L’ARA PACIS ISPIRA LA NUOVA SEDE DI CLEVERTECH GROUP
Lei ha progettato la nuova bellissima sede di Clevertech, l’azienda fondata nel 1987 dall’ingegnere Giuseppe Reggiani e oggi partner di riferimento nella progettazione di soluzioni integrate di fine linea per grandi industrie che operano nei settori del food&beverage, dell’home care, del pet food e del personal care, con filiali in Nord America, Cina, Francia, Polonia, India e UK.
Fra i vari riconoscimenti che ha ottenuto nel suo lavoro di architetto l’anno scorso ha collaborato al progetto Un bagno di folla, che ha riguardato la ristrutturazione dei bagni del foyer del teatro Arcimboldi di Milano e ha goduto di una grande eco sulla stampa. Quindi, il suo contributo al bello va dagli interni all’architettura globale degli edifici…
Vorrei precisare che non lavoro da sola, ma collaboro ormai da vent’anni con l’architetto Maurizio Di Mauro con cui abbiamo fondato Collettivo Invǝrso, raggruppando professionisti provenienti anche da altri settori.
Per passione abbiano iniziato dall’interior design, spaziando tra il fashion, l’accoglienza e il privato, ma quando il progetto lo richiede interveniamo anche sull’intero processo architettonico di un edificio, con una particolare propensione al recupero e alla ristrutturazione. Naturalmente non capita come in questo caso d’intervenire su nuove costruzioni. Considerando che disegniamo anche oggetti e arredi per aziende di produzione seriale, possiamo dire che spaziamo dal micro al macro. D’altronde la progettazione coinvolge ogni aspetto della produzione.
Com’è nato il progetto della nuova sede di Clevertech?
Nel 2019, in seguito a un forte incremento di fatturato, è intervenuta un’assoluta esigenza di espansione. Tuttavia, la sede storica di Clevertech è situata alla fine di una strada occupata completamente da aziende di produzione e non c’era alcuna possibilità di espandersi nell’area limitrofa a destinazione d’uso industriale. L’unica possibilità era riposta nel terreno, purtroppo agricolo, situato di fronte all’azienda. Allora, abbiamo esplorato l’eventualità di avvalerci dell’articolo 53 (Procedimento Unico) della LR 24/17, che permette di cambiare destinazione d’uso di aree agricole in presenza di forti motivazioni che si traducono in un vantaggio per la comunità. Clevertech, di fatto, è tra le maggiori e più importanti aziende sul territorio del comune di Cadelbosco, sia per fatturato sia per occupazione, e questo ci dava la possibilità d’intraprendere l’iter di approvazione del progetto da parte del Comune, della Provincia e della Regione, che comunque è durato oltre sei mesi e ha richiesto un lavoro di coordinamento dei vari enti non indifferente.
Le linee produttive che Clevertech progetta e realizza per multinazionali di vari settori hanno bisogno di molto spazio, perché vengono montate in sede per essere collaudate insieme al committente, prima di essere spedite nel paese di destinazione. Questa particolarità, che per il cliente è un grande vantaggio in quanto ha l’opportunità di vedere con i suoi occhi come funziona la macchina, crea però una problematica di spazio, perché a volte le linee occupano centinaia l’esigenza di avere a disposizione un grande capannone industriale e il terreno acquistato di fronte all’azienda era proprio adatto allo scopo, poiché consentiva di costruire uno stabili mento di 120.000 metri quadri. Quindi il primo progetto mirava soprattutto alla costruzione di un capannone industriale tipico della nostra zona, un grande rettangolo prefabbricato, con travi-pilastri e pannelli di tamponamento all’esterno. Tuttavia, questa struttura poneva il problema della veste estetica dell’edificio, che non poteva rimanere quella degli anni ottanta, quando la Clevertech è nata come piccola azienda locale: la sua dimensione internazionale richiede va uno spazio dedicato agli uffici che restituisse un’immagine moderna e accogliente per i clienti che venivano e vengono in visita da tutto il pianeta. Un’esigenza sottolineata in particolare dalla proprietà, che spingeva per la realizzazione di uno spazio che trasferisse i valori d’innovazione e ricerca insiti nel Dna aziendale. Quindi, per trovare una combinazione fra le esigenze di spazio della produzione e quelle estetiche, anziché ricavare all’interno di una grande scatola prefabbricata un’ulteriore scatola dedicata agli uffici, abbiamo semplicemente deciso di lasciare a vista la struttura prefabbricata, che richiama la forma tradizionale del capannone artigiano, anche perché Clevertech è orgogliosa della sua matrice di artigianalità made in Italy, molto apprezzata dai clienti che cercano macchine progettate e costruite su misura per le loro esigenze. Ma, nell’estremità dedicata agli uffici, abbiamo completamente spogliato la struttura dei pannelli di tamponamento e abbiamo lasciato in evidenza le travi-pilastro e i solai. Infine, abbiamo deciso invece di dare una veste molto più moderna e innovativa, con una vetrata a doppio volume che avvolge come un velo l’intera area. La scelta è stata dettata dall’idea, molto caldeggiata da mio fratello Umberto, responsabile commerciale, di dare visibilità alle capacità creative dei collabora tori, che in questo modo lavorano in open space, in una sorta di grande vetrina che dà risalto al gioco di squadra di tanti talenti differenti che si esprimono all’unisono e remano nella stessa direzione: il valore assoluto del prodotto.
Ridurre al minimo la separazione fra interno ed esterno e fra un ufficio e l’altro è anche un modo per far sentire il team unito, perché Clevertech non è solo una grande azienda con tanti dipendenti, ma vuole anche essere un’azienda che ascolta le perso ne e che trasmette questa attenzione al cliente che viene in visita e si trova subito nel pieno della vita dell’impresa, in mezzo ai protagonisti dello sviluppo: i collaboratori.
Quali sono state le vostre fonti d’ispirazione?
Un po’ ci siamo ispirati all’Ara Pacis di Roma, che è stata completamente rivestita di vetro. Con le dovute proporzioni, perché quella è un’opera d’arte, però l’idea nasce da questo: dinanzi a un edificio che rappresenta una tradizione, in questo caso industriale, ovvero il classico prefabbricato, lo spogliamo e lo facciamo vedere nella sua semplicità. Come diceva Ludwig Mies van der Rohe: “Less is more”, ovvero se vuoi valorizzare una cosa bisogna che la semplifichi tantissimo, che togli tutti i decori, che potrebbero distrarti. In questo caso, che cosa volevamo mettere in evidenza? Il fatto che Clevertech progetta e pensa il suo prodotto, oltre a realizzarlo. Chiaramente non si potevano far vedere le centinaia di collaboratori che producono le macchine, ma abbiamo cercato di valorizzare al meno quelli che le progettano.
Il nuovo stabilimento ha installato anche i più moderni impianti per il risparmio energetico?
Nella costruzione di nuovi edifici oggi le normative spingono per la realizzazione di livelli di efficienza energetica a impatto praticamente zero. Noi abbiamo incaricato uno studio di progettazione termotecnico, More Energy, che ha curato tutti gli aspetti riguardanti il trattamento dell’aria, il riscaldamento e il raffreddamento dell’edificio. Abbiamo un sistema di canalizzazione dell’aria, che permette di mantenere la giusta temperatura, ma soprattutto anche una pulizia dell’aria, e un impianto di pannelli fotovoltaici, che permettono la produzione del 90% del nostro fabbisogno di energia elettrica.
Chiaramente, tutte le scelte sono state vagliate dal responsabile amministrativo, mio fratello Enrico, che è stato generoso con il portafoglio e ci ha lasciato la possibilità di esprimere la nostra vena artistica.