IL LAVORO DÀ I SUOI FRUTTI

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presidente del Gruppo Palmieri Spa, Gaggio Montano (BO)

Il Gruppo Palmieri Spa collabora con le più importanti multinazionali che intervengono nella costruzione di grandi infrastrutture in vari paesi nel mondo e il vostro fatturato vi consente di effettua re costantemente investimenti in nuove macchine. Ma spesso, non soltanto negli ambiti finanziari, vige il luogo comune secondo cui i soldi vanno dove ce ne sono di più. Invece, l’impresa dimostra che non occorre avere soldi per fare…

Chi pensa che i soldi vengano dai soldi ha come obiettivo soltanto il profitto. Ma il profitto non è per sé stessi, è per l’azienda. L’imprenditore deve sempre investire in nuovi macchinari, in nuove idee tecnologi che e in prodotti innovativi, perché le aziende vivono con i profitti. Poi occorrono anche i prodotti finanziari, ma, prima o poi, i soldi finiscono. L’azienda, invece, se la fai lavorare, cresce, produce, dà lavoro e dà frutto.

Ai miei due nipoti ricordo sempre il valore del lavoro. Quello che è entrato in azienda, Pablo, sta facendo l’opera io per imparare a fare l’imprenditore. Prima deve conoscere le macchine, per capire cos’è importante per pro durre e quanto tempo occorre. In que sto modo sarà in grado di stabilire i prezzi dei prodotti, che a loro volta gli daranno i mezzi per proseguire l’attività. I profitti arriveranno in un secondo momento.

Quali regole dovranno darsi le imprese dell’avvenire per vivere e produrre in un mondo in cui sembra prevalere la mentalità finanziaria?

La grande crisi finanziaria del 2008 ha portato il denaro ad avere un valore praticamente pari a zero. In quel periodo, nonostante gli elevati costi dei macchinari, era possibile fare leasing a tassi molto bassi e i mutui erano convenienti. Così abbiamo ampliato il parco produttivo con l’acquisto di nuovi macchinari e abbiamo ottenuto una rendita superiore. Chi pensava soltanto all’aspetto finanzia rio globale non si rendeva conto che la produzione contava più della politica. Quest’ultima non capiva che le industrie avevano una capacità produttiva e un’intraprendenza diverse.

Per fare impresa occorre poi sempre conoscere e valorizzare il proprio lavoro e conferirgli un valore aggiunto seguendo passo passo, un piede dopo l’altro, l’ambito finanziario della propria azienda. Noi abbiamo diviso l’attività amministrativa secondo il principio che l’ambito fiscale non è quello finanziario. Il settore finanziario, quindi, marcia seguendo il conto economico, mentre il fiscale si adopera per tenere una fiscalità perfetta. Allora, occorre considerare prima di tutto l’ambito economico, il “dare e avere”: tenere sotto controllo i conti, per non indebitare l’azienda oltre gli impegni economici che ha già. Il finanziario, invece, segue i rapporti con le banche, i conti, le valute e tratta gli affidamenti. Ciascuno dei due uffici deve lavorare per conto proprio.

Quale sarà l’avvenire del manifatturiero, in particolare nel suo settore?

Ciascun imprenditore in questo settore deve comprendere, prima di tutto, che il suo lavoro consiste nel comprare macchinari e materiali per fare prodotti prevalentemente per conto terzi, ma può anche produrre e vendere i suoi prodotti a propri clienti. Quindi sono soprattutto due le categorie di aziende e di imprenditori che operano in questo tipo di manifatturiero. Chiaramente chi vende in conto proprio deve avere anche un ufficio di progettazione e una propria rete commerciale di vendita. Deve avere, quindi, proprie idee, trasmettere ai collaboratori gli obiettivi progettuali, formare i venditori, poi produrre i propri manufatti e venderli.

Nel mercato attuale ci sono opportunità perché possano nascere nuove imprese nel manifatturiero?

Ritengo che nasceranno sempre meno imprese, un po’ perché nel mercato c’è scarsa mano d’opera, un po’ perché i giovani escono dalle scuole impreparati e devono essere formati nelle aziende, come avviene nel nostro caso.

Questi giovani, all’inizio, sono come pesci fuor d’acqua. Allora, devono essere accompagnati a visitare l’azienda, facendo loro domande per capire cosa hanno inteso di ciò che hanno visto fare. Questa fase può durare anche alcuni mesi. Man mano, però, incominceranno a fare domande intelligenti e a diventare arguti.

Oggi i giovani non sono preparati per lavorare in aziende manifatturiere e non sono in grado di apprezzare la formazione che ricevono, perché hanno intorno una mentalità che propaganda il nostro lavoro come un sacrificio che si può evitare. Questa mentalità contro l’impresa rappresenta l’impresa come utile soltanto a guadagnare soldi “facili”, ma qui di facile non c’è proprio niente. Quindi occorre lavorare sul modo di considerare il lavoro. In casa mia usiamo una massima: “Per diventare occorre imparare”.