LA RESTITUZIONE IN QUALITÀ DI PALAZZO MACCAFERRI
Siamo felici e onorate di partecipare a questo dibattito sul tema Le donne, l’arte, la scrittura, come fondatrici del laboratorio di restauro Sos Art, nello splendido contesto di Palazzo Malvezzi, sede della Provincia di Bologna, che ci ospita per questa serata. La nostra impresa è principalmente costituita da donne: nel nostro gruppo di lavoro, su quattordici collaboratori, soltanto tre sono uomini. Anche noi, come Sofonisba, che ebbe la fortuna di potenziare e sviluppare il suo talento nell’arte, possiamo ritenerci fortunate come impresa femminile che opera in questo affascinante settore in una particolare epoca ed in un contesto geografico dove viene prestata molta attenzione alla conservazione dei nostri preziosissimi beni culturali e artistici. Tuttavia, come sicuramente sarà capitato anche a Sofonisba, spesso ci troviamo ad affrontare grandi difficoltà soprattutto quando dobbiamo ottenere la fiducia degli operatori e dei professionisti che sono prevalentemente uomini, molto spesso chiusi in un’assurda e anacronistica misoginia. E tuttavia noi lottiamo per contrastare questo mondo maschile piuttosto diffidente, attraverso la dedizione e l’applicazione costante, la pazienza e l’approccio scientifico, la puntualità e un forte senso di responsabilità.
Ma ora vogliamo dare testimonianza di un recente incarico che ha visto il nostro laboratorio impegnato per tanto tempo: stiamo parlando dei lavori di restauro di Palazzo Maccaferri, in via Indipendenza, a Bologna, che sono stati molto intensi. La situazione che abbiamo trovato inizialmente era complessa: le pitture delle pareti erano completamente ricoperte da uno strato di vernice bianca e non erano assolutamente riconoscibili. La prima volta che siamo entrate, ci siamo addirittura chieste per quale motivo ci avessero contattate, dal momento che sembrava di essere in un palazzo degli anni settanta. Ma alcuni restauratori che avevano già iniziato i lavori avevano constatato che la pittura bianca in superficie copriva decorazioni in stile liberty – uno stile che a Bologna è quasi interamente andato perduto –, di alta qualità, sia per i particolari sia per il grado di rifinitura. I particolari si erano conservati bene, ma purtroppo la pellicola pittorica era stata rovinata dalla pittura sovrastante. Nelle zone dove la pittura era completamente scomparsa, abbiamo eseguito degli spolveri per ricostruire i disegni ricalcandoli con la carta da lucido. Palazzo Maccaferri ha quattro piani, più di mille metri quadrati di dipinti, più di venti stanze per piano e ciascuna stanza ha una decorazione differente dalle altre, anche se il motivo principale è quello floreale. In alcune stanze troviamo campiture ritmate con rondini, sempre diverse l’una dall’altra, in altre un’impronta più classica, in altre ancora, come la cosiddetta stanza dei fiori di pesco, possiamo trovare uno stampo molto più liberty, a fasce, con rami floreali che si ripetono e percorrono tutto il perimetro del soffitto. Esiste inoltre una stanza di stampo ottocentesco, con decorazioni che si allontanano dal motivo floreale e rappresentano tralci di vite, nature morte, frutta e animali. Anche i corridoi sono decorati sia nella fascia bassa sia verso il soffitto. Inoltre, il palazzo comprende un salone di misure discrete e il teatro Eden. A Bologna si sapeva dell’esistenza del teatro Eden, ma non si conosceva più la sua ubicazione: dopo la demolizione delle stanze che erano state costruite al suo interno, è stato scoperto che aveva sede proprio lì. Anche le decorazioni delle pareti del teatro sono liberty e di qualità piuttosto alta.
Il teatro è molto grande, con colonne in ghisa e una struttura metallica che potrebbe ricordare quella della Torre Eiffel. Da novembre, Palazzo Maccaferri sarà la sede dell’Hotel I Portici e le sale più interessanti saranno aperte anche al pubblico: siamo felici di avere contribuito in parte a restituirlo alla città.