TOTALITARISMO E STRAPOTERE DELLE OTT INFORMATICHE

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CEO di Italtecno Srl, presidente di Interall e di Aluminium Two Thousand World Congress

Nelle interviste pubblicate sui numeri precedenti della rivista abbiamo esplorato la combinazione vincente fra arte e scienza, cultura e industria nel suo itinerario. La condizione della riuscita sta nell’entusiasmo, e l’entusiasmo è ciò che sta alla base dell’organizzazione del congresso internazionale biennale da lei presieduto, dal titolo Aluminium Two Thousand, di cui quest’anno si terrà la 12° edizione a Bologna (Royal Carlton Hotel, 19-23 settembre 2023).

Rimanendo nell’ambito della combinazione tra cultura e impresa, il 2 marzo lei ha partecipato al dibattito con Dario Fertilio La comunicazione, le fake news, i totalitarismi. Quali sono state le sue riflessioni in quell’occasione?

Per me è stata una grande serata perché abbiamo avuto l’opportunità di ascoltare un grande uomo: chi non lo conosceva ha potuto apprezzarlo come giornalista o come scrittore, mentre io ho avuto la fortuna di apprezzarlo come uomo, essendo suo amico fin dall’infanzia. Non posso imporre la mia valutazione agli altri, se non come atto di fede. Ma chi continuerà a seguirlo su YouTube nel canale “Dario Fertilio prima le libertà” e attraverso i suoi libri potrà averne la prova. Di personaggi ne incontriamo tanti, ma di grandi uomini un po’ meno.

Lei ha posto all’Autore due domande: la prima riguardava lo strapotere economico e finanziario delle grandi OTT (Over-The-Top) informatiche, che hanno budget superiori a quelli della maggior parte degli stati…

Gli ho chiesto se questi grandi gruppi possono essere paragonati ai totalitarismi geopolitici, considerando che possono veramente guidare il mondo. A causa della globalizzazione degli ultimi trenta, quarant’anni, sono riusciti a crescere in maniera esponenziale, facendo il bello e il cattivo tempo, decidendo se comprare e distruggere concorrenti e influenzando scelte politiche importanti per l’umanità, con tutto ciò che questo porta con sé, compresa la corruzione, come abbiamo visto di recente nel caso del Qatar.

Nella sua risposta, Fertilio ha precisato che, nonostante lo strapotere delle OTT sia una minaccia molto forte, non userebbe la parola totalitarismo, anzitutto perché ci troviamo in un contesto sempre libero e democratico, e non dobbiamo dimenticarlo per non fare torto a coloro che invece vivono in regimi dittatoriali, autoritari o totalitari, e che vorrebbero venire da noi perché non sognano altro che la nostra libertà. Per quanto queste grandi potenze economiche abbiano la possibilità di condizionarci fortemente, diceva, è anche vero che il pubblico, i clienti, i consumatori mantengono una possibilità di reazione e di controllo. “Questi potentati economici e finanziari non sono in grado di determinare tutta la vita dei cittadini, non sono in grado – e qui Fertilio ci faceva notare la caratteristica del totalitarismo, a differenza dell’autoritarismo – di entrare nelle nostre case per controllare ciò che facciamo e ciò che pensiamo. Il regime autoritario ha un capo che non deve essere contestato e un partito al potere, però in fondo il resto della popolazione può anche non aderire al credo del regime, basta che stia a casa o al massimo che vada al sabato fascista. Il regime totalitario invece bussa alla tua porta e ti viene a chiedere che cosa hai ascoltato ieri alla radio, e il tuo vicino può anche dire che hai ascoltato Radio Liberty”.

Tuttavia, Fertilio ha citato un esempio a proposito del tentativo delle OTT d’influenzare le nostre vite, che non può lasciarci indifferenti: “Recentemente – diceva – Bill Gates è intervenuto pubblicamente sostenendo che sarebbe necessario eliminare dal web tutte le voci che non rispettano la democrazia, allo scopo di migliorare la qualità del web, quindi bisognerebbe stabilire che una parte dei frequentatori vengano eliminati, naturalmente in modo democratico”.

E la sua seconda domanda su che cosa verteva?

Era una provocazione, nel senso che quella sera potevamo andare a casa con due impressioni differenti: la prima era quella di avere tratto dal dibattito tanti spunti per la nostra crescita intellettuale e tante acquisizioni importanti per sviluppare nuove idee; la seconda, invece, era quella di vivere nel peggiore dei periodi storici o almeno di trovarci spesso di fronte a enunciati che suggeriscono un pessimismo cosmico da fine del mondo. Allora, ho chiesto a Fertilio se poteva esprimere un giudizio sul periodo che stiamo vivendo da cinquant’anni a questa parte.

Chiaramente, non mi aspettavo una risposta, ma una riflessione, che è arrivata puntuale: “Credo che abbiamo vissuto periodi veramente peggiori, soprattutto durante le due guerre mondiali. Tuttavia, le minacce attuali sono silenziose: se diciamo cose che non vanno bene a qualcuno, possiamo essere additati e, in un contesto pubblico, dire che non si è d’accordo può comportare un certo rischio. A rischio per il momento non è la vita, se non in casi estremi, ma la libertà, che è molto cara, anzi, può essere anche più cara della vita: ‘Libertà va cercando ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta’, scriveva Dante”.