QUESTO È UN GIOCO DA… ANZIANI

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presidente dell’Associazione Giovani nel Tempo Aps

Quando siamo stati costretti a ricoverare mia madre in una RSA, a causa di alcuni suoi problemi veramente terribili, come le allucinazioni, un giorno lei mi guardò negli occhi e mi disse: “Mi devi fare – e qui cominciamo con il ‘fare’, a proposito del titolo di questo convegno L’età, le donne, il fare (Bologna, 13 giugno 2023) – una promessa: devi fare – e ripetiamo ‘il fare’ – qualcosa per le persone che hanno il mio problema”. E, continuando a guardarmi negli oc chi, aggiunse: “Tu ce la puoi fare.”

Il verbo “fare”, da quel giorno, ha cambiato decisamente la mia vita. Ho incontrato una persona che mi ha chiamato subito a fare parte di un gruppo di mutuo aiuto. Ho accolto l’invito con grande piacere, perché avevo una promessa da mantenere. Sono partita nel 2009, con un gruppo di auto mutuo aiuto, dove ho conosciuto il professor Rabih Chattat, docente di psicologia all’Università di Bologna, con il quale poi abbiamo proseguito questo discorso, devolvendo parte dell’incasso che deriva dalla vendita dei nostri giochi in scatola per allenare la mente al Diparti mento di Psicologia dell’Università di Bologna, per la ricerca sull’invecchiamento.

Dopo il gruppo di auto mutuo aiuto abbiamo costituito un’associazione di familiari di anziani con problemi di demenza. Una volta alla settimana eravamo soliti incontrarci con uno psicologo, con un geriatra o con una terapista per confrontarci e capire come potevamo gestire nel modo migliore le situazioni difficili in cui si trovavano i nostri cari. Ho cominciato a chiedere a questi specialisti cosa potevo fare per mantenere la promessa fatta a mia madre e, in collaborazione con alcuni geriatri e psicologi, con un notaio e con un di rettore di banca, abbiamo costituito l’Associazione Giovani nel Tempo, avviando la collaborazione con professionisti interessati ad aiutare sia le persone che stanno bene sia quelle che hanno problemi riguardanti disturbi cognitivi. Ieri pomeriggio, per esempio, eravamo in un centro in cui si trova no anziani over sessanta cinque che stanno bene e vogliono giocare con noi semplicemente per continuare a stare bene e non avere problemi di memoria. La settimana scorsa, invece, siamo stati per l’ennesima volta in un “Caffè Alzheimer”, dove abbiamo incontrato persone con problemi di carattere cognitivo. In queste occasioni abbiamo la gioia di ricevere moltissimo, perché è molto più ciò che si riceve rispetto a ciò che si dà. In queste occasioni abbiamo il piacere di fare stare insieme, di fare ridere e di fare giocare queste persone, di farle sentire “persone”. Questo è quanto facciamo e cerchiamo di portare avanti grazie alle tante collaborazioni che sono intervenute negli anni. Fino a due anni prima dell’avvento delle misure di emergenza per il contenimento del Covid-19 abbiamo tenuto alcuni laboratori che si svolgevano una volta alla settimana. I laboratori si chiamavano “Armoniosamente” ed erano costituiti da persone che stava no bene, che avevano l’opportunità di incontrare una volta alla settimana lo psicologo oppure il nutrizionista o il fisioterapista, che insegnava loro i movimenti più opportuni per le articolazioni.

Nel 2022 abbiamo festeggiato i dieci anni di attività e abbiamo presentato il progetto dell’Associazione, inaugurato il 15 settembre 2012 a Villa Pallavicini. Per l’occasione abbiamo ospitato il nostro testimonial d’eccezione: Pietro Mennea. Qualcuno potrà chiedersi come abbia fatto Laura Guidi a coinvolgere Pietro Mennea – peraltro sempre entusiasta dei nostri giochi – e a convincerlo a venire a trovarci da Roma a Bologna insieme alla moglie. Ricordo che non stava bene ed è scomparso l’anno seguente, il 21 marzo 2013. Lui amava Bologna. Essendo come me un commercialista, scriveva di sport e di sociale sulle riviste di settore.

Nella sua vita Mennea ha fatto molto per il sociale. Un giorno, dunque, gli scrissi e dopo tre giorni mi arrivò una telefonata da qualcuno che mi disse: “Ciao, Laura, sono Pietro”. Risposi: “Pietro chi?”. “Pietro Mennea. Mi hai scritto e mi è piaciuto il tuo progetto. Quando devo venire a Bologna?”. Era il 2012, anno in cui l’Emilia era stata attraversata dal terremoto. Se andate nel sito di Giovani nel Tempo, potete vedere Pietro Mennea che consegna una busta con il suo con tributo alla presidente dell’Associazione Asdam, Associazione Sostegno Demenze e Alzheimer di Mirandola, che aveva perso completamente la sede a causa del terremoto. Da quel giorno sono passati più di dieci anni, celebrati anche nell’immagine del logo dell’Associazione, disegnato dai nostri volontari. Una categoria, quella dei volontari, che dobbiamo ricordare e ringraziare sempre, perché grazie a loro abbiamo anche un sito con un breve filmato della nostra storia.