L'OSPEDALE PRIVATO SANTA VIOLA, UN SERVIZIO E UN PRESIDIO OFFERTI ALLA CITTÀ PER I CASI PIÙ GRAVI DI LUNGODEGENZA E DI RIABILITAZIONE
Intervista di Carlo Marchetti
A Bologna, lungo via Emilia Ponente, poco oltre l’Ospedale Maggiore, c’è un luogo particolarmente significativo: in un’area molto vasta, sorgeva una delle fabbriche più imponenti e importanti, la Riva Calzoni, emblema stesso della forza produttiva della città, colpita, con gli edifici che la circondavano, da bombardamenti terribili durante l’ultima guerra. Passando con l’auto, eravamo abituati a scorgere la silhouette dei suoi tetti. Da qualche tempo, la fabbrica non c’è più e, al suo posto, oltre a nuove edificazioni, sorge uno stabile moderno e di eccezionale fattura, che si distingue nettamente dagli altri attorno. In tale sede è sorta una delle istituzioni sanitarie più importanti, che stanno riportando Bologna a quella posizione di eccellenza che le compete in quest’ambito: l’Ospedale Privato Santa Viola. Abbiamo avuto l’occasione d’intervistarne il giovane presidente, dottor Averardo Orta, Coordinatore della Consulta Nazionale Associazione Italiana Ospedalità Private Giovani, figlio di Lorenzo Orta, che tanto ha fatto nella storia dell’ospedalità privata italiana e nazionale. Potrebbe illustrarci le finalità principali e la peculiarità dell’Ospedale Privato Santa Viola?
L’Ospedale Privato Santa Viola è sorto nel 2003, come struttura, retta da una società, interamente dedicata alla lungodegenza. La concezione, edificazione e costruzione dello stabile, la scelta delle apparecchiature e della strumentazione, quella delle equipe dei professionisti ha tenuto conto delle varie forme di lungodegenza per offrire la risposta più qualificata ed efficace anche in termini di comfort e di assistenza. La nostra mission è quella di utilizzare tutte le risorse, strutturali e professionali che abbiamo costituito, mettendole al servizio di quei casi che necessitano di un progetto individualizzato multidisciplinare, che integri gli aspetti sanitario, assistenziale, psicologico e riabilitativo, colmando, così, i vuoti esistenti nell’offerta abituale dei servizi sanitari in questo ambito. La nostra vision consiste nello specializzarci sempre più verso casi complessi, come le Sindromi Vegetative Permanenti (SVP) e gli esiti di Stroke, caratterizzati dalla necessità di degenze prolungate, intensificando sinergie e collaborazioni con dispositivi precedenti, come i reparti per acuti degli ospedali e strutture successive di possibile invio, come i Servizi Territoriali, le RSA e le Case Protette. In termini tecnico istituzionali, l’Ospedale si occupa di lungodegenza medica e riabilitazione estensiva in regime ospedaliero, cioè con caratteristiche di diluizione nel tempo. Il nostro ospedale non è geriatrico e non si occupa di patologie strettamente geriatriche, così come non va inteso come una struttura tradizionale di rianimazione.
Come avviene la collaborazione con le altre strutture sanitarie cittadine e in quale regime si svolge la vostra attività?
Riceviamo gl’invii quasi esclusivamente dall’Ospedale Maggiore e dall’Istituto Rizzoli; per le SVP, dall’Ospedale Maggiore. Ci avvaliamo sempre delle diagnosi d’ingresso stabilite dagli ospedali che inviano i pazienti. Permane un collegamento costante con i medici delle strutture che hanno deciso l’invio. Il regime nel quale operiamo è di assoluta convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale.
La vostra struttura è bellissima anche come scelta dell’arredamento e degl’interni, per l’importanza data alle luci e all’arte attraverso i numerosissimi quadri alle pareti, e per l’allestimento delle camere di assoluto comfort. Come sono destinati i posti letto?
Abbiamo 22 posti letto per le SVP e 40 per le altre patologie che richiedono il nostro intervento.
Può dirci qualcosa di più sulle SVP?
“Sindromi Vegetative Permanenti” è una formulazione che riguarda quei casi di coma per i quali sono state tentate tutte le vie note alla medicina, e per i quali si prevede un prolungamento dello stato nel tempo. Il nostro intervento viene richiesto anche dopo il passaggio dalla Casa dei Risvegli, sempre coordinato dall’Ospedale Maggiore. Quando non ci sono ragionevoli aspettative di superamento dello stato di coma, spetta ai parenti decidere se il loro congiunto debba ritornare a casa, con l’assistenza domiciliare offerta dal Servizio Sanitario Nazionale, dai Servizi Territoriali e da organizzazioni del volontariato o essere inviato alla nostra struttura. La formulazione è stata introdotta anche per sollevare parenti e amici dal dovere servirsi di un termine che, anche semanticamente, risulta sempre molto penoso. Posso affermare che, nell’ambito della risposta al verificarsi di SVP, l’Ospedale Santa Viola è assolutamente all’avanguardia in Italia, sia per numero di posti letto, che occupano due reparti, sia per la strumentazione, sia per il know-how messo a disposizione.