questo è frutto di un lavoro compiuto sempre in stretta collaborazione, dove il cliente può seguire e controllare ciascuna fase della realizzazione delle proprie idee di comunicazione in prodotti stampati e dove i tempi di consegna, oggi di estrema importanza, sono rispettati al massimo. Per andare incontro alle esigenze di rapidità e ridurre al minimo il tempo che intercorre fra la conferma d’ordine e la consegna del prodotto finito, abbiamo messo a punto la possibilità per il cliente di preparare da solo, on line, il primo preventivo indicativo, d’intervenire sugli impianti e di controllarli in fase di prestampa, quindi anche di correggere le bozze on line. Poiché la produzione di stampati è l’atto conclusivo di una strategia di comunicazione, essere vicini al cliente è fondamentale, per rafforzare anziché indebolire la sua strategia. In ciascun settore, cerchiamo di capire quali sono i punti da valorizzare, sempre grazie alle nuove tecnologie. Pur attenendoci alle indicazioni del cliente, applichiamo una “nobilitazione del contenuto di stampa”: per esempio, oltre al classico modo d’impaginare, aggiungiamo particolari inediti e creativi che conferiscono un contenuto innovativo al lavoro.
L’attenzione al dettaglio è particolarmente apprezzata nel settore della moda…
Sì, infatti, proprio per questo settore, per cui il distretto di Carpi è famoso nel mondo, abbiamo messo a punto tecniche di riproduzione del tessuto ad altissima precisione che consentono di conseguire risultati di elevata qualità. Ma questo vale anche per la ceramica e per altri settori in cui la qualità di stampa è indispensabile alla riuscita della comunicazione: dare a chi guarda una foto la precisa sensazione per cui quella foto è stata scattata dipende dalla qualità della stampa.
Ma, tornando alla formazione, per noi è stata ed è una grande sfida: oggi una macchina, dopo quattro o cinque anni, è già superata e questo comporta un continuo aggiornamento delle competenze all’interno dell’azienda. L’insegnamento dei meccanismi su cui si fonda un processo automatico nelle sue diverse fasi e delle misure da adottare in caso di necessità d’intervento ha richiesto uno sforzo di elasticità notevole da parte degli operatori, i quali hanno dovuto prendere atto del fatto che anche la stampa ha valori e parametri certi e misurabili e abbandonare l’idea che la misura fosse frutto dell’intuizione del maestro tipografo e della sua lunga esperienza. Senza nulla togliere all’uomo, oggi la produzione esige l’uso delle macchine. Sta comunque all’uomo programmarle e controllarne i risultati, tenendo costantemente monitorato il processo.
E il cardine della vostra filosofia ambientale che cosa ha portato all’azienda e alla città?
Il nostro “coefficiente Qualità” nel 2000 è stato arricchito, coerentemente con la nostra etica sociale e produttiva, dall’adesione all’innovativo progetto ambientale gestito da Ervet e dall’introduzione del Bilancio Ambientale, che ha avuto un triplice scopo: migliorare la gestione dell’intero processo lavorativo, acquisire una migliore consapevolezza dei materiali in uso e del loro utilizzo e giungere a ridurre l’impatto con l’ambiente.