OCCORRE CHE LE NORMATIVE FAVORISCANO LA PRODUZIONE, NON LA BUROCRAZIA

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presidente di Palmieri Spa, Gaggio Montano (BO)

Il Gruppo Palmieri, oggi riconosciuto leader mondiale nella progettazione e produzione di attrezzature da taglio per scavare tunnel e pozzi minerari, è fornitore partner dei più importanti gruppi di costruzione di infrastrutture e grandi opere nel mondo. In questo numero esploriamo in che modo la giustizia e il diritto intervengano nelle imprese e con quali effetti. Qual è la sua testimonianza?

Ciascuna nazione ha leggi specifiche nel settore delle infrastrutture, e nel tunneling in particolare, quindi sono molte le differenze anche soltanto fra le normative dei paesi dell’Unione Europea, in particolare fra Italia e Spagna, Austria, Francia e Germania. E le differenze sono ancora maggiori, per esempio, fra Europa e Stati Uniti. Anche l’approccio degli istituti bancari è diverso. Soprattutto all’estero, nella contrattistica possono essere sottoscritti contratti cosiddetti chiusi oppure con finestre aperte, che cioè consentono di modificare, per esempio, il lotto di escavazione. Può accadere che si costruisca un tunnel lungo dieci chilometri e che siano due le compagnie che acquisiscono la commessa, una dovrebbe fare cinque chilometri e l’altra i restanti cinque. Allora, entrambe incominciano il lavoro e scavano tre chilometri l’una e tre l’altra, poi però succede che la prima che arriva a toccare il punto stabilito dal contratto abbia diritto subito a procedere per altri due chilometri o più, perciò quella che è arrivata seconda ha diritto a fare ancora soltanto la parte restante. Inoltre, anche le normative sulla sicurezza sono differenti da paese a paese, anche se oggi i macchinari sono ormai dotati di dispositivi di sicurezza efficaci.

In Italia sono molti i corsi di formazione che le imprese finanziano. Ma quanto incidono nella produzione?

Le imprese sono in sofferenza ben ché proliferino corsi che dovrebbe ro qualificarne l’attività. Fra questi corsi, però, ci sono anche quelli che di fatto non garantiscono la formazione professionale dei collaboratori. La maggior parte di essi è rivolta a formare alla sicurezza nelle aziende. Ma oggi c’è un eccesso di corsi di formazione alla sicurezza che non rende le nostre imprese competitive, perché ne rallenta i processi produttivi. Non è questo il fare dell’impresa. Questa formazione sta diventando una mentalità che va a scapito dei processi produttivi. Le imprese han no già il problema della scarsità di lavoratori, che per di più in molti casi tendono ad andare a lavorare quando vogliono. Oggi, accade nelle aziende che il collaboratore abbia deciso di prendere una settimana di ferie, per esempio, proprio nel momento di maggiore produzione e l’azienda rischia di rimanere indietro nella tabella di marcia se non trova il sostituto in tempi brevi.

Da sempre noi facciamo formazione nelle nostre aziende, ma siamo molto attenti a capire quali siano le attitudini di ciascun collaboratore e che tutti abbiano comunque ben chi ro come svolgere la propria mansione e che lo facciano con passione, che siano tornitori o fresatori e così via. L’attenzione alla sicurezza fa parte della formazione globale del lavoratore: è questa che rende anche più competitiva l’azienda.

Chi fa queste normative non deve pensare all’aspetto burocratico, deve pensare a favorire quello produttivo, che va a vantaggio non dell’imprenditore, o non solo dell’imprenditore, ma anche del suo grande socio. Se un’impresa ha dei profitti, il 53% di essi va al socio occulto, che è lo Stato. Poi occorre tenere conto di tutti i consulenti che gravitano attorno all’impresa, ai quali va un altro 5-6% di questa quota. Così vanno le cose. Recentemente, in una trasmissione, un commercialista ha contestato questi provvedimenti, ma i funzionari e i professori chiamati per il contraddittorio gli hanno riso in faccia.

Attualmente a cosa state lavorando?

In Italia incominciano adesso lavori per i cantieri siciliani e quelli della Napoli-Bari. Quelli del Brennero e per la Lione-Torino sono ancora indietro di un paio d’anni nel programma. Noi stiamo intervenendo anche nei grandi tunnel ferroviari in diversi paesi nel mondo, per esempio, in quelli per la costruzione di metropolitane forniamo utensili, in vece nel settore del micro-tunneling forniamo teste di taglio, allarghi e scudi smontabili. Facciamo una serie di macchine e utensili molto innovativi che non fa quasi nessun altro e li facciamo in Italia.