LA SCIENZA DELL'ALTRA COSA
GIORNALISTA. L’invenzione delle arti tanto del cielo quanto del paradiso procede dall’invenzione della scienza: tutt’altro che l’episteme; tutt’altro che il modello di organizzazione del sapere e della disciplina sotto una verità che formi il sapere. La scienza, l’arte e la cultura si situano nell’atto di parola.
REGISTA. Nel suo dire e nella sua divisione la scienza è duale per eccellenza. E per questo lo è pure la pulsione. E per questo: triali il sembiante e il fantasma; e tripartita la funzione. Un’altra scienza! La scienza della parola nel suo atto! La scienza dell’altra cosa!
CIFRANTE. La scienza dà adito non solo all’incidente ma anche al caso clinico. Aristotele lo vieta. E la scienza viene inventata dal primo rinascimento: e un’altra dal secondo rinascimento.
PUBBLICO. La scienza della parola, il suo rinascimento e la sua industria porgono al cielo e al paradiso le sue arti e le sue invenzioni. E nulla più l’astrofisica e l’astronomia devono all’astrologia e sopra tutto alla cosmologia.
IO. La differenza dell’uno da se stesso ne enuncia la resistenza. Questa scienza risulta eminentemente linguistica: l’uno esiste in questo taglio e per questa differenza. E la differenza si specifica ancora come differenza sessuale quando si staglia dalla funzione vuota e dall’altro tempo, quando la finanza induce le cose alla conclusione e alla scrittura, quando la clinica trae la terapia e la formazione, la tecnica e la macchina verso la cifra.
CIFRATORE. La scienza che Cartesio vuole insegnare a tutti si manifesta scienza sprovvista di arte – scienza che media l’automa e se lo porta a spasso; scienza che si nutre dell’economia del potenziale e che fa sul segreto partecipato a tutti la certezza che espunge il pubblico rinascimentale.
LUI. La scienza non sopporta la professione. E del mestiere stabilisce lo sbocco nell’amministrazione. Inaugura l’industria. Inaugura il fare. Spalanca l’intellettualità. Esige sia l’autismo sia l’automatismo. Avulsa dall’ontologia. […]
IO. L’io mentitore, l’io unitario, l’io difettoso, l’io doppio si demonizza, si personalizza: e boicotta la scienza – volgendola in una faccenda di pluralismo e di monismo, di polivocazione e di univocazione, di diversione e di universione; e accomodandola a creare e a distruggere il mondo.
PUBBLICO. In molti paesi oggi la cultura e l’arte – sulla scorta della scienza – reclamano il loro diritto di esistenza indipendentemente dalla religione e in definitiva dall’ideologia.
REGISTA. La clinica psicanalitica del secondo rinascimento si qualifica come un’altra scienza – dove si specificano istanze inscritte nel dibattito scientifico, artistico e culturale nei vari paesi e nei vari settori dal 1973 in poi.
CIFRANTE. Trovare la psicanalisi lontana dalla professione e dall’osservanza equivale a isolarne lo statuto nell’esperienza dove con la clinica si definisce come un’altra scienza, come un’altra arte e come un’altra invenzione. L’aspetto giuridico, amministrativo e fiscale va colto come un’implicazione della sua pratica. E l’esistenza dello psicanalista come caso clinico nella parola impedisce la caricatura dell’inconscio e della moda.*
*Dal libro Il giardino dell’automa, Spirali edizioni