IL CLUB DEAL: OPPORTUNITÀ PER GLI INVESTIMENTI IMMOBILIARI A BOLOGNA
È opinione diffusa che in Italia, a differenza di quanto avviene altrove e soprattutto nel Nord Europa, vi sia la tendenza a prediligere il risparmio privato. Ma il mattone è ancora il grande amore degli italiani?
Le statistiche della Banca d’Italia in dicano che il settore immobiliare continua a rappresentare l’asset in cui gli italiani tendono ad accantonare circa il 50% della loro ricchezza. Quello che è cambiato rispetto a circa dieci anni fa è che al singolo proprietario di un appartamento o di un negozio risulta più complicata la gestione delle spese, mentre il reddito netto ricavato non è all’altezza dell’erosione inflattiva. Nel Nord Europa l’investimento nell’immobiliare è effettuato da operatori specializzati e i risparmiatori partecipano all’investimento come finanziatori o come veri e propri soci delle iniziative.
Da quali esigenze è nata Rerum Capital Spa?
La società è nata come un club privato di investimento, in cui i singoli investitori, in virtù della partecipazione azionaria, ottengono un’ottima remunerazione dagli investimenti immobiliari in modo semplice: senza cioè i gravami della gestione manutentiva, amministrativa e fiscale.
“Rerum” è l’acronimo di Real Estate Revolving Under Management, quindi la società effettua operazioni d’investimento che giungono a conclusione perché sono gestite in modo professionale dai nostri tecnici. Ma si può intendere anche con riferimento al genitivo latino di res, rei, ossia: bene, oggetto d’interesse, affare; fino al sanscrito revan, ricco. Il significante “Capital” sottolinea invece la crescita continua del capitale della Società, divenuta oggi una holding che partecipa alle singole operazioni immobiliari (come da pagina a fianco), che si avvale di risorse interne e di professionisti nella ricerca di opportunità, nel loro progetto di sviluppo e nella gestione dei cantieri, sino alla completa profittevole conclusione delle operazioni. Rerum Capital è un Club Deal a cui accedono vari tipi di investitori, che hanno però in comune la ricerca di sicurezza e di rendimento.
Perché il vostro progetto ha Bologna nel cuore?
La nostra mission è intervenire in aree della città inutilizzate, spesso in degrado e pericolose, restituendo loro nuova vita attraverso progetti abitativi di qualità e bellezza. Fra i nostri interventi più recenti cito soltanto la rigenerazione dei magazzini della sede storica del “Resto del Carlino”, in Via Montebello, dove siamo intervenuti costruendo un nuovo edificio che ha risanato l’area interna, dotandola anche di garage, sempre preziosi nel centro di Bologna.
Nata nel 2016, grazie all’intrapresa di circa dieci soci investitori che amano Bologna – e fra questi l’attuale amministratore delegato, Alessandro Terio, vero motore trainante dell’iniziativa –, negli ultimi anni Rerum Capital ha registrato l’aumento del la compagine di soci investitori e la crescita esponenziale del capitale, diventando oggi Società per Azioni con quaranta soci e un capitale di circa 7,5 milioni di euro, ma l’obiettivo è arrivare a 10.
Quindi, è una società di finanza immobiliare?
Direi di no, ma a differenza dei pro dotti spesso molto complessi proposti dalle banche, che talvolta non sono esenti dai rischi tipici dei mercati finanziari, in questo caso il finanziatore sa esattamente dove va il proprio denaro e può verificare il proprio guadagno sulla base dell’economia reale immobiliare. Bologna è una città che richiama enti investitori anche sovranazionali, che a loro volta favoriscono l’arrivo in città di lavoratori qualificati. Ma è un’area del paese che più di altre presenta situazioni di disagio abitativo, per esempio per studenti e lavoratori, a causa di canoni d’affitto troppo elevati e di una pianificazione che ten de a disincentivare la costruzione di nuovi edifici. Noi cerchiamo di offrire risposte concrete anche a questo problema, rigenerando aree in degrado con immobili che siano belli e dotati di funzionalità innovative.
Inoltre, non ci dispiacerebbe pensa re che, nella turrita Bologna, si giunga a ripensare il vincolo dell’altezza per le opere architettoniche di pregio, utili anche a ridurre il cosiddetto consumo di suolo verde e permeabile. Bologna non dovrebbe certo diventare New York, però, in alcuni quartieri, impedire la costruzione di opere architettoniche valide semplicemente perché non sono uniformate nell’altezza all’edilizia obsoleta preesistente pare una scelta anti modernista. La modernità è verticale e l’avvenire del le città si gioca su questo. Con nuovi compagni di strada, altri investitori e partner, possiamo realizzare nuove idee per contribuire a rigenerare Bologna.