LE INFRASTRUTTURE SONO INDICE DI CIVILTÀ
Da quando è nata la vostra azienda, nel 1971, poi divenuta Gruppo Palmieri Spa e oggi leader nei settori tunneling e drilling, l’industria manifatturiera ha attraversato grandi trasformazioni, richieste dalle esigenze dell’economia o dovute a crisi economiche o politiche. Ora è in atto una nuova fase di rinascimento industriale, soprattutto per quanto concerne la rete di infrastrutture in costruzione in Europa e nel mondo. Lei ha una mappa precisa di cosa sta avvenendo. Può farcene qualche accenno?
In questi cinquant’anni sono cambiate molte cose nel modo di fare e di progettare. L’automazione prodotta dalle moderne macchine a controllo numerico ha comportato la riduzione di dipendenti nelle fabbriche, ma anche la scoperta di nuovi modi di progettare e di produrre. Per esempio, oggi si può progettare l’infrastruttura di un sito senza effettuare sopralluoghi, almeno in una prima fase. Il sopralluogo avviene virtualmente dall’ufficio, perché ci avvaliamo della mappatura dell’area interessata che ci forniscono i satelliti o la cartografia geologica redatta dalle associazioni di geologi attive nel mondo.
Per stabilire quali utensili utilizzare per i lavori di scavo nel terreno dobbiamo fare un progetto di massima, tenendo conto delle altimetrie, della conformazione del terreno e della tipologia geologica indicata in queste mappe. Soltanto nella fase conclusiva del progetto effettuiamo la supervisione in loco, per verificare se quello che abbiamo progettato si combina con tutti i rilievi già inseriti in queste mappe. Pertanto, i nuovi modelli di progettazione e di realizzazione sono legati a sistemi informatici all’avanguardia. Dopo sarà l’intelligenza dell’uomo a guidare il progetto per ottenere le migliori performance: occorrerà scegliere il tipo di macchina da installare, verificando con alcuni sistemi geoelettrici se ci sono conformazioni particolari del terreno che non possiamo analizzare in altro modo.
Quali sono le aree dell’Italia in cui avverranno le maggiori trasformazioni infrastrutturali?
Il futuro delle grandi infrastrutture sarà costituito dal potenziamento sempre maggiore della viabilità nel Sud. In Sicilia, per esempio, è prevista la costruzione di una linea dell’alta velocità tra Messina e Palermo e un’altra che va a Catania, nella parte più a sud. Poi, si parla di questo grande ponte sullo stretto di Messina. Il progetto attuale prevede un ponte sospeso con delle corde e alcuni piloni alle estremità, ma occorre considerare l’oscillazione del vento. A me pare che il ponte sia troppo lungo (3000 metri circa), ma questa è una mia considerazione. Inoltre, quando un utente vi ha transitato una volta poi non lo attraversa una seconda, perché può essere anche piacevole percorrerlo in un giorno in cui non tira vento, ma nel caso di raffiche quel ponte potrà avere oscillazioni di qualche metro.
Qual è la tendenza, invece, per quanto riguarda l’Europa e altri continenti?
In tutti i paesi europei è in atto un ammodernamento delle infrastrutture. In Spagna sono ripartiti i lavori, tutti finanziati dal PNRR. Stiamo parlando di infrastrutture come gallerie ferroviarie, perché in Spagna sono state costruite moltissime autostrade, quindi è necessario potenziare la rete ferroviaria. Nelle città, invece, si sta scavando per la costruzione della metro di Siviglia, per quella di Barcellona e per un tunnel a Valencia. Inoltre, le istituzioni stanno facendo riaprire le miniere di carbone, incominciando i lavori con i finanziamenti del PNRR, invece qui in Italia ci stiamo perdendo in chiacchiere.
In Francia, per il momento si è fermata la costruzione della Grand Paris, ma proseguono i lavori per la Lyon-Torino e nel Traforo del Monte Bianco, che il governo italiano vorrebbe raddoppiare nella parte italiana. In particolare, è prevista la costruzione della seconda canna del Monte Bianco, che i francesi non vogliono, a partire dal sindaco di Chamonix. Però, dal Monte Bianco transitano in un anno più di un milione di veicoli.
In Svizzera sono in atto i lavori per il raddoppio della galleria del San Gottardo e per la costruzione di un’altra galleria a tre corsie, adiacente a quella già esistente, con ulteriori tunnel di sicurezza di circa sette metri e mezzo di diametro per il passaggio dei veicoli addetti alla manutenzione.
Nei paesi dell’ex Jugoslavia sono previsti interventi infrastrutturali e sono già in costruzione due nuove autostrade tramite finanziamenti non europei, ma sono già previsti altri interventi per quando potranno accedervi. Anche in Polonia sono in costruzione grandi tunnel a tre corsie e di quindici metri di diametro.
In pratica, mentre l’Unione europea disincentiva l’uso di automobili poi però investe in infrastrutture che ne favoriscono l’utilizzo…
Esatto. Tuttavia, recentemente, il governo tedesco ha invertito la rotta rispetto a quanto stabilito dalla UE per l’uso di veicoli elettrici, ottenendo una proroga della scadenza fino al 2038, con anche l’uso di altri tipi di carburanti per motori termici. Del resto, dovendo acquistare le batterie dalla Cina, rischiamo di bloccarci come abbiamo fatto con il gas importato dalla Russia. Secondo tutti i grandi scienziati tedeschi abbiamo corso troppo verso l’idealità di muoverci soltanto con auto elettriche. In futuro avremo bisogno di maggiori quantità di energia, che oggi non siamo ancora pronti a produrre, pertanto è necessario investire in nuove tecnologie per la produzione energetica.
Ma l’altro grande problema che sta sorgendo in tutta Europa è quello dell’acqua, per via della grande siccità. Per cui abbiamo bisogno di infrastrutture per trattenere l’acqua e per meglio utilizzare quella che abbiamo.
Qual è la mappatura degli interventi infrastrutturali in paesi come l’America e l’America Latina?
In Brasile, per esempio, sono stati aperti moltissimi cantieri per costruire metropolitane nelle mega città come San Paolo, Fortaleza e Rio de Janeiro, ma questa tendenza è in atto anche per le metropolitane di Lima, di Bogotà e di Panama. Gli interventi sulla rete metropolitana sono necessari se consideriamo che in questi paesi sono state già costruite moltissime autostrade. In ciascuna di queste grandi città in cui abitano milioni e milioni di abitanti occorre dotarsi di metropolitane sempre più moderne, in modo da assicurare una maggiore efficienza per spostarsi da un punto all’altro delle città.
Quindi, a proposito di esperienza civile, tema che esploriamo in questo numero della rivista, le infrastrutture sono indice di civiltà perché favoriscono il diritto alla mobilità dell’individuo...
Certo, anche perché le strade servono all’industria. Migliorare la mobilità nelle aree montane, per esempio, giova alla civiltà perché le industrie di quelle aree potranno assumere più lavoratori, i quali saranno incentivati a spostarsi perché potranno muoversi con minori disagi. Il lavoratore che deve scegliere fra un’azienda della città e una della montagna non sarà più condizionato dalla carenza di infrastrutture e, poi, se la mobilità sarà efficiente, potrebbe anche decidere di trasferirsi a vivere in montagna con la propria famiglia.
La tendenza è anche quella di incentivare la costruzione di nuove ferrovie industriali, come quella del Brennero che trasporterà autocarri con rimorchi su vagoni, permettendo un alleggerimento di tutta l’autostrada del Brennero.
Cosa occorrerebbe per rilanciare l’area montana in cui sono ubicate le sue aziende?
È necessario raddoppiare la ferrovia nel tratto Porretta-Bologna, che attualmente è al primo posto in Emilia-Romagna per intensità di utilizzo, contando il più alto numero di pendolari e di viaggiatori. Inoltre, bisogna fare altrettanto per la ferrovia che va da Porretta a Pistoia, fra le più antiche d’Italia, che collega direttamente il Sud attraverso Firenze. Poi, è necessario migliorare la strada statale Porrettana, in modo che possa immettersi sull’autostrada attraverso la bretella di cui ormai si parla da quarant’anni.