SCOMMETTIAMO SUI GIOVANI DI TALENTO

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fondatore di P.E.I. Protezioni Elaborazioni Industriali Srl, Calderara di Reno (BO)

Già presidente di P.E.I., impresa leader nel settore delle protezioni di macchine utensili e poi delle altre società del Gruppo, che oggi conta oltre quattrocento di pendenti, lei ha ricoperto con spirito di servizio cariche direttive in istituzioni del territorio, come la presidenza di CNA Bologna e poi anche di CNA Industria Nazionale e della Camera di Commercio di Bologna ed è stato membro dei CdA di enti e istituzioni private e pubbliche. Ma lei ha anche innovato nell’organizzazione della produzione con la divisionalizzazione, un metodo che oggi costituisce la vostra cifra…

La divisionalizzazione è un metodo basato su una teoria precisa che io ho sviluppato esattamente dal 1989 e che è diventato elemento chiave di questa azienda. La divisionalizzazione consente di avere in ogni divisione di prodotto un gruppo o una persona, per esempio il capo di visione di un team di tecnici venditori, che assistono il cliente nello scegliere il prodotto e nel fornirgli quello più adatto alle loro necessità. Per questa consulenza abbinata alla fornitura del prodotto su misura per le esigenze del cliente chiedo sempre che il nostro prezzo sia il più alto del mercato. Infatti, noi ci atteniamo a una massima: a chiedere poco non si è mai guadagnato molto! E noi dobbiamo finanziare la nostra ricerca e l’innovazione assoluta che continuiamo a offrire. Tutto ciò che occorre per sostenere la divisionalizzazione è una fortissima formazione continua e un’informatizzazione spinta, tanto che investiamo in innovazione informatica e ci avvaliamo di software house di cui, in alcuni casi, abbiamo acquisito anche una quota di proprietà.

Tutti i responsabili delle divisioni chiedono all’ufficio software e alle software house esterne innovazioni, modifiche, implementazioni e nuovi sistemi software. Noi facciamo moltissimi progetti, per questo abbiamo almeno quattro esperti di informatica che producono incessantemente software.

Com’è incominciato il suo itinerario di imprenditore?

Io ero socio in un’azienda di componenti per macchine utensili, in cui gestivo anche gli aspetti amministrativi. Seguivo e presidiavo l’amministrazione, ma andavo anche a vendere attraversando il mercato del settore. Dato che ho avuto un incidente sul lavoro, sono sempre stato molto attento a capire com’erano costruite le macchine utensili, che negli anni settanta erano prive di protezioni. Fino a quando, nel 1979, ho aperto la mia azienda, P.E.I. Protezioni Elaborazioni Industriali, che ho inaugurato nell’aprile del 1980, proprio per fare protezioni per macchine utensili. Non sapevo niente di questo settore e l’ho studiato man mano che intervenivano i problemi. Ho incominciato con tre persone: una signora, suo figlio e una ragazza di sedici anni. La signora aveva una capacità molto ampia… nel fare tortellini. Eravamo in un locale di 100 metri quadri, 2 metri quadri di ufficio, il gabinetto e le pantegane!

Da allora non ho più smesso di lavorare, perché quando lavoro io mi sento vivo. Oggi il mio viaggio prosegue ed è bellissimo alzarsi alla mattina e dire: “Chissà, forse anche stamattina inventeremo qualcosa di nuovo. Sono vivo!” e poi corro subito in azienda. Il fulcro di questa impresa è sempre stato rappresentato dalla sua forte spinta innovativa, che necessita di tecnica e di conoscenza meccanica. Oggi ho scommesso su giovani di grande talento, che sono attivi in settori diversi delle aziende del Gruppo, e posso proseguire il cammino accompagnandoli nell’arte e nell’invenzione del mondo straordinario di P.E.I..