BENI CULTURALI E INTERVENTI REGIONALI
Nel libro dell’architetto Roberto Cecchi I beni culturali. Testimonianza materiale di civiltà, trovo temi e riflessioni molto vicini a quelli contenuti nella legge regionale sulla qualità architettonica e paesaggistica del territorio approvata dalla Regione Emilia Romagna nel 2002. Questa è una norma che, al di là della sua piccola portata dal punto di vista dei finanziamenti, introduce temi innovativi per la cultura urbanistica, sulla linea di quanto ho ritrovato in più parti del libro. La legge regionale riguarda tre temi diversi: la conservazione – che comprende i piani di recupero, i piani dei centri storici e il restauro di singoli edifici –, la nuova architettura e l’arte contemporanea. Inoltre, la Regione delega i Comuni a individuare, attraverso vari strumenti di progettazione e pianificazione, gli edifici incongrui con il paesaggio e con il contesto. Tutti sappiamo come, negli ultimi anni, molti finanziamenti pubblici sono stati destinati a politiche abitative e infrastrutturali che hanno portato a una crescita urbana eccessiva, a volte motivata da finalità sociali. La poca attenzione dedicata all’impatto con il territorio ha creato evidenti squilibri paesaggistici. Riporre al centro i temi della qualità dell’architettura contemporanea è dunque un’azione importante e necessaria.
Citando Roberto Cecchi: “Quando il documento non esiste più non può essere replicato. L’intervento che sana quella lacuna deve avere il carattere della cultura contemporanea”. Io credo che il contesto debba essere uno dei temi del progetto, che non può ridursi né al mimetismo, né all’adesione alla situazione esistente. È necessario inserire il contesto nel progetto fin dall’inizio. Continuando a citare Cecchi: “Non si può pensare che potere significhi intangibilità. Le trasformazioni ci saranno. Il lavoro di ricerca che si dovrà sviluppare sarà improntato a trovare la maniera di rendere le trasformazioni compatibili con la natura dei luoghi”.
Fortunatamente, il numero dei progetti di tutela è in continua crescita. Ma occorre agire anche per aumentare la sensibilità nei confronti della qualità del progetto contemporaneo e per accrescere la consapevolezza dei cittadini sui valori positivi della cultura architettonica moderna, novecentesca. A questo proposito, cito la collaborazione della nostra Regione – e dell’Istituto regionale per i Beni Culturali – con la Direzione per l’Arte e l’Architettura contemporanea del Ministero, con cui abbiamo lavorato a un progetto di rivalutazione dell’architettura della seconda metà del Novecento, non vista come espansione urbana che ampliando le città distrugge il paesaggio, ma come un’architettura con importanti elementi di qualità.