DUECENTO ANNI DI VINO DI QUALITÀ
Intervista di Pasquale Petrocelli
Può parlarci brevemente dell’azienda vinicola Tacconi?
La nostra azienda nasce nel 1805, quando Guglielmo Tacconi si trasferì, con tutta la famiglia, su queste colline dalla vicina Crespellano. Coltivava vigneti a mezzadria. Noi, un po’ per volta, siamo riusciti a comprare il terreno. Siamo proprietari attualmente di 41 ettari di terreno, di cui 23 a vigneto. Produciamo vini DOC dei Colli bolognesi. Il vitigno autoctono che coltiviamo per la maggiore è il Pignoletto, ormai noto anche fuori Bologna. Nel 1990 abbiamo fatto un ampliamento delle nostre cantine introducendo tecniche più moderne per la vinificazione (impianto di raffreddamento dei mosti – fra i primi in Emilia Romagna –, vinificazione in bianco e imbottigliamento). L’azienda attualmente produce circa 2000 quintali d’uva, di cui l’80% DOC. I vitigni DOC sono il Pignoletto, il Sauvignon e il Pinot Bianco, per i vini bianchi, e il Cabernet Sauvignon e il Barbera, per i vini rossi. In più, produciamo altri due vini rossi da tavola: Pinot Nero e Syrah. Di quest’ultimo la nostra azienda è stata la prima a piantare il vitigno, in collaborazione con l’Università di Bologna. Abbiamo un ettaro e mezzo di Syrah che, per i primi tre anni, è stato in sperimentazione e ora, da due anni, è già in produzione. Si tratta di un vino rosso francese apprezzato in tutto il mondo. È ricavato da un’uva che matura a metà agosto. Non essendo un vino DOC dei Colli bolognesi, lo imbottigliamo come vino da tavola con il nome L’incontro. Ne produciamo 6500 bottiglie che vendiamo ormai ovunque.
Come avviene la vendemmia nella vostra azienda?
La vendemmia da noi viene fatta solo ed esclusivamente a mano, per avere una qualità superiore nelle uve: le viti non sono nate da una catena di montaggio e ognuna è a sé, può quindi avere un grappolo d’uva malato o con dell’uva marcia. Allora, con la raccolta manuale, quest’uva viene scartata. La macchina invece raccoglierebbe di tutto, anche gli acini marci.
Quali sono le tecniche di vinificazione da voi utilizzate?
Io ho sempre sostenuto, e il tempo mi ha dato ragione, che il vino si fa nella vigna. Il vino non si fa in cantina. In cantina viene seguito per avere un processo di migliorie, ma, portando in cantina uva buona, si ottiene vino buono, portando in cantina uva scadente si ottiene vino scadente.
Nei vostri vigneti, che tipi di trattamenti adoperate?
La nostra azienda fa lotta integrata, non fa biologico. I trattamenti, effettuati con prodotti col minor impatto ambientale, vengono eseguiti in base alle esigenze e non a calendario, qualunque sia l’andamento stagionale e climatico. Solo quando occorre e solo con prodotti non di sintesi, che non lasciano traccia. Fare il biologico con una superficie così grande è difficile. Capita un’annata difficile: si rischia di compromettere il raccolto. E noi non possiamo permetterci questo lusso, perché abbiamo già una clientela e non possiamo non accontentarla.
Quali sono i rischi della vostra attività?
Anche una grandinata, una calamità atmosferica possono creare grossi problemi nel reperire poi 2000 quintali d’uva (fatta in un certo modo, di qualità), che non è facile reperire sul territorio – i DOC, infatti, permettono di acquistare solo un prodotto di qualità e della zona –, per accontentare i nostri clienti. Il rapporto col cliente è un rapporto di fiducia e di amicizia che si è costituito con l’azienda, con il venditore. Dunque, per l’azienda sarebbe un handicap enorme. Per la nostra azienda come per tutte quelle del territorio.
Chi sono i vostri clienti?
La vendita dei nostri vini viene effettuata all’80% a clienti privati e al 20% alla ristorazione. Attualmente, abbiamo circa cinquecento clienti privati, acquisiti con il passaparola. Man mano, si è così costituita una rete di comunicazione e di interlocutori in continuo aumento. Infatti, spendiamo poco per la pubblicità. Tutti gli anni, a ottobre, facciamo una “festa della vendemmia”, diciamo una “festa del ringraziamento”, che coinvolge i nostri clienti, gli amici, qualche giornalista e i sommeliers. In questa festa offriamo assaggi di vino nuovo e di altri vini, con abbinamento vino-cibi.
Come saranno i vini del 2005?
Molto buoni. La produzione è stata ottima sia per la quantità sia per la qualità e le forti escursioni termiche tra il giorno e la notte hanno accresciuto i profumi dei vini bianchi.