PIÙ CHE CORREGGERE, OCCORRE LASCIAR FARE

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presidente e consigliere di amministrazione di MWM Italia, Zola Predosa (BO)

Nel luogo comune, che volge l’idea del negativo nel suo contrario, nell’idea di bene, la tolleranza diventa sinonimo di benevolenza verso l’Altro in quanto mancante di qualche cosa. Secondo questa logica occorre dare all’Altro ciò che gli mancherebbe, per esempio prescrivendo gli cosa fare e come fare, e nelle ideologie questa idea di tolleranza diventa prescrivere anche come pensare. L’intolleranza è intolleranza verso il fare, perché facendo interviene la differenza. Ma l’impresa non è ideologica, non punta al bene ideale, perché è basata sul fare e mira al risultato pragmatico. Ben altra, allora, è la tolleranza che ammette il tempo e l’Altro, il fare non a partire dall’idea di mancanza.

Raffaele, lei che ha fondato MWM oltre quarant’anni fa, azienda leader nel settore della riparazione delle carrozzerie, può dirci come interviene la tolleranza nell’impresa?

Non è facile parlare della tolleranza nelle aziende. Spesso la tolleranza diventa l’arte del compromesso per poi ottenere il risultato finale. Molte volte siamo tolleranti su alcune situazioni che si creano in azienda. Per proseguire è allora necessario procedere dall’equilibrio. Anche perché in molti casi sarebbe tempo perso rincorrere ciò che non va. Se dobbiamo guardare avanti, se vogliamo crescere, dobbiamo avvalerci di collaboratori efficienti che credono nel progetto dell’azienda e ciascuno deve fare la propria parte in modo da raggiungere gli obiettivi. Noi stiamo effettuando ingenti investimenti su nuovi macchi nari e sistemi informatici, in modo da rendere sempre più efficace il lavoro di tutti in azienda, anche dei collaboratori che lavorano con noi già da molti anni.

Cambiare vuol dire mettersi sempre in discussione e, se manca uno dei collaboratori, l’altro deve essere nel le condizioni d’intervenire lo stesso. L’esperienza del nostro magazziniere, che opera in MWM da oltre trent’anni, per esempio, gli permette di reperire la merce in pochi minuti, avendo acquisito una memoria fotografica tale da sapere esattamente dove sono i prodotti e se sono disponibili. Ma il nuovo magazzino automatizzato permette di prelevare subito i vari prodotti da un unico luogo tramite un click. Oggi, quindi, digitando alcuni codici, ciascuno sarà in grado di trovare in pochi minuti tutto ciò che occorre. Quando arriva la commessa, allora, sarà più facile e veloce digitare il codice di riferimento e preparare il prodotto da spedire al cliente e l’azienda sarà più efficiente.

Noi stiamo mappando anche tutte le varie scaffalature dell’azienda, in modo che l’operatore non soltanto potrà prendere i pezzi direttamente dal magazzino, ma, dato che non tutto è riposto nei magazzini verticali, saprà anche dove trovarli negli altri reparti. Queste nuove procedure più performanti sono necessarie per essere pronti a rispondere a richieste differenti.

Lamberto, lasciar fare è un modo della tolleranza essenziale per il proseguimento dell’azienda…

La questione è che bisogna essere pragmatici. Per alcune cose occorre necessariamente lasciar fare. A par te la considerazione che imparando interviene lo sbaglio, per esempio, quando ricevo in copia le mail invia te dai collaboratori, posso non essere d’accordo sul modo in cui sono sta te scritte perché esse rappresentano uno dei modi di comunicare da parte dell’azienda. Però, il mio compito non è di correggere quel modo, contrapponendo il mio, ma tutt’al più posso verificare che le informazioni fornite siano esatte. Anche questo è lasciar fare, è un modo della tolleranza.

Raffaele, a proposito di tolleranza del tempo e dell’Altro, nella vostra azienda la maggior parte dei collaboratori lavora con voi da molti anni…

Abbiamo collaboratori che lavorano con noi da dieci, venti o trent’anni e altri sono andati in pensione, chi incomincia a lavorare in MWM difficilmente lascia l’azienda. Quando assumevo un nuovo collaboratore, dicevo sempre che mi sarebbe piaciuto che fosse andato in pensione con noi. Era il mio motto. Questo approccio sul lungo periodo è essenziale con i collaboratori, ma anche con i fornitori. Per noi è importante offrire nuovi stimoli ai collaboratori e ci aspettiamo che a loro volta ne creino di ulteriori, altrimenti non cresciamo. Quando assumiamo siamo soliti dire che ci aspettiamo dal nuovo assunto che porti in azienda il proprio valore ag giunto, non abbiamo preclusioni. La nostra bella squadra sta evolvendo anche grazie agli strumenti innovativi in cui stiamo investendo.

Lamberto, il Rapporto Censis 2023 registra la tendenza da parte dei giovani a non avere fiducia nell’avvenire, mentre aumentano le famiglie cosiddette mononucleari oppure le coppie che non vogliono avere figli, perché non hanno la stabilità economica necessaria. Voi cosa state constatando?

Io non sono per niente d’accordo con chi dice che i giovani non accettano le sfide. Non credo, cioè, che i giovani non abbiano voglia di lavorare, come invece spesso si legge. La mancanza di fiducia da parte dei giovani nell’avvenire è da leggere in altri termini. Noi cosa diamo loro da fare? Quali sono gli stipendi che oggi ricevono i giovani? Noi ne abbiamo parlato a lungo in azienda, anche rispetto ai nostri contratti. In generale, veramente possiamo garantire il loro avvenire a partire dalle condizioni attuali del mercato? MWM oggi è un’azienda che funziona, però, mio padre lo sa meglio di me, il mercato ha i suoi cicli e non possiamo sapere cosa cambierà nei prossimi anni e come cambierà. In questo momento, se parlo con un candidato che sta facendo un colloquio di lavoro, la prima cosa che gli chiedo è: “Che cosa vuoi fare tu? Cosa stai cercando?”. Molti cercano lavoro nelle multinazionali e molti altri cercano lavoro in un’azienda più piccola, una realtà familiare come la nostra. In percentuale, è maggiore il numero di quelli che cercano lavoro in una multinazionale, anche soltanto per il fatto che abbia un nome e un marchio famosi. Ma poi vi è anche chi lascia quelle aziende perché dice: “Non voglio più sentirmi un numero”. In imprese come la nostra abbiamo sempre la necessità di crescere all’interno di ciascun settore, per questo sosteniamo chi ha entusiasmo in ciò che fa e chi ha l’ambizione di crescere. E i giovani sono più propensi a questo approccio.

Lei è molto attento alle esigenze dei giovani…

I giovani hanno la necessità di essere indipendenti dai genitori, ma le offerte di lavoro delle aziende spesso sono economicamente imbarazzanti. Chiaramente, può dipendere dalle aziende, ma più spesso dipende da una fiscalità molto esosa.

Se io potessi pagare di più i miei collaboratori lo farei, ma non posso, perché l’aumento si rifletterebbe sul costo dei nostri prodotti, che invece dobbiamo mantenere competitivi. Potremmo ridurre i margini di guadagno, ma poi non saremmo nelle condizioni di ridurre le spese e non avremmo i fondi necessari per gli investimenti da fare su persone e macchinari. Inoltre, gli oneri tributari per ogni dipendente sono esagerati rispetto a quelli di altri paesi. Oggi, quando viene assunto un dipendente gli si garantisce uno stipendio netto di 1500 euro al mese, ma all’azienda ne costa 3150, mentre in altri paesi europei, come per esempio la Germania, i costi sono più bassi.

Raffaele, in Italia è in aumento l’offerta di lavoro da parte delle imprese. Quindi, il lavoro non manca...

Io questo fenomeno non lo capisco: le imprese hanno bisogno di assumere nuovi collaboratori, ma non ne trovano. Allo stesso modo accade che da una parte sono richiesti collaboratori qualificati, ma dall’altra gli stipendi non sono sufficienti a sopperire alle necessità di una famiglia e gli italiani non vogliono più svolgere alcuni tipi di lavoro.

Quali sono i vostri progetti per il nuovo anno?

Lamberto: noi abbiamo effettuato ingenti investimenti per assumere nuovi collaboratori e per acquisire nuove macchine utensili, ma voglia mo trovare anche altri sbocchi nel mercato. Sicuramente, ci stiamo organizzando per ottenere la certificazione di qualità.

Raffaele: io ritengo sia essenziale continuare a investire nel settore dell’attrezzatura per l’automotive e cercare di organizzare un centro di formazione. Inoltre, vogliamo migliorare i vari aspetti legati all’immagine dell’azienda e all’ambiente di lavoro. E l’entusiasmo per proseguire sulla strada tracciata non ci manca.