QUANDO L’IMPRESA È APERTA ALLA NOVITÀ

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presidente di Nigelli Imballaggi Srl, Sasso Marconi (BO)

Da circa cinquant’anni il vostro Gruppo, Nigelli Imballaggi, opera nel settore imballaggi, sia in cartone ondulato sia in legno. Inoltre, voi producete stampa serigrafica e digitale per comunicazione, espositori e imballaggi. Se i settori in cui intervenite hanno attraversato molte e varie trasformazioni, voi siete riusciti ad assicurare negli anni elevata qualità alle vostre produzioni. Qual è la vostra carta vincente?

Ci consideriamo un’impresa di nicchia nel settore, per la qualità e la grande varietà che offriamo in particolare negli imballaggi in cartone. Ed è proprio il cartone la nostra carta vincente. Noi interveniamo in settori molto diversi, dall’imballaggio delle macchine nel settore metalmeccanico a quello per l’arredamento, per il biomedicale, per le attrezzature sportive e altri ancora. In pratica, a seconda delle esigenze, imballiamo dal bicchiere di cristallo alla macchina di packaging. Riteniamo che lavorare in nicchie di mercato ci offra la possibilità di sviluppare e proporre la qualità delle nostre produzioni. Questo approccio ci permette di essere meno esposti alla concorrenza, perché interveniamo in modo sartoriale. Del resto, abbiamo anche investito in strutture industriali che hanno costi elevati, quindi, possiamo produrre con grande qualità e servizio. La crescita e il consolidamento del Gruppo è confermata non soltanto dai costanti investimenti in tecnologia, ma anche dall’aver ampliato l’offerta dei nostri prodotti, come gli imballaggi in legno che produciamo in una sede azienda le ulteriore.

La qualità delle vostre produzioni è constatabile anche da una serie di criteri che devono rispettare gli imballaggi a marchio Nigelli…

Tutti i nostri prodotti hanno le certificazioni di qualità richieste nel settore. Inoltre, siamo impegnati a riutilizzare tutto il materiale di scarto delle nostre aziende, che producono con sistemi a zero immissioni. Ci siamo attrezzati di impianti fotovoltaici con una capacità produttiva di 250 KW, pari al fabbisogno dell’80% circa del nostro fabbisogno energetico

I nostri prodotti hanno anche la certificazione antiparassitaria negli imballaggi in legno FITOK e PEFC, con la certificazione FSC garantiamo l’origine della materia prima per la carta a salvaguardia delle foreste. In altre parole, abbiamo profuso il massimo impegno perché le nostre aziende siano riconosciute come virtuose aziende green, per essere sostenibili e vincenti anche negli anni a venire. Del resto, i bambini di oggi probabilmente da adulti faranno lavori che adesso non esistono e che nemmeno possiamo immaginare. È necessario, quindi, attrezzarci ora per creare le condizioni per una cultura aperta alla novità e all’innovazione di ogni settore.

Oggi, le start up sono un esempio di questa apertura alla novità e costituiscono una realtà interessantissima che nasce dall’intraprendenza di giovani, i quali con pochi soldi provano a mettere a frutto le proprie idee innovative, a cui poi possono contribuire anche altri finanziatori. Negli ultimi anni, infatti, sono nati importanti gruppi finanziari che hanno come oggetto sociale il captare nuove start up da finanziare con diversi milioni di euro. Ecco perché le società più quotate oggi sono quelle che fino a venti, trent’anni fa non esistevano.

Fra le nuove start up, per esempio, ce ne sono alcune che già utilizzano l’Intelligenza Artificiale…

L’Intelligenza Artificiale (AI) sarebbe anche qualcosa di molto interessante, ma, a mio avviso, ha un limite: penso non possa essere controllata in assoluto. La parola “Intelligenza” trae in inganno, perché l’intelligenza è il frutto di un’elaborazione intellettuale che si combina con l’esperienza di ciascuno quando occorre valutare una determinata situazione. Se programmo un robot cosiddetto “intelligente”, per esempio, perché riordini il letto ogni mattina e a un orario prestabilito, potrà accadere che un giorno io mi intrattenga a letto oltre l’orario previsto e oltre la tolleranza del programma che ho stilato in agenda. Cosa accadrà a quel punto? Il robot potrà essere programmato per fare attenzione ai cambi di programma, ma se i suoi algoritmi in quel momento non funzionano o entrano in collisione con un elemento non registrato dal programmatore, perché a lui sconosciuto – e da questo dettaglio si capisce che non si tratta di intelligenza, ma di una macchina –, quel robot può diventare pericoloso. Mentre l’intelligenza dell’uomo elabora tutte le varianti sconosciute e impensabili che si presentano man mano, anche con la fantasia, quel la delle macchine, con l’AI, no. Per quanto la macchina possa essere capace di elaborare qualsiasi evenienza, chi l’ha programmata – essendo umano e quindi non privo della facoltà di sbagliare – può non riuscire a prevedere ciò che a lui è sconosciuto.

Quali sono i vostri nuovi progetti?

Vogliamo consolidare il Gruppo. Penso che il settore che darà ancora sorprese sarà quello che impiega il cartone, un materiale che tutt’ora è oggetto di ricerca. Noi proseguiamo sulla strada tracciata, puntando sempre con attenzione alla qualità e alla sostenibilità assoluta dei nostri prodotti.