LA TEMPESTA NON SPEGNE L’ENTUSIASMO
Nei numeri precedenti della rivista lei ha raccontato quanto sia stato importante l’entusiasmo dell’ingegner Guido Modiano, prima, e dell’avvocato Secondo Andrea Feltrinelli, poi, per la sua scommessa e la sua riuscita professionale e imprenditoriale, perché le hanno trasmesso la passione per la proprietà intellettuale e l’approccio che poi lei, a sua volta, ha trasferito nella Brunacci & Partners. Questo numero s’intitola L’entusiasmo e la tensione. Che cosa può dirci sul tema?
L’entusiasmo è imprescindibile per la crescita di un’azienda ed è indispensabile nella vita quotidiana. Ti porta a fare cose che ritenevi impensabili, a intraprendere avventure incredibili, a scommettere al di là di ogni previsione e a dedicare ore e ore del tuo tempo al conseguimento dei risultati. Senza entusiasmo, difficilmente un’azienda riesce a crescere e soprattutto a fornire un servizio premiante e di alto livello come quello a cui puntiamo noi.
All’inizio, quando parti con una nuova attività o con una nuova iniziativa, l’entusiasmo non ti manca, poi però devi coltivarlo. Certo, devi trovare interesse in ciò che fai, ma, nel momento in cui hai individuato qual è la tua attività, lì c’è la tua vita, quindi devi metterci entusiasmo. E, se sei un imprenditore, devi riuscire a trasmetterlo al team, anche se questo è complicato, perché quotidianamente ciascuno è sempre alle prese con scadenze prestabilite e impegni che tendono a smorzare l’entusiasmo.
Perché è difficile trasmettere l’entusiasmo ai collaboratori?
Perché occorre dedicare tempo alle attività che possono rilanciare l’entusiasmo, ce lo insegnano le multinazionali, dove le riunioni sono all’ordine del giorno. Ma questo non sempre è fattibile: io, per esempio, trascorro tre quarti della settimana fuori dall’ufficio, impegnato nella gestione di clienti e di sedi periferiche. I nostri collaboratori sono indipendenti nelle loro attività quotidiane e svolgono i loro compiti con serietà e professionalità, ma non riusciamo a incontrarci così spesso quanto vorremmo, se non per comunicazioni con carattere di urgenza. Quindi è importante individuare collaboratori capaci non soltanto di svolgere il proprio lavoro con competenza, ma anche di trasmettere entusiasmo agli altri componenti del team. Anche se l’entusiasmo non è qualcosa che si trasmette come un insegnamento, non è una normativa che si possa apprendere.
In che modo però l’entusiasmo può essere rilanciato quando sembra diminuire?
Apparentemente, l’entusiasmo è più forte quando le cose vanno bene. In realtà, nella mia esperienza ho constatato che i momenti di bonaccia sono quelli in cui l’entusiasmo cala e ci si adagia nella routine. Quando invece imperversa la tempesta, nella difficoltà estrema, ecco che l’entusiasmo si riaccende. Come accade in una partita di pallavolo, se la tua squadra ha sbagliato un punto, poi deve subito rialzarsi e ripartire, altrimenti deve ammettere che l’altra squadra è migliore. Metafora sportiva a parte, nell’impresa non si tratta di vincere a scapito di qualcun altro che perde, ma di vincere nel senso di riuscire nel progetto e nel programma, senza lasciare nulla d’intentato. Gli italiani sono specialisti in questo: basti pensare a tutte le invenzioni che sono intervenute nel periodo della pandemia, quando molti settori sembravano destinati a rimanere pressoché fermi. Noi stessi, quando hanno chiuso l’Italia per decreto con il lockdown, dopo le prime ore di sgomento, ci siamo adoperati per proseguire e per trovare nuovi dispositivi di comunicazione con i clienti che ci hanno portato addirittura a un aumento degli incarichi e, quindi, del fatturato.
I momenti di difficoltà ci sono sempre nel nostro lavoro e le cause possono essere tante: un problema tecnico, un cliente che a sua volta è in difficoltà e di conseguenza non genera più invenzioni, una vertenza che magari non va nella direzione che ci aspettavamo, semplicemente perché un giudice dà ragione alla controparte. Però, non c’è soddisfazione più grande di quella che sta nel condividere con il cliente una difficoltà e lottare per uscirne. In che modo? Non piangendo, ma tra[1]smettendo entusiasmo e mettendo in campo tutte le forze, lottando e combattendo la battaglia per la riuscita. Poi, per chi ha entusiasmo la battaglia è ciascun giorno, perché non pensa mai di essere “arrivato”: conclusa una battaglia, raggiunta una meta, ce n’è subito un’altra.
Questa è la tensione verso la qualità, la tendenza al capitale intellettuale, al valore assoluto, una forza incessante…
Per Brunacci & Partners la qualità è quella che diamo al cliente, che ciascun collaboratore deve considerare il suo vero datore di lavoro. E la prova della qualità dei nostri servizi arriva quando il cliente si dichiara felice di lavorare con noi e magari ci consiglia a un amico. Poi possono esserci altri aspetti che ci fanno capire che c’è qualità nel dispositivo con il cliente: per esempio, quando egli collabora con noi al raggiungimento del risultato. Anche questa è una prova di qualità impagabile. Quindi, c’è qualità e qualità, però l’entusiasmo ne è la condizione. Senza entusiasmo, la vita è piatta e non si va da nessuna parte.