SPERIMENTARE E CREARE COSE NUOVE
La galleria Victim Design ospita in esclusiva un pezzo unico di design di Gaetano Pesce. Quali sono le caratteristiche che lo rendono così straordinario?
Dopo la personale di Franco Angeloni, stiamo constatando che il design va sempre più verso l’arte: anziché pezzi destinati alla produzione industriale, abbiamo pezzi unici o a tiratura limitata. Il tavolo di Gaetano Pesce è un pezzo unico, che riprende le forme di un viso realizzato in colata di resine.
Allora l’attenzione va sempre più verso un oggetto che non sia fatto in serie, ma che sia artigianale...
Si tratta di un oggetto d’arte o prodotto in piccolissima serie, quindi per pochi, a prescindere dal costo: esistono infatti pezzi prodotti a tiratura limitata che hanno costi accessibili, accanto a pezzi unici come il tavolo di Gaetano Pesce che ha il costo tipico dei suoi pezzi unici.
Victim Design è già nota anche perché qui i clienti riescono a trovare oggetti d’arte che ancora non hanno raggiunto le quotazioni proibitive che sono destinati a raggiungere in seguito...
Tra i nuovi artisti che vorrei far conoscere a Bologna, ne ho portato uno inglese, Richard Woods che verrà prossimamente, e uno africano, Ryan Frank, che ha prodotto mobili realizzati con materiali molto grezzi come il truciolare compresso. Richard Woods, invece, ha prodotto lampade in legno, in cui lui ricopre completamente le venature con il colore e poi le ricostruisce.
Lei è nota a Bologna perché riesce a procurare anche a professionisti sia tavoli che lampade originalissimi: due elementi che possono entrare sia in uno studio che in un’abitazione.
Gli oggetti come tali devono poter essere inseriti in qualsiasi ambiente, in un ufficio come in un’abitazione. Un oggetto non nasce esclusivamente per avere un uso che rimane quello tutta la vita.
Un tavolo può essere inserito anche in un bagno, se la stanza è grande. Oggi i bagni di casa sembrano spa, per cui, se si dispone di spazi grandi, si può inserire un tavolo o un oggetto di dimensioni fuori misura.
Lei si rivolge a un pubblico vario, che ama l’arte ma ha gusti differenti. Colpisce il fatto che qui si trovano oggetti estremamente materici e anche colorati, proprio mentre nel design oggi prevale il bianco e nero...
Il colore a me piace perché aiuta a vivere meglio, vedere oggetti colorati rende felice la giornata. Anche vedere il sole, con la sua luce gialla, porta molta più gioia che vedere il grigio di una giornata uggiosa...
Anche per questo Victim Design propone oggetti trasparenti e colorati, che rimandano a un’altra luce e in questa scelta s’inscrive la recente mostra di grande successo di Franco Angeloni?
L’oggetto trasparente ha il vantaggio che varia in funzione della luce, che sia la luce naturale, proveniente dall’esterno, o il riflesso della luce artificiale proiettata sull’oggetto.
È interessante notare come l’arte elabori la materia che così non è più la stessa, in quanto viene rimessa in gioco. Così, non solo l’oggetto non è mai tale e può entrare in qualsiasi contesto, ma, grazie a un gioco di trasparenze che rimandano a altre forme e colori, l’oggetto non è mai fisso, ma sempre differente ciascuna volta.
L’oggetto è differente anche in relazione alla sua collocazione e della funzione che assume.
Lei ha clienti di varie età: dalle giovani coppie a persone che hanno già una casa arredata ma vogliono impreziosirla con oggetti di design. Ci sono differenze particolari fra i vari tipi di clienti?
Non c’è nessuna differenza, ma in ciascun caso noto una curiosità verso l’oggetto richiesto, un oggetto che fa parlare, che fa sì che la gente mi chieda il motivo di una forma o di un colore. È bello che ci sia ancora gente curiosa, che rimane affascinata dall’oggetto che propongo.
In effetti, l’altra caratteristica di Victim Design è che questi oggetti si trovano solo qui, anche perché lei accoglie proposte di giovani designer, quindi vanta un’offerta abbastanza varia. Altrove è difficile trovare questa accoglienza...
Forse perché viviamo a Bologna: già a Milano, c’è molta più attenzione verso i giovani designer e artisti, sulla cui produzione s’investe, si sperimenta e si crea una curiosità. A Bologna forse non c’è la volontà d’investire o di sperimentare novità, ma si bada solo all’aspetto commerciale. Nella stessa provincia si sperimenta di più rispetto a Bologna. Ma questo avviene anche nella moda.
C’è, quindi, in Victim Design una precisa politica che punta alla sperimentazione?
Sì, nel voler cercare ciò che non rientra nel luogo comune.
Arte per lei è anche sperimentare?
Soprattutto. Per gli artisti si tratta di sperimentare e creare cose nuove, che non assomiglino a cose già proposte in passato. Purtroppo, questo accade sempre meno, perché i riferimenti sono sempre più comuni e sono troppe le cose che ormai sono state fatte e per un artista diventa difficilissimo essere originale.
Può essere interessante intendere che l’invenzione non esclude la tradizione. Cosa ne pensa?
Se l’artista coglie questo, ha fatto centro.