COME HO DEBELLATO IL TUMORE ALLA PROSTATA
Avvocato e imprenditore, lei è noto in particolare per avere pubblicato il libro Guarire la prostata in 90 giorni. Può dire ai nostri lettori come mai è giunto a occuparsi di questo problema?
Nel 1989, mi fu diagnosticato un cancro alla prostata. Quando me lo trovarono, i medici volevano seguire il procedimento standard, che prevedeva un’operazione chirurgica d’urgenza il mattino successivo. Consapevole delle disastrose conseguenze che tale operazione avrebbe comportato, mi rifiutai e avviai, invece, un processo di ricerca intorno alle ragioni per cui si produce il tumore alla prostata e intorno alla sua cura. Mi rivolsi a medici non tradizionali e a ricercatori che curavano con rimedi naturali e, seguendo precisi programmi di depurazione dell’organismo, riuscii a guarire.
Nella mia ricerca, innanzitutto ho scoperto che l’alimentazione è la causa più importante dei problemi alla prostata, com’è stato evidenziato da studi che mettono a confronto le abitudini alimentari dei vari paesi. In America, così come in Australia e in Inghilterra, dove la percentuale degli uomini che hanno problemi alla prostata è del novanta per cento, il cibo – soprattutto i latticini e la carne, alimenti abbondantemente consumati a tavola – proviene da animali trattati con antibiotici e ormoni altamente dannosi all’organismo umano. In più, in questi paesi la dieta prevede un elevato consumo di cibi grassi che fanno aumentare il rischio di cancro alla prostata, com’è stato dimostrato. In Europa, le statistiche sono molto più ottimiste, ma anche negli USA le cose stanno cambiando. Nel 1990, diversamente da oggi, il cancro alla prostata quasi non esisteva in Europa, a eccezione della Scandinavia, dove la percentuale è sempre stata alta, per via dell’alto consumo di latte.
Per quale motivo lei ritiene che sia così importante la questione dell’alimentazione e dei minerali per la prevenzione e la cura dei tumori?
L’alimentazione, tanto a lungo ignorata dalla medicina moderna, è stata finalmente riconosciuta come una delle cause primarie del cancro che colpisce la prostata e anche altri organi. È necessario mantenere depurato l’organismo. Ci sono, per esempio, minerali specifici di cui il corpo umano ha assoluta necessità, ma che non si trovano più negli alimenti, vengono dispersi nel corso dei trattamenti a cui sono sottoposti. Ma quel che è peggio è che, invece delle sostanze a noi utili, mangiando, assumiamo sostanze dannose, come metalli pesanti o, come dicevo prima, ormoni e antibiotici. La presenza nell’organismo di questi ultimi in particolare comporta negli uomini un abbassamento dell’ormone maschile, il testosterone, e un aumento di quello femminile, l’estrogeno. In poche parole, gli uomini così si “femminilizzano”, ed è provato che un’alta presenza di estrogeni causa alla prostata diversi problemi, fino al cancro.
E per quanto riguarda i metalli pesanti? Conosce le cosiddette terapie chelanti, grazie al cui procedimento il sangue viene depurato? Per esempio, Jillie Collings ha scritto Il cuore senza chirurgia (Spirali), un libro che parla proprio di queste terapie. Cosa ne pensa?
I metalli pesanti, come il mercurio, il piombo o l’alluminio, si sono dimostrati altamente dannosi. Le terapie chelanti agiscono in modo da regolarizzare la loro presenza nell’organismo. Una delle terapie più famose, molto antica, ma ancora molto efficace, è quella che utilizza uno specifico aminoacido di sintesi, l’EDTA (acido etile diammino tetracetico), che agisce nel sangue rimovendo, attraverso la chelazione, i metalli indesiderati. Ma non bisogna dimenticare un problema purtroppo molto comune: tra questi metalli, il mercurio, particolarmente dannoso per la prostata, è stato spesso utilizzato dai dentisti nelle amalgame per le otturazioni dentali, che col tempo rilasciano pericolosissime, seppur minime, quantità di mercurio che vengono assorbite dal cervello o dalla prostata.
Bisogna, dunque, rimuovere le otturazioni al mercurio, soprattutto prima d’intraprendere una terapia chelante. Sempre per evitare di assorbire mercurio, sconsiglio di mangiare pesce con troppa frequenza, perché ne contiene molto.
Fra i cibi consigliati, il pomodoro è una questione aperta. Alcuni ritengono che sia molto utile per evitare l’insorgenza del tumore alla prostata, altri, come gli ayurvedici, che lei cita nel suo libro, ritengono che provochi qualche problema per l’organismo. Lei cosa ne pensa?
Molti sostengono che in Italia i casi di malattia alla prostata sono ridotti perché si mangia molta salsa di pomodoro. Eppure, proprio nelle ultime settimane, sono stati resi noti i risultati di studi importanti che smentiscono questa tesi. Ma direi che un verdetto definitivo sulla questione non è ancora stato pronunciato.