LA MECCATRONICA PER IL SECONDO RINASCIMENTO
Oggi si dice spesso che le aziende sono costituite dagli uomini e non solo dalle strutture o dai macchinari. È un concetto profondamente vero: basare le proprie imprese sul fattore umano significa disporre di un team alla guida dell’azienda che abbia un’elevata preparazione di base, una forte specializzazione, una buona conoscenza del mercato e che sia animato dallo slancio, dall’entusiasmo e dall’energia necessari per affrontare le sfide imposte dai mercati. Diviene quindi fondamentale il ruolo dell’imprenditore, che deve racchiudere in sé tali caratteristiche ed essere in grado di trasferirle e infonderle ai propri uomini. Un buon manager deve saper dare la dovuta importanza al meccanismo di delega delle responsabilità e fare in modo che l’azienda possa camminare con le proprie gambe, sino a superare il suo stesso fondatore.
Oltre alla componente umana, l’apertura verso il mercato globale rappresenta il secondo fattore determinante per l’accrescimento del valore aziendale. Il presidente di Confindustria Modena, Vittorio Fini, ha sottolineato quanto sia importante il territorio in cui operiamo: muovendo dalle nostre radici e dalla nostra identità dobbiamo però essere in grado di superare i limiti del nostro provincialismo e aprirci verso il mondo, divenendo portatori e, per così dire, “impollinatori” di valore, d’innovazione e di ricerca nei confronti di clienti, fornitori e partner in generale.
L’innovazione stessa assume un peso molto importante nell’accrescimento del valore: è l’unica strada per consentire alle nostre aziende di trasformarsi da terzisti a industrie incentrate sul prodotto. È quindi necessario concentrare gli sforzi sui prodotti tecnologici, rilanciare i marchi e i loghi, in una parola il made in Italy, se vogliamo davvero sopravvivere nel mercato globale. E fare innovazione non significa solo creare un nuovo prodotto, ma pensare in modo innovativo in tutti i comparti aziendali, creando nuovi processi e nuovi livelli qualitativi, apportando una ventata di novità anche nel marketing, nell’ambito commerciale e pubblicitario.
Alla parola innovazione è sicuramente legato il concetto di ricerca, che è un altro dei parametri fondamentali con cui si determina oggi il valore di un’azienda. La ricerca può essere condotta anche da una struttura relativamente piccola, a patto che essa sia una divisione indipendente, capace di lavorare parallelamente alla produzione, ma senza sovrapporvisi. Dovrà essere costituita da un team di uomini in grado di creare nuove idee e soluzioni, lavorando in sinergia con gli enti pubblici di ricerca, con i centri di divulgazione del sapere e con le strutture atte al trasferimento tecnologico. SIR ha instaurato una collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia che ha dato ottimi risultati: la nostra azienda è infatti riuscita a trovare un punto d’incontro fra le tempistiche e i metodi dell’ateneo e dell’industria. In tale attività risulta di fondamentale importanza la corretta definizione di step e traguardi intermedi, nonché la trasposizione pratica, per ogni singolo traguardo, dei risultati ottenuti. Questo dà sempre nuovo slancio e nuova vitalità alla ricerca, trasformando i ricercatori in cacciatori di soluzioni.
Se è vero che le aziende sono fondamentalmente incentrate sull’uomo, è estremamente importante che gli enti preposti alla formazione siano in grado di fornire risorse capaci e motivate. Ciò è vero sia per la formazione di base, sia per quella di tipo accademico e universitario, che dovrà essere maggiormente orientata al mondo del lavoro, tramite la creazione di preziose sinergie tra aziende e atenei. È inoltre di fondamentale importanza che i finanziamenti confluiscano alle aziende che svolgono attività di ricerca reali e serie, destinate a dare origine a un nuovo prodotto o a un nuovo processo. Gli stessi istituti bancari dovrebbero modificare i propri criteri di analisi, esaminando non solo gli assets fondamentali, ma valutando le imprese anche e soprattutto in base agli uomini che le guidano, al team di responsabili, al know-how e ai progetti futuri. In pratica analizzare meglio il potenziale e valutare le aziende non solo per ciò che sono ma per ciò che potrebbero essere.
Noi abbiamo sempre cercato di accrescere il nostro valore tentando di attuare, con notevoli sforzi, i concetti sopra menzionati. La nostra azienda è nata nel 1984 da un’idea di mio padre, Luciano Passoni, ingegnere; i primi quattro anni di vita sono stati dedicati alla ricerca pura: in quel periodo l’azienda non ha infatti realizzato alcuna commessa, ma ha progettato, testato e costruito un robot antropomorfo che allora era all’avanguardia tecnologica.
Oggi SIR realizza impianti di automazione robotica in tutti i settori manifatturieri: dall’industria militare e aeronautica a quella alimentare, dal comparto metalmeccanico a quello elettromeccanico, dall’automotive all’industria del legno e della plastica. Attualmente, vanta più di 2000 impianti robotizzati installati in Italia e all’estero e studia applicazioni ad hoc in grado di soddisfare la specifica esigenza di ogni singolo cliente. Le applicazioni spaziano in tutti i campi di utilizzo della robotica: dalla manipolazione alle lavorazioni di processo, dall’assemblaggio alla pallettizzazione. In pratica, il lavoro di SIR consiste nel prendere visione di uno specifico problema – in cui magari si deve automatizzare una sequenza di decine di operazioni –, nello studiare la soluzione ottimale e, infine, nel progettare e realizzare l’impianto. È chiaro che non viene venduto un prodotto standard, poiché ciascuna applicazione è sostanzialmente diversa dalle altre e ogni impianto rappresenta un prototipo: la ricerca e l’innovazione sono quindi il nostro pane quotidiano e le soluzioni sono il nostro più grande patrimonio.
In questo processo di costante sviluppo, oltre alle migrazioni in senso trasversale, da settore a settore, delle tecnologie, possiamo affermare che grazie a SIR avviene un trasferimento di idee e soluzioni anche a livello verticale, cioè verso il cliente. Questo accade perché solitamente un prodotto deve essere riprogettato, razionalizzato e reingegnerizzato proprio in funzione del fatto che verrà assemblato e lavorato non più manualmente ma in modalità automatica, generando di conseguenza un trasferimento della ricerca e del valore connesso nei confronti dei nostri clienti.
Elaborando continuamente nuove soluzioni, SIR vanta numerosi brevetti: può infatti accadere di depositare domande d’invenzione industriale durante la fase di progettazione di una singola commessa.
Nei propri laboratori di ricerca, l’azienda sta sviluppando programmi molto ambiziosi, inerenti soprattutto l’interazione tra macchine e ambiente, al fine di garantire ai robot una crescente capacità sensoriale. Questo è ottenibile , per esempio, tramite l’utilizzo della visione artificiale: apposite telecamere guidano i robot nel prelievo e nella manipolazione dei pezzi, proprio come gli occhi guidano le mani di un operatore umano. I sistemi di visione vengono usati anche a fine linea, per il controllo superficiale, dimensionale o di corretto assemblaggio dei manufatti prodotti.
SIR sta inoltre lavorando alla creazione di vere e proprie simulazioni virtuali in 3D delle macchine, al fine di verificarne la funzionalità prima della fase realizzativa vera e propria, o per programmarle comodamente seduti davanti a un PC, garantendo così un notevole risparmio temporale rispetto alla tecnica tradizionale. L’azienda sta infine svolgendo programmi di ricerca nell’ambito della compensazione attiva, al fine di realizzare robot in grado di regolare forza e potenza durante la lavorazione, proprio come un operatore dosa la forza delle proprie mani.
Creare vere e proprie fabbriche automatiche è l’unica strada percorribile dalle nostre industrie manifatturiere per vincere la sfida della concorrenza senza delocalizzare la produzione e impoverire, di conseguenza, il tessuto produttivo italiano. Solo attraverso innovazione e automazione è possibile accrescere il valore aggiunto delle nostre aziende: ecco perché molte realtà si sono affidate a SIR per la costruzione di impianti avanzati in tutti i settori di applicazione della robotica, dalle lavorazioni più semplici alla logistica produttiva più avanzata.
Se quindi nel rinascimento italiano erano le botteghe degli artisti a detenere sapere e valore, oggi possiamo affermare che tale ruolo viene ricoperto, in un contesto industriale, dalle aziende innovative, capaci di creare valore aggiunto e proprietarie del sapere tecnologico. Noi crediamo che, nel proprio piccolo e nel senso non riduttivo del termine, SIR sia simile a una bottega rinascimentale, una bottega di meccatronica, per essere più precisi, poiché nella nostra azienda si vive quotidianamente il fermento e la volontà di creare sempre qualcosa di nuovo, anche se si tratta di fantasia tecnica e non propriamente di arte. Credo però che sia estremamente importante che le nostre aziende divengano il motore trainante di un nuovo rinascimento di tipo industriale che, muovendo le basi dal capitale umano, possa rilanciare il made in Italy e il nostro bagaglio tecnologico. Affinché tutto ciò si possa realizzare occorrono uomini, idee ed entusiasmo: i veri valori su cui fondare l’economia di domani.