I MESTIERI DEL FUTURO NELL’AUTOMAZIONE INDUSTRIALE
A proposito del titolo di questo nume ro della rivista, I giovani e le imprese dell’avvenire, può dirci quali sono i nuovi mestieri che stanno nascendo a partire dalle esigenze di un’azienda come la vostra, considerando che siete partner di riferimento nella progettazione e realizzazione di soluzioni integrate di fine linea per grandi industrie che operano nei settori del food&beverage, dell’home care, del pet food e del personal care, con filiali in Nord America, Cina, Francia, Polonia, Asia e UK?
Per intendere quali sono i mestieri del futuro occorre precisare in che modo è cambiato, negli ultimi trent’anni, l’approccio dei costruttori di macchine automatiche verso il mercato. Soltanto cinquant’anni fa, era il cliente che andava a cercare il costruttore e gli commissionava un impianto, non viceversa. Oggi, in vece, qualsiasi attività commerciale deve passare attraverso un’analisi di mercato, che porta a individua re il segmento in cui un’azienda vuole operare, e sono i costruttori di macchine e impianti che vanno a proporre agli utilizzatori finali le innovazioni che possono migliorare la produzione. Inoltre, la specializzazione si è spinta a un livello tale che le nostre aziende delegano molte attività ad aziende specializzate in un unico tipo di lavorazione, pertanto al nostro interno non ci sono più tecnici con competenze avanzate dei cicli di lavorazione delle macchine semiautomatiche – come il tornio, la fresa, il trapano, e così via –, ma tecnici che si approvvigionano sul mercato di tecnologie e componenti che andranno a costituire la macchina che consegneranno al cliente dopo averla testata. Quindi un’azienda come la nostra deve avere un valido ufficio commerciale che sappia muoversi in modo efficace e indirizzare l’azione degli agenti su una fetta di mercato mirata. Poi deve avere una grande capacità di progettazione, e qui entrano in gioco tutte le nuove tecnologie, i nuovi sistemi di progettazione 3D, di simulazione e d’intelligenza artificiale, che consentono di vedere funzionare la macchina e di discutere eventuali modifiche con il cliente, prima di avere comperato un solo pezzo di ferro. Soltanto dopo l’approvazione del cliente, s’incomincia ad appaltare i gruppi che poi costituiranno la macchina finale.
In uno scenario di questo genere è facile capire che sono sempre più richiesti collaboratori che abbiano un’attitudine particolare all’utilizzo delle nuove tecnologie sia di comunicazione sia di progettazione e di simulazione. E credo che l’intelligenza artificiale, che è solo ai primi passi, in futuro diventerà sempre più importante e fondamentale per la realizzazione del prodotto finito.
Attualmente, qual è la percentuale di collaboratori che si occupano degli aspetti commerciali rispetto a quelli che si occupano della produzione vera e propria?
In un’azienda come la nostra i due terzi dei dipendenti non partecipano alla realizzazione dell’impianto, solo un terzo è delegato all’assemblaggio, al collaudo e all’istallazione presso il cliente finale. In questi due terzi, il 30% è dedicato all’attività pretta mente commerciale e il 70% all’assistenza post-vendita, il vero e proprio service.
Che cosa s’intende per service?
Dopo la vendita, spediamo l’impianto al cliente, lo montiamo, lo collaudiamo e, dopo il collaudo, garantiamo l’assistenza per dodici mesi: il service comprende tutto questo.
Quanto è importante ancora oggi la figura del trasfertista?
Il trasfertista è il commerciale dell’azienda post vendita perché, come dico sempre ai nostri venditori, il commerciale è capace di vendere la prima macchina a un cliente, ma la seconda gliela vende l’azienda con i suoi servizi, con l’assistenza e con la relazione che instaura il trasfertista durante l’installazione.
Forse per la figura del trasfertista dovremmo trovare un nome che evochi la bellezza del viaggio e il vantaggio di non localizzarsi, di non confinarsi in un luogo…
È un lavoro molto faticoso, però si guadagna tanto. Il trasfertista deve avere alle spalle una famiglia molto solida e soprattutto un grande spirito di avventura. Ci sono due tipi di trasfertisti: quelli puri, che vogliono vivere più all’estero che in Italia, perché non hanno famiglia o legami, e gli altri, che riescono a conciliare l’attività con la famiglia, ma sono sempre meno.
Una figura importante in produzione invece è il montatore, che deve essere molto preparato e conoscere bene il prodotto, perché ha sempre di più funzioni di analisi, di controllo e di gestione dei costi e delle performance. Quindi, contrariamente al luogo comune che considera i montatori dei meri esecutori, in realtà devono essere persone pensanti e in forte sintonia con la progettazione, in modo da individuare anche eventuali difetti e problematiche e riuscire a migliorare i prodotti. Sono loro che si occupano del controllo qualità e verificano che le performance stabilite vengano raggiunte.
E, per tornare ai nuovi mestieri, quali sono i più richiesti?
Nel nostro settore, le figure di cui ci sarà sempre più bisogno in futuro sono gli esperti di progettazione automatica, di progettazione elettrica, di progettazione software e di simulazione, ma anche gli esperti di marketing, di social media e di comunicazione, a supporto dell’ufficio commerciale.