GAGGIO MONTANO, FELICE COMBINAZIONE FRA NATURA, CULTURA E INDUSTRIA

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sindaco di Gaggio Montano (BO)

Fra le perle dell’Appennino bolognese, emerso migliaia di anni fa dal mare, spicca Gaggio Montano, il Comune con l’unico faro di montagna in Italia, costruito sul Sasso di Rocca nel 1952, per commemorare i caduti di varie nazionalità che hanno attraversato queste montagne fra le due guerre mondiali. Dal Belvedere del Sasso si schiude la vallata del Silla, l’Alta Valle del Reno, il monte Cupolino e il Corno alle Scale. Ma, fra le meraviglie paesaggistiche che offre il soggiorno a Gaggio Montano – i cui primi insediamenti potrebbero risalire all’età del Bronzo (1500-930 a.C.) e citato già nel 753 da Astolfo, re dei Longobardi e d’Italia – vi è anche un notevole sito industriale, in cui hanno sede alcune fra le imprese leader mondiali di diversi settori. In questo senso, Gaggio Montano è un unicum nel panorama internazionale, perché dissipa l’ideologia cara all’ecologismo che professa la contrapposizione fra industria e natura. Gaggio Montano conferma come senza industria – e quindi senza lavoro ed economia – mancano anche la manutenzione e la valorizzazione del paesaggio. Ma come nasce questa speciale vocazione industriale?

Gaggio Montano è costituito da sette frazioni, come Silla, la più prossima alla stazione e alla statale Porrettana – nodo vitale che collega la città con Pistoia e con Bologna –, Marano, Santa Maria Villiana, Rocca Pitigliana, Pietracolora e Bombiana, in cui risiedono quasi cinquemila abitanti. La sua vocazione industriale è dovuta a due motivi, che risalgono al boom economico incominciato degli anni Ottanta. Fino a quel periodo, infatti, Gaggio era un’area prevalentemente agricola, tanto che una serie di imprenditori provengono dall’agricoltura. Erano uomini avveduti, intelligenti e con voglia di lavorare, che hanno avviato aziende importantissime, decidendo di farle nascere in questa zona e dove ancora oggi tendono a rimanere. Un esempio per tutti è il Gruppo Palmieri, in particolare con la Palmieri Tools Forging, che ha sede qui da oltre cento anni, il cui scopo principale è favorire l’assunzione di maestranze locali. E stiamo parlando di un’industria nota in tutto il mondo. Altre imprese di eccellenza hanno investito in quest’area, fra cui Ditta Mattioli Snc, Comur Srl, Fratelli Cinotti Srl, Philips-Saeco Spa, Caffitaly System Spa, Fonderia Far Srl, Palmieri Spa, Porretana Gomme Spa e Piquadro Spa. Questo tessuto industriale è affiancato da una decina di aziende agricole di eccellenza che producono il latte per fare il Parmigiano Reggiano, come il Caseificio Fior di Latte e il Caseificio Canevaccia. La forte vocazione all’impresa è dovuta all’ingegno dell’uomo ma è anche frutto del felice connubio fra pubblico e privato. Fra il 1980 e il 1990, infatti, l’amministrazione comunale – a partire dal sindaco Arnaldo Brasa e proseguendo con Roberto Melosi fino a oggi – ha favorito l’insediamento di queste aziende nell’area, senza frapporre troppi cavilli burocratici. Nel dopoguerra, Arnaldo Brasa avviò le condizioni per fare aprire la prima industria di Gaggio, l’Omega, che faceva macchine per maglieria. A un imprenditore che veniva dalla Lombardia, Brasa fece in modo che gli fosse regalato il terreno su cui costruire lo stabilimento, in cui furono subito assunti circa quaranta dipendenti. Grazie a questa politica lungimirante, alcune aziende che avevano avviato l’attività nei comuni limitrofi, come per esempio Saeco quando ancora si chiamava GSL, hanno trasferito la sede a Gaggio. Il profitto dei comuni, oggi come allora, non si ricava dal caricare le imprese di adempimenti amministrativi, ma dal favorirne la crescita funzionale alla produzione di nuovi posti di lavoro, che comporta la vera distribuzione della ricchezza e la conseguente manutenzione del paesaggio.

Quali sono le difficoltà delle imprese insediate nell’area?

Appena sono stato eletto sindaco, ho fatto un giro per le aziende gaggesi e ho constatato che il problema più grave è la viabilità. Queste aziende, che danno lavoro a ben 3000 dipendenti abitanti nell’area, hanno la necessità di ampliare i locali produttivi. Attuare questa necessità comporterebbe molti vantaggi per la comunità: gli introiti rimarrebbero qui, ma, soprattutto, chi abita in montagna avrebbe la possibilità di lavorare vicino a casa, anziché fare il pendolare per andare a lavorare altrove. La Statale Porrettana è assolutamente inadeguata a supportare industrie di questa portata, perché la logistica che a loro serve deve avere la possibilità di essere più veloce e meno farraginosa rispetto a quella attuale, che già limita lo sviluppo dell’area. Alcune di queste industrie, purtroppo, hanno già trasferito la sede principale, non all’estero ma nel circondario di Bologna, dove sono minori i disagi della viabilità.

L’altra difficoltà è costituita dai piani di autorizzazione urbanistica che, per come sono stati programmati, lasciano alle zone di montagna pochissime possibilità di costruire nuove imprese, d’intervenire per modificare o, addirittura, mantenere quelle già esistenti. Molti, infatti, sono i vincoli posti dalla Città metropolitana di Bologna, la quale non ha previsto l’ampliamento industriale nella zona montana.

Lei sarebbe disposto oggi a seguire la politica avviata dal sindaco che favorì l’industria, Arnaldo Brasa?

Certamente. Come sindaco di Gaggio Montano invito gli imprenditori d’Italia ad aprire la propria impresa in quest’area. La nostra amministrazione è favorevole agli imprenditori che producono e assumono, ma soprattutto a quelli che hanno già investito nel territorio. Recentemente abbiamo avuto un riscontro favorevole dalle istituzioni, in particolare durante la crisi della Saga Coffee. Il rischio era che 250 lavoratori fossero lasciati a casa, perché la proprietà aveva proclamato la chiusura dello stabilimento. Grazie all’intervento della Regione, in particolare al governatore Bonaccini e all’assessore alle Attività Produttive, Vincenzo Colla, questo stabilimento non è stato chiuso e sono stati intercettati nuovi acquirenti che riconvertiranno la produzione industriale, confermando molti posti di lavoro. In questo caso è stato fondamentale l’intervento delle istituzioni, che hanno dichiarato più volte quanto un posto di lavoro in montagna equivalga a dieci in pianura.

Per essere efficace, la viabilità deve avere tempi brevi di percorrenza, decisivi per l’industria…

Il progetto per una viabilità più efficace ed efficiente era stato lanciato già vent’anni fa. Oggi, è necessario costruire una bretella che porti la Porrettana all’altezza di Vergato e fino al casello autostradale di Rioveggio, con una galleria di cinque chilometri. Questo progetto dimezzerebbe i tempi attuali di percorrenza, da Gaggio Montano e Porretta fino a Bologna, con tempi di fattibilità di circa otto/dieci anni. Altri che pure sono stati proposti, come il rifacimento del vecchio percorso, invece, prevedono tempi di realizzazione di venti-trent’anni, tempi del tutto improponibili alle nostre aziende. In altre parole, le difficoltà della viabilità attuale, con cui si devono confrontare tutti i giorni le industrie di Gaggio, rendono sempre più necessari progetti efficaci realizzabili in tempi brevi, altrimenti le aziende che non chiuderanno si trasferiranno altrove, considerata la concorrenza agguerrita dei competitors nazionali e internazionali, con grave danno per tutta la comunità.

Gaggio Montano ha anche una vivace attività culturale. Quali sono gli appuntamenti in programma?

Quest’anno abbiamo stilato un calendario di appuntamenti abbastanza ricco, con lo svolgimento di incontri culturali nell’ex-Cottolengo, un edificio di proprietà di un ente religioso che il Comune ha ristrutturato e ha reso sede di eventi. In luglio scorso, per esempio, Renzo Zagnoni ha tenuto la conferenza dal titolo “Strade transappenniniche medievali: la piccola Cassia tra Reno e Panaro” ed è ancora in corso la rassegna “Crinali”, ideata e coordinata da Marco Tamarri, Francesca Marchi, Carlo Maver e Claudio Carboni. Poi, si è tenuta la proiezione del film Mountain men, la Linea Gotica nel 1945, girato anche a Gaggio Montano. Qui si è tenuto il concerto della violoncellista Charlotte Reuter in memoria di Margarete Brunje Cecchelli, fondatrice, insieme al marito, del Gruppo di Studio Gente di Gaggio. Poi, nell’ambito della rassegna “Incontri ai piedi del faro”, abbiamo presentato il libro del cantautore Francesco Guccini. A fine agosto, inoltre, si è svolta l’edizione annuale del “Festival dell’agricoltura”, con degustazione di prodotti tipici, come crescentine, affettati, borlenghi e così via, insieme a una mostra zootecnica di animali e con la benedizione dei trattori che hanno sfilato per le vie della città. L’anno scorso hanno partecipato almeno duecento trattori di gaggesi. Qui, anche se non lavori nel settore agricolo, devi avere in garage almeno due trattori.

Allora, potremmo dire che Gaggio Montano è “coltivato” dalla cultura e dall’industria…

Le grandi aziende che ho citato hanno come fornitori una serie di piccole aziende collaterali che sono fondamentali. Anche il piccolo artigiano che lavora nella propria bottega da solo oppure con uno o due dipendenti è molto importante per la nostra economia. Venite a gustare Gaggio, non soltanto per i suoi squisiti prodotti tipici e per la qualità della proposta di appuntamenti culturali e di spettacolo, ma anche per investire nell’area montana in cui è vincente l’integrazione fra natura, cultura e industria!