OCCORRE L'ENTUSIASMO, LE AGEVOLAZIONI NON BASTANO
Intervista di Ornella Cucumazzi
Noetica è un’impresa avviata con i fondi stanziati per l’imprenditoria femminile. Pensa che un’agevolazione sia sufficiente perché ci siano sempre più donne imprenditrici?
Per quel che mi riguarda, ha contato per non rimandare. Ancor prima di sapere l’esito della richiesta, mi sono trasferita a Bologna, che, insieme a Perugia e ad Ancona, mi sembrava una città interessante per il prodotto che proponevo. C’è stata molta fortuna e un po’ d’incoscienza. Adesso, a distanza di quattro anni, penso che quando si ha l’entusiasmo di fare le cose, si lascia da parte la razionalità, altrimenti frena. Muovendomi razionalmente, probabilmente, avrei dovuto prima appurare come poteva reagire il mercato bolognese al tipo di attività che proponevo, creare un po’ di contatti e poi avviare l’attività.
Un’agevolazione non basta se non ci sono l’entusiasmo e la curiosità. Per avviare e portare avanti un’impresa non bisogna fermarsi mai. È importante anche la disponibilità a trasferirsi altrove, se occorre, come ho fatto io, e il saper proporre quello che si fa. Credo che questi siano i motivi per cui molti fondi non sono stati erogati.
Noetica è una ditta individuale, ma anche se volessi fare una società, dovrebbe essere costituita in prevalenza da donne, per rispettare i requisiti della legge sui fondi. Lo stesso vale per il personale impiegato, ma, nel caso della computer grafica, non è facile. Non so esattamente il motivo di questo. Spesso le donne sono le più brave nei corsi, poi, però, scelgono strade differenti. Forse si propongono meno nella libera professione, soprattutto in periodi come questo, in cui si parla di crisi economica. Una crisi che noi non abbiamo avvertito e a cui io non credo.
Oltre ai corsi per la formazione, Noetica propone servizi per le aziende.
Il core business della mia attività è stata la formazione. La scuola propone corsi per la programmazione, la grafica web, la grafica pubblicitaria editoriale, l’animazione digitale, il 3D. Spesso, i corsi sono frequentati da studenti del Dams, dell’Accademia di belle arti e di Scienze della comunicazione, che, al termine degli studi universitari, avvertono di non avere un curriculum allettante per un’azienda, nel senso che manca l’aspetto pragmatico. Adesso, però, le cose stanno modificandosi. Gli imprenditori che mandano i loro dipendenti da noi per un percorso formativo hanno mostrato di gradire il nostro operato, anche perché teniamo molto alla qualità della formazione, abbiamo aule con solo otto postazioni, quindi riusciamo a seguire adeguatamente gli allievi. Questo gradimento li ha portati, in seguito, a interpellarci per i servizi. Al momento, sono loro che cercano noi, nel senso che non abbiamo ancora una struttura di contatto. Ultimamente, ci hanno chiesto sceneggiature per spot televisivi. È piaciuto già il nostro modo di presentarle, differente da quello delle agenzie pubblicitarie. Il vantaggio per noi è la versatilità.
L’animazione digitale ha dato un grande impulso al cinema. Perché piace tanto?
Quando parliamo di animazione digitale e di effetti speciali, vengono in mente gli interventi della Walt Disney, la Pixar, quindi principalmente i cartoon. Anche in Italia, attualmente, stiamo lavorando molto su questo. Gli ultimi spot pubblicitari sono realizzati quasi tutti in 3D. Mi hanno domandato perché i fumetti piacciono tanto (è uno dei nostri corsi più frequentati). Il fumetto è molto usato in pubblicità perché lo guarda il bambino come l’uomo di una certa età. Cattura molto l’attenzione. Alcuni docenti di italiano di scuola media ci hanno chiesto di fare degli incontri sul fumetto perché pensano che consente loro di trasmettere meglio i contenuti.
Tutto verte sull’attenzione del pubblico. L’animazione digitale piace perché, al momento, risulta quella più accattivante.
Forse ha qualcosa della favola, anche per l’automazione…
Certo. Però, quando si parla di animazione digitale si parla anche di effetti che non si vedono. Sono interventi che l’occhio non percepisce. C’è, ad esempio, una pubblicità con una donna che si appoggia con le mani sul parabrezza di un’auto. L’impatto principale dello spot è la sua scollatura prorompente, che è completamente ricostruita con la modellazione.
Oppure, c’è la pubblicità con l’uccellino che ha nel becco lo stelo di un bicchiere. L’ammaestratore fa prendere un grissino nel becco all’uccellino e poi in 3D si ricostruisce lo stelo. In un certo senso, il nome della scuola, Noetica, allude a questo. Viene dal greco e indica la nascita della mente nell’era delle nuove tecnologie. Il computer è solo uno strumento che permette di integrare creatività e competenza tecnica e di fare molto di più.