ALIMENTA IL PROSSIMO TUO COME ALIMENTI TE STESSO

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socia fondatrice e general manager di CerealVeneta Srl, San Martino di Lupari (PD)

Un recente sondaggio dell’Istituto Piepoli sui prodotti da forno salati ha rilevato che il 42% degli italiani pone sempre attenzione al tipo di farina utilizzata e il 50% ritiene essenziale che sia ricavata da materie prime al 100% italiane. Inoltre, per il 30% è rilevante che i prodotti da forno siano biologici e fatti con farine integrali. Questa attenzione alla qualità dell’alimentazione non era così accentuata nel 1992, quando lei e suo marito, Livio Fior, avete fondato la CerealVeneta…

Il motto di mio marito è sempre stato: “Alimenta il prossimo tuo come alimenti te stesso”, perché l’alimentazione è essenziale per la salute e per la qualità della vita, è il nostro carburante, oltre che uno strumento di prevenzione di tante patologie. Un’alimentazione sana, ricca di nutrienti, vitamine e sali minerali consente al dispositivo immunitario di rinforzar si. Con questo principio, mio marito e io abbiamo avviato la nostra avventura trentadue anni fa, scommettendo nelle farine integrali, quindi nella macinazione di tutto il seme, in un momento in cui il mercato premiava la divisione tra farina e crusca. Tant’è che i nostri amici avevano qualche dubbio sulla riuscita del nostro pro getto. Per fortuna si sono sbagliati loro, ma noi non avevamo dubbi e abbiamo proseguito con entusiasmo, mettendo sempre al primo posto l’in novazione e dando molta importanza alla dieta mediterranea, che è il più sano regime alimentare, con cereali, legumi e semi speciali, nella loro integrità, senza eliminare componenti molto importanti come la crusca, che è una grande fonte di fibre, e il ger me, la parte del cereale che contiene gli elementi più nutritivi.

Che cosa fa di CerealVeneta un mulino industriale speciale?

Fin dai primi anni, Livio ha ideato e introdotto innovazioni nei processi di lavorazione delle materie prime che tuttora ci distinguono sui mercati internazionali, come il termotrattamento per la sanificazione e la tostatura, ovvero l’esclusivo utilizzo di mezzi fisici nelle lavorazioni, come il caldo e il freddo, senza mai il ricorso a sostanze chimiche.                      

Nel corso degli anni abbiamo avuto modo di implementare tecnologie che definiamo “dolci”, che non vanno a degradare o degenerare le qualità organolettiche delle materie prime, perché un prodotto o una materia prima stressata dalla lavorazione o dalla trasformazione ha un effetto sul semilavorato piuttosto importante sia dal punto di vista tecnologico che funzionale. Per questo, oltre al termotrattamento, abbiamo introdotto la criomacinazione o macinazione a freddo, con l’uso dell’azoto, per cui la materia prima selezionata, pulita e condizionata assume le caratteristiche fisiche necessarie ad assolvere alla sua funzione nel prodotto finito, senza andare a discapito delle caratteristiche funzionali e organolettiche.

Oltre a evitare che i processi di lavorazione rilascino sostanze danno se per la salute, ci assicuriamo che le materie prime provengano da coltivazioni controllate, dove anche la qualità e la sicurezza nell’ambiente di lavoro sono garantite.

Quali sono i vostri maggiori clienti e i settori in cui impiegano i vostri semi lavorati?

Se parliamo in termini dimensionali, i nostri maggiori clienti sono le grandi multinazionali, sia italiane sia estere, nel settore dei prodotti da forno, sia dolci sia salati, lievitati e non, snack, patatine, barrette, gallette, pasta alimentare, per esempio, la pasta speciale multicereali, sostituti vi del latte come le bevande vegetali e anche prodotti per vegani, come i burger vegetali o similari. Negli ultimi anni stiamo registrando un incremento del fatturato nel settore del gluten-free e dell’allergen-free, anche a causa dell’aumento di patologie dell’apparato digerente, come la celiachia, che colpisce 250.000 persone in Italia e forse altrettante non diagnosticate.

Il nuovo stabilimento, interamente automatizzato e dedicato alle lavorazioni allergen-free, è frutto anche di questa esigenza delle industrie di trasformazione alimentare, ma soprattutto dell’impegno e dell’ingegno dei nostri figli, Valentina e Stefano, che già nel 2017, quando sono entrati nella compagine societaria, rispettivamente, come presidente e vice presidente, hanno dato un impulso enorme alla trasformazione impiantistica, apportando notevoli miglioramenti sulle linee che hanno consentito di renderle molto più flessibili, di aumentare le capacità produttive e di ottimizzare la produzione nel reparto delle lavorazioni senza glutine. Il nostro mi sembra un bell’esempio di integrazione generazionale: io non lo chiamo “passaggio generazionale” perché l’azienda non è un immobile che passa di mano in mano. I nostri figli sono protagonisti dello sviluppo di un’azienda innovativa come la nostra che, pur mantenendo gli stessi principi di quando ha incominciato l’attività, dedica il 7% del fatturato alla ricerca e sviluppo e oggi può vantare uno stabilimento all’avanguardia che garantisce ai clienti la qualità assoluta di una vasta gamma di prodotti. Abbiamo uno staff di ricerca e sviluppo che segue le richieste specifiche del cliente dalla A alla Z ed esegue i test per le applicazioni dei nostri semilavorati in sede, attraverso macchinari e dispositivi da laboratorio che garantiscono al cliente la massima sicurezza di poter utilizzare il semilavorato nel modo richiesto. Inoltre, il nostro laboratorio di analisi esegue una trentina di test che certificano la conformità dei no stri semilavorati, in particolare quelli senza glutine.

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Prima dell’avviamento del nuovo stabilimento di 4000 metri quadrati interamente dedicato alla produzione allergen-free, avvenuta in gennaio 2024, la produzione avveniva in un unico stabilimento. In che modo siete riusciti a evitare le contaminazioni?

Abbiamo diviso fisicamente i due reparti con un muro che separa le va rie linee e ciascun reparto è dotato di macchinari per garantire il ciclo completo di lavorazioni sia delle materie prime con glutine sia di quelle senza glutine.

La decisione di costruire uno stabilimento ad hoc per separare netta mente la produzione senza glutine dal resto è stata una scelta di campo veramente importante, dettata soprattutto dall’aumento esponenziale della celiachia e quindi dall’esigenza di offrire all’industria di trasformazione semilavorati che fossero più ricchi dal punto di vista nutrizionale, non solo formulati da farina di riso o di mais, in modo da arricchire la dieta delle persone affette da celiachia.

Lavorare in questi segmenti garantisce un valore aggiunto superiore rispetto a quello di un mulino tradizionale?                                       

C’è parecchio valore aggiunto nel la produzione di semilavorati per la sequenza dei processi cui vanno incontro. C’è da dire che le industrie alimentari utilizzano i nostri semilavorati o farine in percentuale e, soltanto in pochi casi, qualche cliente estero li utilizza al 100%, per esempio, nella produzione di pasta senza glutine, di lenticchie rosse decorticate biologiche, con una serie di parametri molto validi che danno tanto valore aggiunto alla farina.

A questo sforzo costante in direzione della qualità assoluta è dovuto il successo di CerealVeneta da diversi anni a questa parte. Ora, con la costruzione e l’avviamento del nuovo sito produttivo, innumerevoli clienti storici e nuovi, che hanno in corso audit presso di noi, ci stanno dan do grandi attestazioni di stima, e c’è chi l’ha paragonato a un’astronave. Per noi che lo abbiamo studiato nei minimi particolari questo è frutto di grande soddisfazione.

È stata una bella sfida, ma le sfide non sono mai finite, sono sempre da implementare, da integrare, da aggiungere.

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