IL METODO REAL CLEAN PER IL SETTORE PUBBLICO

Qualifiche dell'autore: 
presidente della Real Clean, Bologna

Lei ha fondato la Real Clean, rinomata agenzia di pulizie, che fra qualche mese compie dieci anni. Ma com’è incominciata la sua esperienza?

Real Clean è nata dalla mia volontà d’intraprendere un’attività in proprio. Grazie a un’esperienza di lavoro che ho fatto in Svizzera, circa dieci anni fa, ho avuto l’opportunità di conoscere la persona che mi ha instradato nel settore delle pulizie e mi ha aiutato moltissimo. Il nome Real Clean viene anche da questo: è un gesto di riconoscenza per l’impresa in cui mi sono formato e che mi ha permesso di sviluppare qui in Italia il metodo svizzero, denominato proprio real clean.

La vostra agenzia si è qualificata in questi anni nella città per avere seguito alcune aziende e uffici in particolare. Qual è la tipologia di clienti con cui lavorate più spesso?

All’inizio, lavoravamo sia presso i privati che presso gli uffici, i condomini, le aziende, i negozi e tutti coloro che richiedevano i nostri servizi. Facevamo anche lavorazioni straordinarie, come il lavaggio di moquette o il trattamento di pavimenti. Poi, l’esigenza di dare un maggiore incremento all’impresa e l’esperienza, negli anni, ci hanno portato a focalizzare la nostra attività nel settore pubblico, lasciando da parte i privati.

Voi lavorate anche presso la Fiera di Bologna, dove si svolgono molti eventi importanti di carattere nazionale e internazionale. Vuole dirci qualcosa di più?

Da quattro anni partecipiamo ad alcune manifestazioni fieristiche che si tengono a Bologna, come il Cersaie, dove seguiamo clienti come la Teuco, la Fantini Rubinetterie e molte aziende ceramiche di portata nazionale. Siamo presenti al Motor Show, dove gestiamo stand di case automobilistiche di livello nazionale e internazionale, e questo è un buon biglietto da visita che ci fa ottenere prenotazioni di anno in anno.

Nel corso della sua esperienza, quali sono le esigenze più ricorrenti di questo tipo di clientela?

Le esigenze più ricorrenti riguardano il personale. È questo il tasto dolente nel settore delle pulizie. Purtroppo, arrivano molte lamentele causate da veri e propri pregiudizi verso la manodopera, che è prevalentemente straniera. Per noi è all’ordine del giorno imbattersi in persone che chiedono espressamente personale italiano. Ma magari non si tratta soltanto di odio razziale: la difficoltà a farsi capire da parte di persone che, pur vivendo in Italia, non hanno ancora acquisito una padronanza della lingua e il fatto che il concetto di pulizia di un extracomunitario sia molto differente dal nostro non costituiscono certo un incentivo per la scelta del personale straniero. Quindi, possiamo dire che oggi questo è il problema più grande. E lo avvertiamo soprattutto quando dobbiamo fare un preventivo per un potenziale cliente.

Lei si è trovato di fronte a situazioni in cui c’erano persone che, durante le pulizie, prendevano una pausa per motivi religiosi. Qual è stato il suo intervento, in questi casi?

Con un notevole sforzo economico, ho costituito uno staff prevalentemente italiano, a eccezione di due ragazzi del Bangladesh. Poi, collaboro con altre imprese medio-piccole, a cui do lavoro in subappalto. Ho avuto un’esperienza particolare proprio durante una manifestazione fieristica che si teneva nel periodo del Ramadan. A un orario prestabilito, due lavoranti hanno interrotto la loro attività per pregare. Certamente, penso che ciascuno sia libero di praticare il culto in cui crede, però, in quell’occasione, forse anche perché era il primo anno che lavoravo con la mia impresa in fiera, ho cercato di far capire a quelle due persone che non era il caso d’interrompere il lavoro. Purtroppo, loro non hanno recepito il mio messaggio, c’è stata una discussione anche abbastanza accesa e sono stato costretto ad allontanarle.

Quanto conta la precisione nel suo lavoro?

Penso che la precisione, la puntualità e la serietà siano il vero punto di forza di ciascuna azienda. Per di più, nel nostro settore, noi abbiamo le chiavi per entrare negli uffici e la possibilità d’intervenire sui sistemi d’allarme. Il fatto che il cliente ci affidi le chiavi della propria azienda o del proprio ufficio, consentendo di disattivare il sistema d’allarme, è un gesto di fiducia che merita rispetto. Nel nostro lavoro, dobbiamo avere rispetto per un luogo che non è nostro, fare di tutto perché le cose vadano per il meglio e, soprattutto, evitare che si verifichino ammanchi. Su una scrivania si può trovare di tutto, dal portafoglio al cellulare. Sta all’operatore avere il buon senso di lasciare le cose dove si trovano. Purtroppo, a volte, capita che si verifichino dei furti e, se quel giorno, oltre ai dipendenti, c’è anche l’impresa di pulizie, è inevitabile che venga interpellata in merito all’accaduto.

Non è bello, perché il solo fatto di lasciare il cliente nel dubbio, getta un’ombra di discredito. Io tengo, invece, a dare un servizio altamente qualificato e stimato.

Per concludere, quali sono i progetti futuri di Real Clean, dopo dieci anni?

Innanzi tutto, il progetto è quello di raggiungere il traguardo dei vent’anni e poi dei trenta, perché mantenere la gestione di un’impresa oggi non è così semplice. Si tratta, allora, di conservare i clienti storici e di adoperarsi per aggiungerne altri. Non solo. Mi piacerebbe acquisire nuovi clienti di prestigio, a livello cittadino o nazionale, che possano costituire per noi un ulteriore biglietto da visita.

L’altro aspetto del progetto è l’estensione della nostra attività al di fuori di Bologna, verso Modena e Reggio Emilia da una parte, per arrivare fino alla Romagna dall’altra. Siamo già in contatto con imprese che operano a livello regionale. Sarebbe interessante intraprendere con loro un rapporto di collaborazione più ampio e più intenso.