QUANDO I GIOVANI TROVANO UN INTERLOCUTORE

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direttore Risorse Umane, Coopservice, Reggio Emilia

In che modo un’impresa dell’avvenire come Coopservice accoglie i giovani? Quali sono le attività di On Boarding e i percorsi di formazione che offrite?

Per parlare dei nostri giovani parto dal contesto della nostra comunità: l’azienda Coopservice occupa più di 13.000 dipendenti e di questi circa 520 sono dedicati ad attività di coordina mento e di governo dei vari processi. L’età media del gruppo dei cosiddetti “white collar” è di circa 45 anni, di cui più di 1/3 è laureato; i nostri under 35 pesano per circa il 20% della platea. Un dato ulteriormente positivo, ovviamente anche in chiave prospettica, è che in questo momento in azienda sono presenti 30 tirocinanti, quindi, considerato l’elevato tasso di “stabilizzazione”, un potenziale ulteriore 6%, che andrà a integrare la nostra squadra.

Stiamo lavorando attivamente per promuovere il cambiamento, per accrescere l’interconnessione con il mondo universitario, anche con docenze e partecipazione diretta a master, nell’ottica di allevare il nostro vivaio di domani e inserire in azienda nuove competenze sempre più vicine alle necessità aziendali e all’evoluzione del business.

L’azienda sta facendo uno sforzo aggiuntivo e mirato per ri-orientare l’offerta formativa con più di 300 corsi attivi, spesso complementari di piani di sviluppo. Un giovane che entra in Coopservice deve sapere che prestiamo assoluta attenzione all’evoluzione professionale, prova ne è che il 13% della platea è coinvolto in piani di carriera. Il dato è più ampio (circa il 30%) se prendiamo in esame le azioni di politica retributiva.

Ma per fare tutto questo occorre partire con il piede giusto e pertanto da un moderno, evoluto e attrattivo processo di On Boarding. Attualmente è in fase d’implementazione pro prio in queste settimane il processo rinnovato sia nei contenuti sia negli strumenti utilizzati: anziché limitarsi ai primi tre giorni o a qualche settimana, il nostro processo di On Boarding dura un anno intero, durante il quale il collaboratore può contare sulla figura del Buddy, un mentore al quale rivolgersi nei momenti di buio, in cui non basta avere a disposizione la bussola, bisogna saperla usare. Siamo certi che questo contribuirà in modo deciso a rafforzare la retention, cioè a diminuire il tasso di abbandono del primo periodo, che per fortuna da noi è già basso. Il progetto è già partito, lo stiamo riempiendo ulteriormente di contenuti, ma ci affacceremo all’estate con il progetto a regime.

È interessante questo progetto, anche perché sottolinea il valore dell’interlocuzione. Che cos’è il Progetto Giovani Talenti, invece?

Il Progetto Giovani Talenti ha l’obiettivo di utilizzare la formazione per promuovere una nuova cultura aziendale e un nuovo modo di organizzare il lavoro – abbattendo i silos tra le diverse funzioni –, di acquisire competenze trasversali sul business e sui servizi erogati e di gettare infine solide basi per un successivo progetto di succession plan.

Abbiamo individuato una platea interna di sedici giovani under 35, quindi con un’anzianità aziendale contenuta, li abbiamo divisi in gruppi di quattro e abbiamo sollecitato ciascun gruppo a produrre un Project Work. È un progetto in cui confluiscono due ordini di iniziative: una di natura collettiva e una di natura individuale. Dobbiamo far “fiorire” sedici fiori individualmente, apprezzando e sviluppando le caratteristiche del singolo, ma i fiori devono essere poi trasferiti all’interno di un vivaio per favorire la realizzazione di una composizione floreale armonica. Dopo un’attività di team building in Umbria per compattare la squadra, abbia mo chiesto loro di mettersi nell’ottica di pensare a qualcosa che potesse es sere utile per l’azienda, suggerendo alcuni argomenti di forte interesse aziendale: sostenibilità, processo rimborsi spese, On Boarding e comunicazione in chiave di engagement. Poi li abbiamo lasciati liberi d’inventare: in pratica, abbiamo dato “le chiavi del negozio” in mano ai nostri giovani, lasciandoli lavorare all’interno dell’azienda, sostenendoli quanto basta (q.b.), come si dice in cucina, e stanziando come extra-budget gli euro richiesti dagli investimenti necessari alla piena e completa implementazione dei progetti, che saranno messi a regime tra l’estate e l’autunno di quest’anno.

Nel progettare il concept del nostro Progetto Giovani Talenti abbia mo tratto ispirazione dall’ape, insetto esemplare, sia per l’organizzazione sociale della propria comunità sia per la preziosa attività di regolazione ecosistemica. Non a caso, l’impera ore romano Marco Aurelio notava: “Quello che non è utile allo sciame, non è utile nemmeno all’ape”. I no stri talenti, proprio come singole api, spinti da un forte spirito di squadra, hanno lavorato insieme, con il fine di produrre qualcosa di utile all’intera comunità, sviluppando al contempo competenze e abilità utili al loro singolo percorso professionale.

Può fare qualche esempio di progetto proposto dai giovani?

Mi piacerebbe avere il tempo per illustrare tutti e quattro i progetti realizzati dai colleghi, in quanto tutti di livello e assimilabili a prodotti di “natura” consulenziale. Il progetto più immediato da spiegare è quello che riguarda i rimborsi spese: in un’azienda con una territorialità come la nostra (lavoriamo in tutte le regioni d’Italia), ogni giorno, ciascuno delle centinaia di nostri collaboratori è in trasferta in qualche “centuria”, per tornare al paragone con l’impero romano. Quando torna all’accampamento base presenta il rendiconto delle spese sostenute, che devono essere rimborsate e, prima ancora, registrate nel conto economico della relativa commessa per essere riportate a bilancio. Ecco perché un gruppo di giovani colleghi ha proposto e sta portando avanti il progetto d’informatizzazione di tutto il processo di rimborsi, sfruttando la tecnologia e anche l’intelligenza artificiale, attraverso la conversione degli scontrini in numeri e parole, in modo che, entro luglio di quest’anno, si riduca drasticamente la quantità “abnorme” quotidiana di scontrini da registrare, razionalizzando i flussi d’informazione ed eliminando quell’attività ripetitiva e a basso valore aggiunto di input dati che rappresenta un dispendio di preziose energie per l’azienda.

Il progetto più particolare, quanto segnatamente alla specificità del nostro business, invece è quello che ha proposto di apporre un QR code su tutte le attrezzature/dotazioni che utilizziamo nei nostri cantieri: ovunque prestiamo i nostri servizi, c’è un sub-accampamento della centuria e lì ci sono attrezzature di nostra proprietà. Se facciamo manutenzione a un impianto, c’è un’attrezzatura a supporto delle attività, per esempio una termocamera oppure, in un ospedale in cui eseguiamo servizi di pulizia, c’è una lavasciuga per i pavimenti. Apporre un QR code su ciascun item vuol dire realizzare un campionamento dei cespiti costantemente registrato e, in taluni casi, le attrezzature di maggior valore potranno anche essere geolocalizzate, attraverso un tag-gps. A questo punto, ogni fine mese, otteniamo la mappatura, la rintracciabilità completa e anche la reperibilità delle informazioni sullo stato della macchina e del suo ciclo-vita; questo agevola la registrazione dei cespiti e la salvaguardia del patrimonio aziendale, ma ci consente anche – laddove ci sia una movimentazione, ovvero quando chiudiamo un cantiere e ne apriamo un altro – di sapere che possiamo usare strumentazioni già di proprietà, prima di andare a comprarne di nuove. Per questo abbiamo classificato questo progetto sotto il ti tolo della sostenibilità, perché evidentemente porta al riuso estremo delle nostre attrezzature, anche attraverso piani di manutenzione dedicati e senza andare a creare rifiuti con la mano destra e nuovi acquisti con la mano sinistra.

Le attività di Coopservice e i settori ai quali si rivolgono i vostri servizi sono veramente tanti e vanno dal cleaning al moving e alla security. In che modo questa varietà costituisce un valore aggiunto per la vostra attrattività verso i giovani, ac canto ai valori di etica e sostenibilità che portate avanti da sempre?

La risposta a questa articolata do manda passa per una parola: complessità. Vivere, praticare, lavorare in un ambiente complesso è un’opportunità straordinaria. La complessità di Coopservice si può apprezzare da molti punti vista: il numero di lavoratori (oltre 13.000), l’estensione territoriale (tutte e 20 le regioni italiane), la tipologia dei servizi offerti ed erogati (cleaning, maintenance, energy, moving, security, etc.), l’articolazione dell’assetto societario, ma anche del modello organizzativo (vengono coperte tutte le tipologie di funzioni aziendali, con conseguente ampiezza di ruoli e figure professionali), l’applicazione di 14 diversi CCNL, la ricchezza e la varietà culturale (il 22% dei lavoratori è nato fuori dall’Italia e in Coopservice sono rappresentati ben 107 paesi).

Complessità per noi vuol dire ricchezza ed è proprio questo che possiamo e vogliamo offrire in termini di valore aggiunto. Coopservice vuole essere leader nel mondo dell’Integrated Facility Management, mettendo al centro innovazione e qualità del lavoro e valorizzando la professionalità e le aspirazioni dei propri soci e lavoratori.

L’elemento dell’intersettorialità giova alla crescita professionale e si adatta alla vita dinamica dei giovani che si avvicinano al mondo del lavoro, lontani da approcci monolitici ormai superati nelle organizzazioni aziendali.

Anche la sostenibilità e l’etica rappresentano un binomio inscindibile per attrarre le nuove generazioni, già abituate a un’educazione di salvaguardia dell’ambiente in contesti etici, e in Coopservice sappiamo che per attirare un giovane ingegnere, per esempio, può essere significativo per mettergli di misurare quanta energia, plastica o materia prima si risparmia grazie alla tecnologia che contribuirà a sviluppare.

Per questo, negli anni, abbiamo adottato un vero e proprio approccio “green” per ridurre l’impatto ambientale delle nostre attività, recependo le indicazioni europee e internazionali sugli aspetti ambientali e definendo un percorso finalizzato all’erogazione di un servizio sostenibile, da tutti i punti di vista: ambientale, economico e sociale.