UNA VITA PER L'ACQUA

Qualifiche dell'autore: 
amministratore del Gruppo Barchemicals srl, Castelnuovo Rangone (MO)

Lei presiede il gruppo di aziende nate dalla Barchemicals srl – che comprende le divisioni Engineering Corporation, Progetto Acqua, System Energy, Swim Company e RPI –, leader dal 1984 nel settore del trattamento acqua, fornitore di prodotti e servizi che hanno sempre risposto in anticipo alle richieste di tecnologia, igiene e salute da parte dei clienti in Italia e all’estero. Com’è incominciata la sua avventura imprenditoriale?

Dopo la laurea in chimica, ho lavorato nella pubblica amministrazione e, per un breve periodo, in un’azienda del settore, prima di mettermi in proprio. Quando è nata l’azienda, venticinque anni fa, il trattamento delle acque in piscina era molto elementare, si pensava bastasse una secchiata di cloro e una di acido per risolvere tutti i problemi. Ma, se in Italia era considerato secondario, all’estero era un settore di eccellenza, tant’è che già allora si organizzavano corsi per formare i tecnici e incontri divulgativi per spiegare al pubblico che l’approssimazione in questo ambito poteva essere dannosa. La Barchemicals è nata proprio per portare nel nostro paese il meglio di questa cultura del trattamento acqua che, poi, negli anni, ha dato al settore una crescita continua, di cui siamo stati parte e partecipi contemporaneamente. Abbiamo brevettato e introdotto nuovi prodotti, quando tutto ciò che aveva qualità veniva dall’estero, soprattutto dalla Germania, e oggi la produzione italiana – che comprende quella di altre aziende del settore, oltre alla nostra – è una delle più avanzate tecnologicamente al mondo. La crescita del mercato italiano, sicuramente non di grandi dimensioni, è avvenuta in forte velocità e forse questo ha contribuito a farci dormire sugli allori negli ultimi anni. Anche per contrastare questo fenomeno, oggi stiamo puntando di più all’estero, con un mercato da otto miliardi di persone. Il trattamento acqua di piscine ci vede leader in Italia e, presto, speriamo anche all’estero, ma in questo momento puntiamo molto anche sull’acqua potabile, la mia passione più grande. Il problema acqua sarà sempre più urgente nei prossimi anni e noi sviluppiamo quella potabilizzazione che passa attraverso tecnologie sempre meno invasive e sempre più ecologiche. Sicuramente proseguiamo nel settore delle piscine, ma la soddisfazione che dà il fatto di rendere potabile un’acqua per diecimila o ventimila persone, che fino a qualche giorno prima rischiavano la vita per la mancanza di acqua potabile, è di gran lunga superiore.

Nel 2004, la Barchemicals, in collaborazione con il Rotary Club di Vignola, Castelfranco Emilia e Bazzano, ha donato un potabilizzatore a un Centro salesiano del Congo...

Bastano poche cifre per comprendere come sia importante l’acqua per l’intera umanità: 2,4 miliardi di persone non hanno acqua potabile, 6.000 bambini al giorno muoiono per malattie da imputare all’uso di acqua inquinata, più dell’80 per cento delle malattie nei paesi in via di sviluppo sono riconducibili ad uso di acqua inquinata e malsana. Grazie all’incontro con don Ferdinando Colombo, vice presidente e mente del VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo), abbiamo avuto l’opportunità di contribuire in modo concreto al Progetto acqua, che si è concluso felicemente con l’installazione di un potabilizzatore, di un gruppo di pressurizzazione e di alcuni gruppi osmotici nel Centro di accoglienza salesiano “Centre des Jeunes Don Bosco” di Goma, nella Repubblica Democratica del Congo, e di un mini potabilizzatore nel Centro di Buterere, in Burundi. Un altro progetto che speriamo giunga a conclusione fra due anni è quello d’istituire a Modena una scuola dove i giovani africani possono imparare a costruire le apparecchiature utilizzate nel processo di potabilizzazione.

C’è qualcosa che ritiene molto importante nel progetto di un’impresa?

Sì, il coinvolgimento dei giovani. Ritengo fondamentale, da una parte, nella collaborazione con l’università, dare l’opportunità ai giovani d’incontrare il mondo del lavoro, anche per far capire che esistono regole che la scuola oggi non insegna più; dall’altra, dare l’opportunità, a chi se la sente, di divenire imprenditore. Per questo stiamo facendo nascere una piccola holding che finanzierà i progetti di chi ha l’entusiasmo per scommettere in questo settore. È ciò che è accaduto con le aziende che fanno parte del nostro gruppo, nate come spin-off per dare opportunità a collaboratori – che hanno sposato la filosofia aziendale e hanno dato la garanzia di portare avanti un aspetto del progetto – di diventare soci. Le grandi aziende nascono dalle idee. In Italia abbiamo esempi di imprenditori che sono partiti con piccole aziende e poi hanno avuto intuizioni importanti, puntando molto sul capitale intellettuale. Non dico che questo si possa imparare ma si può imitare.

Quindi lei ha dei maestri, dei riferimenti?

Ho preso come riferimento alcuni clienti che venivano dal niente e hanno avuto brillanti idee, che poi hanno dato seguito a qualcosa di straordinario. Per esempio, Flavio Zaninelli, che è stato il papà di Gardaland, è partito da una semplice drogheria. Ma potrei citare i Cremonini e tanti altri amici, che sono riusciti a fare qualcosa di importante, sempre nel rispetto di quei valori che sono fondamentali e che fanno parte della nostra filosofia: il rispetto, l’onestà e la correttezza. L’esempio è importante, e io stesso nella mia azienda, come un cavaliere di altri tempi, do sempre prova, quando occorre, che qualcosa si può fare.

È importante il contributo che può dare alla civiltà un’impresa che punta al valore assoluto...

Non basta il profitto economico e finanziario, occorre che rimanga qualcosa.

È ciò che emerge leggendo la rivista “SaluteAcqua”, che avete fondato per offrire “una piazza”, quindi occasioni di parola e d’incontro, a coloro che sono interessati a una questione così importante per la vita come l’acqua, in tutti i suoi aspetti.