ARS COMBINATORIA. COME PENSARE, COME FARE, COME SCRIVERE
A cura di Anna Spadafora
Perché questo titolo per il suo libro, Ars combinatoria?
L’ars combinatoria, che costituisce – tra l’altro – uno dei percorsi più significativi del pensiero di Lullo, di Bruno e di Leibniz, è una sorta di chiave logica atta a consentire di ritornare alle cose, al mondo degli eventi e delle differenze, che talvolta il puro teoreticismo e l’astratta ragione non consentono di comprendere. Proprio le cose – l’evento artistico, le creazioni, le invenzioni – ridisegnano continuamente una straordinaria cosmopoiesis, che l’ars combinatoria può forse in qualche misura indagare e scandagliare. L’ars, perciò, si configura come una strategia della mente, che può cogliere, nella complessità dell’evento poetico, l’architettura del cosmo. La poiesis, della quale io parlo, è inscritta nelle opere del Leibniz giovane e nella Monadologia: essa è arte del pensare, del produrre, è capacità di costruire in una lingua universale.
Nel dibattito di Bologna, Ornella Cucumazzi ha messo in rilievo il senso della logica fantasmatica, la portata dell’operare dell’idea, all’interno dell’ars combinatoria.
È qui il nodo fondamentale del mio discorso, che tende a saldare l’enigma del vivere, i suoi meccanismi profondi, le sue relazioni con un progetto logico formale. Si tratta di un progetto che, in qualche misura, riprende motivi sollevati da Leibniz nello studio su Nizolio.
Ma allora l’armonia, da cui procede l’arte, ha un fondamento scientifico e filosofico?
In un sistema rigorosamente costruito, la ricerca dell’armonia consente di recuperare la tradizione pitagorico-platonica e, al tempo stesso, di ridisegnare il senso dell’arte all’interno di quella strana entità che è il numero. E consente altresì di fare uscire la poesia da ogni schematismo astratto. In tal modo, si possono rileggere, nell’orizzonte dell’estetica moderna, le grandi lezioni della filosofia classica e medievale.
Cosa resta della soggettività nell’arte?
In Germania, un ricco industriale ha costruito un curioso museo dove ha raccolto opere d’arte di varia provenienza: sculture orientali, opere di Picasso, produzioni artistiche di culture aborigene, invenzioni figurative ed astratte dei maggiori artisti del nostro tempo. Un visitatore, che non abbia una strumentazione storiografico-filosofica adeguata, non riesce a orientarsi in questo strano museo, dove viene a mancare lo spazio di autonomia, che è indispensabile ad ogni soggetto creatore. Quella esperienza museale che rivela una inquietante esemplarità, può disegnare una fenomenologia dell’arte senza soggetto. L’ars combinatoria, che non è un puro gioco, è per me una strategia che consente non solo di leggere, pensare, interpretare la poesia, ma anche di porre interrogazioni sull’esistenza e il suo destino.