UNA COMBINAZIONE VINCENTE FRA ARTE E SCIENZA, CULTURA E IMPRESA
Il 26 marzo di quest’anno, nel suo intervento d’inaugurazione della nuova sede di Italtecno – azienda di riferimento mondiale per la ricerca e le tecnologie nell’arte della finitura dell’alluminio – , Fiorano, lei ha accolto le autorità, i giornalisti e gli ospiti con le parole: “Benvenuti nella nuova casa Italtecno, dove la tecnologia sposa l’arte. Benvenuti nella casa dei sogni che si trasformano quotidianamente in tecnologie e nuove emozioni”. Chi visita la vostra splendida sede intende come queste parole non siano retorica, ma testimonianza del suo viaggio rinascimentale, che si articola nella combinazione incessante fra arte e scienza, cultura e impresa. E, non a caso, la celebrazione si è aperta con la mostra di un’opera unica al mondo come il Cristo rivelato dello scultore non vedente Felice Tagliaferri...
Sono vissuto in un ambiente in cui l’arte era considerata un aspetto importante per la qualità della vita. Mio nonno, che si chiamava come me, era pittore e mercante d’arte e mio padre mi portava a vedere musei e gallerie fin da bambino. L’amore per l’arte e quello per la scienza mi hanno sempre accompagnato, sia mentre frequentavo il liceo classico sia durante il corso di laurea in chimica. In tanti anni ho conosciuto molti artisti, galleristi, esperti di restauro e appassionati d’arte, ma sono rimasto particolarmente colpito dall’incontro con Felice Tagliaferri, un uomo che trasmette una grande forza e che s’impegna costantemente per regalare la bellezza delle opere anche ai non vedenti. Le sue, infatti, sono sculture tattili, come il Cristo rivelato – un capolavoro in marmo bianco proveniente dalle stesse cave utilizzate da Michelangelo per la Pietà e per il David – che arricchisce la nostra sede per un anno, dopo essere stata esposta in prestigiose sedi museali europee e a Parma, città della cultura 2021, mentre l’anno prossimo sarà ospitata dalle due città della cultura 2023, Bergamo e Brescia. L’idea di scolpire il Cristo rivelato nacque nell’aprile 2008, durante una visita di Felice Tagliaferri a Napoli, quando non gli fu consentito di contemplare “a suo modo”, cioè con le mani, ilCristo velato, la celeberrima scultura di Giuseppe Sanmartino, esposta nella cappella Sansevero. Tagliaferri, che da anni diffonde il messaggio dell’arte come patrimonio universale da rendere accessibile a ciascuno secondo le proprie possibilità, pensò pertanto di proporre una sua versione dell’opera che fosse disponibile alla fruizione tattile. L’aggettivo “rivelato”, quindi, ha un duplice senso: “velato per la seconda volta” e “svelato ai non vedenti”. Peculiarità della tecnica di Tagliaferri è la cura meticolosa dell’aspetto tattile, al punto che, esplorando ciascuna sua opera con le mani, emergono dettagli non percepibili con l’uso esclusivo della vista. Il nostro incontro non è stato causale: se io considero l’azienda la “casa dei sogni”, lui afferma di avere intrapreso il suo percorso artistico verso la fine degli anni novanta per “dare forma ai sogni”.
D’altra parte, lo slogan di Italtecno è “l’arte della finitura dell’alluminio”, per questo la creatività dell’artista è un insegnamento per me e per i nostri tecnici, perché siamo chiamati ad apportare continui miglioramenti e siamo sempre alla ricerca di nuove tecnologie o di nuovi strumenti per introdurre innovazioni rispetto a quelle esistenti. Pertanto, dobbiamo essere in grado di capire in quale direzione si muove il mercato e d’inventare ciò che occorre. Ammirare un capolavoro artistico produce un’aspettativa gioiosa prima, durante e dopo, perché lascia un’impressione di cui si può parlare. In questo senso l’arte contribuisce ad aumentare la qualità della vita. Inoltre, un’opera come il Cristo rivelato è uno stimolo forte a non abbattersi dinanzi alle difficoltà quotidiane: pensare allo sforzo che ha compiuto uno scultore non vedente per arrivare a quel magnifico risultato rende pressoché impossibile arrendersi per cose di ordinaria amministrazione.
Infine, posso dire che l’arte mi aiuta non solo a incontrare persone, collaboratori, clienti e fornitori, ma anche a capire meglio tante situazioni. L’arte è uno stimolo per la curiosità e la curiosità è essenziale per capire e anticipare i mercati e gli eventi. Quindi arte e impresa per me sono inscindibili.
A proposito di incontri e scambi, nel 1982
voi avete costituito una società, Interall, per pubblicare una rivista che ha
contribuito a costruire una rete internazionale di produttori ed esperti di
alluminio...
Quando sono entrato in Italtecno, nel 1981, mi sono reso conto che non esisteva ancora una rivista dedicata esclusivamente all’alluminio, nonostante le novità della ricerca in questo settore fossero notevoli. Ma, se l’avessimo pubblicata come nostro house organ, dopo qualche anno ci sarebbe stato il rischio d’interromperne le uscite. Invece, abbiamo costituito una società editrice indipendente, per pubblicare con cadenza trimestrale la rivista “Aluminium, extrusion and finishing”, in italiano e in inglese.
Poi, nel 1990, considerando che non esisteva un congresso internazionale dedicato esclusivamente all’alluminio, abbiamo pensato di organizzare un congresso – inizialmente quadriennale che, a grande richiesta, è diventato biennale – dal titolo Aluminium Two Thousand, di cui l’anno prossimo si terrà la 12° edizione a Bologna (Royal Carlton Hotel, 19-23 settembre 2023). Fin dal primo anno, abbiamo avuto l’adesione dei principali esperti di alluminio del pianeta e un grande riscontro di pubblico, nonostante abbiamo sempre chiesto una quota d’iscrizione importante, anche a fronte delle attività di rilievo artistico e culturale che offriamo a latere. Inoltre, a partire dalla 6° edizione, il congresso ospita l’ICEB (International Conference on Extrusion and Benchmark), un appuntamento a cui intervengono ricercatori di vari paesi, organizzato dall’Università di Bologna, che prima si svolgeva in alternanza fra Bologna e Berlino. È un’occasione per favorire il tanto auspicato scambio tra università e industria, in un contesto costruttivo e in un clima di amicizia fra ambiti differenti.
Le applicazioni dell’alluminio sono infinite,
ma quali sono i vostri prodotti e servizi in particolare?
L’alluminio è il terzo elemento più diffuso in natura, non come metallo, ma all’interno della bauxite, che contiene un sale di alluminio che viene estratto elettrochimicamente. Diversamente dall’acciaio, ha il vantaggio di essere leggero, malleabile e riciclabile al 100%. Ecco perché lo troviamo nelle applicazioni più disparate: nell’edilizia, nei trasporti, nei settori aeronautico e militare, nell’arredamento e in tanti altri ambiti in cui magari non lo riconosciamo. Il fatto che, a differenza dell’acciaio, l’alluminio non arrugginisca, ne favorisce anche l’applicazione per gli utensili da cucina: in Italia, per esempio, abbiamo fior fior di aziende che producono pentole in alluminio di cui andiamo orgogliosi in tutto il mondo.
Italtecno interviene nelle fasi di finitura di profilati e lamiere con quattro tipi di tecnologia: impianti chiavi in mano o parti di impianti per anodizzazione, verniciatura, depurazione acque e pulizia matrici di estrusione. I nostri costanti investimenti in ricerca ci consentono di offrire tecnologie non soltanto all’avanguardia, ma anche ecologiche. Le nostre macchine per la depurazione acque, per esempio, grazie alla loro caratteristica di possibilità di riciclo completo, sono in grado di evitare il consumo e lo scarico di milioni di litri di acqua al giorno. I trattamenti che precedono le fasi di anodizzazione e verniciatura vengono eseguiti all’interno di vasche che contengono prodotti chimici. L’acqua utilizzata per tali trattamenti va continuamente depurata prima di essere scaricata. I nostri impianti di depurazione vanno dalla semplice depurazione chimico fisica alla depurazione con ricircolo completo delle acque, quindi con scarico zero. È questo il target auspicabile per la salute del nostro pianeta: non prelevare acqua dal terreno e non scaricarla, limitandosi a consegnare i Sali accumulati ad aziende specializzate nel loro smaltimento. È una tecnologia ancora costosa, ma molto meno di qualche anno fa, perché, in tanti anni di ricerca, abbiamo contribuito a ridurre sia gli oneri d’investimento sia quelli operativi, per renderla più abbordabile. L’obiettivo è quello di mettere ciascuna azienda del settore in grado di evitare lo spreco di acqua, che è veramente enorme, se pensiamo che un impianto medio consuma dai 40.000 ai 60.000 litri di acqua all’ora, per 24 ore al giorno, per 365 giorni all’anno. Se moltiplichiamo questo valore per migliaia di fabbriche in tutto il mondo, capiamo quanta acqua viene sprecata ogni giorno. Chiaramente, occorreranno decenni prima che tutti adottino questi dispositivi, però le nostre tecnologie sono un buon inizio.
Com’è intervenuta la sua vocazione per la
chimica?
Se da una parte ho seguito studi classici, dall’altra sono sempre stato interessato ai materiali e agli elementi, che, pur essendo soltanto 103, consentono combinazioni infinite. M’interessava capire l’ordine, il movimento, capire perché un oggetto sembra fermo ma è costantemente in movimento interno, perché sembra pieno, ma per la maggior parte è vuoto, m’incuriosiva la materia in ogni sua particolarità. Così, nel 1978, con un professore, ho aperto un laboratorio, che poi è stato assorbito dall’Italtecno, quando sono entrato in società nel 1981.
Il mio lavoro mi dà tante soddisfazioni e soprattutto tante occasioni d’incontro. Ho visitato circa ottanta paesi e, per lasciare una traccia nella memoria che non sia quella di una semplice fotografia, spesso mi diletto a scrivere racconti in cui il protagonista è impegnato in qualche “giro del mondo”.
A proposito di internazionalità, quali sono
i vostri programmi aziendali?
Abbiamo in programma un’ulteriore espansione internazionale. Negli ultimi anni abbiamo più che raddoppiato il fatturato riferito all’impiantistica, aumentato il numero di dipendenti, collaboratori e clienti e, dal 1995, abbiamo aperto filiali in Brasile, in India e in Indonesia. Tuttavia, la spinta verso altri paesi è incessante e auspicabile, soprattutto perché i tempi non sono proprio dei migliori, a causa dei costi dell’energia e delle materie prime, che rendono poco competitivi il mercato interno e quello europeo. Le problematiche attuali sono tante, per cui bisogna essere molto prudenti, ma nello stesso tempo ottimisti, altrimenti non potremmo fare questo “mestiere”