PER UNA MEDICINA UMANISTICA

Qualifiche dell'autore: 
titolare del Centro di Kinesiologia Transazionale (Modena)

Intervista di Alessandra Pellacani

Oggi parliamo del Centro di Kinesiologia Transazionale di Modena, che ha alle spalle dodici anni di attività ricca di risultati nel campo della medicina non convenzionale. Oltre a dirigere il Centro, lei s’interessa di altre branche della medicina. Può parlarci della sua esperienza?

Il mio approccio con la medicina alternativa è stato casuale. Mentre studiavo medicina ho lavorato per tre anni in ospedale. La mia esperienza durante gli studi mi ha permesso di crescere professionalmente con clinici che partivano dal presupposto che per fare una diagnosi non bastasse eseguire gli esami di routine, ma fosse necessario parlare con il paziente e comprendere le cause del problema.

Nel 1989 frequentai dei corsi negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Australia, in Belgio e in Olanda, che mi permisero di crearmi un bagaglio d’esperienza e di formazione notevole. In Italia ho lavorato, tra l’altro, per un gruppo di terapisti in Analisi Transazionale di Roma. La mia formazione mi permise di dare alla Kinesiologia un’impronta del tutto personale e di fondare il Centro di Kinesiologia Transazionale.

Le attività del Centro si esplicano: nella formazione altamente selettiva di professionisti nel campo della medicina non convenzionale; nella pratica terapeutica quotidiana per rispondere alle esigenze della clientela; nella pubblicazione di “Anno Zero”, semestrale a carattere didattico-scientifico; e, infine, nell’attività di ricerca costante.

Che cosa s’intende per Kinesiopatia e per terapia cranio-sacrale?

La Kinesiopatia consiste nell’utilizzo di diverse metodologie in senso olistico, che tengono in considerazione tutte le interazioni che avvengono nell’individuo, considerando tutti i sintomi in una visione d’insieme. La Kinesiopatia s’interessa della sofferenza nel movimento, dove per movimento s’intende l’essenza di ognuno di noi, che, attraverso la funzione motoria, costituisce la relazione fra l’essere umano e l’ambiente che lo circonda.

La terapia cranio-sacrale è una disciplina che permette di interagire, con un ritmo sconosciuto ai più, ma fondamentale per la vita come quello respiratorio o cardiaco. Le alterazioni del sistema cranio-sacrale incidono pesantemente sulla possibilità del sistema nervoso di esprimersi al meglio condizionando il nostro benessere. La nostra metodica è detta Re-patterning, in quanto ci permette di intervenire sui blocchi conseguenti ai nostri vissuti emotivi e di liberare risorse indispensabili per raggiungere equilibrio e salute.

Quali sono i trattamenti che offrite nel vostro Centro per la salute dei clienti?

I trattamenti che offriamo nel Centro di Kinesiologia sono specifici per ogni singolo cliente. Questo perché consideriamo l’uomo nella sua globalità di corpo ed emozioni. Interagiamo, quindi, a tutti i livelli: con l’utilizzo di integratori nutrizionali, con il test muscolare manuale, con tecniche di liberazione delle tensioni muscolari, scheletriche e tessutali, agiamo a livello emotivo e non c’è aspetto dell’essere umano con cui noi non ci relazioniamo.

Dove esistono i presupposti, creiamo collaborazioni e, a tutt’oggi, siamo presenti a Modena, Carpi, Spilamberto, Bologna, Imola, Crespellano, Reggio Emilia e Verona e stiamo creando i presupposti per offrire uguale servizio qualificato su Ferrara, Vicenza e Firenze.

Nella medicina olistica, l’uomo è considerato nella sua globalità: corpo, mente e spirito. Come viene considerato, invece, dalla kinesiopatia?

Oggi c’e una profonda ignoranza su cos’è il benessere e una grande confusione fra benessere e malattia. Ancora troppe persone sono convinte che il benessere sia la mancanza di malattia, in realtà la malattia è lo stadio che porta una persona a rivolgersi a noi. Il nostro obiettivo non è soltanto quello di farla stare meglio, quanto, piuttosto, accompagnarla in un percorso in cui si renda conto delle proprie potenzialità, migliorando le proprie risorse. Il nostro Centro nasce come struttura per aiutare le persone a ottimizzare le proprie risorse prendendo in considerazione sia gli aspetti fisici che emozionali.

Partendo dalle statistiche, un numero sempre maggiore di persone si avvicina alla medicina non convenzionale. Secondo lei, quali sono i motivi?

Più che di medicina alternativa, oggi si tende a parlare di discipline bio-naturali. Io la definirei medicina umanistica.

Inizialmente, sembrava qualcosa di anomalo, seguita da un gruppo di persone che aveva compreso che il proprio malessere esistenziale non poteva essere risolto in modo meccanicistico dalla medicina o dalla psicoterapia. Io non sono contrario alla medicina e, in casi gravi, invito a recarsi dagli specialisti, ma capita sempre più spesso che la medicina adoperi farmaci che, successivamente, sono ritirati dal mercato perché dannosi. Inoltre, la specializzazione sempre più marcata ha portato a perdere la visione d’insieme e il lato umano della cura. Per non parlare dei costi che ha la medicina tradizionale se confrontati con quelli della medicina umanistica.

Occorre superare l’idea che ci si debba rivolgere alla medicina non convenzionale solo come estrema ratio, quando cioè non si sono ottenuti risultati attraverso la medicina tradizionale.

Forse, anche per questo è stata definita “alternativa”. L’interazione con ciò che offre la medicina convenzionale ci permette di aiutare sempre più chi sta male a ritrovare la propria salute.