EFFETTI CATASTROFICI DELLE POLITICHE ECOLOGISTE
Il Gruppo Palmieri è costituito da due grandi aziende, una metalmeccanica, la Palmieri Spa, che produce utensili per l’escavazione meccanizzata delle rocce in orizzontale e in verticale, in modo discendente e saliente, l’altra è l’officina in cui effettuiamo la forgiatura, la Palmieri Tools Forging, che ho acquistato nel 1988, ma è nata nel 1908, ed è la più antica dell’Appennino tosco-emiliano. La Palmieri Spa produce utensili per le grandi talpe (TBM) che scavano metropolitane, autostrade e impianti idroelettrici. Svolgo queste attività dal lontano 1971, quando ho acquisito i segreti della tecnologia americana per lo scavo meccanizzato, in occasione dell’avvio della prima centrale di pompaggio del bacino di Suviana-Brasimone. Da allora abbiamo adottato tecnologie legate a un mix di utensili in modo da ottenere i migliori risultati. Questo ci ha permesso di diventare fornitori di compagnie italiane e internazionali nei più importanti lavori di costruzione di infrastrutture, proseguendo la nostra ricerca in collaborazione con compagnie di grandi opere italiane, francesi, americane e tedesche. Spesso collaboriamo in partnership con Webuild Spa, nostro cliente, a cui forniamo utensili per le macchine di escavazione utilizzate nelle metropolitane, nei lavori idroelettrici e in tutti i tipi di terreni nel mondo. La nostra attività di microtunnelling, cioè l’escavazione di piccoli tunnel, ci porta spesso a operare in città con milioni di abitanti, come San Paolo del Brasile, le cui fognature presentano problemi derivanti dall’inquinamento. A queste attività si affianca l’intervento nel settore minerario, con l’escavazione di grandi pozzi verticali per l’apertura di miniere. In questo settore in particolare, l’80-90% della nostra produzione viene esportata in tutto il mondo.
Per noi l’energia è quindi un bene primario, soprattutto nell’attività di forgiatura. L’acciaio, per essere reso plastico così da poter fucinare i nostri pezzi, va portato a 1250 gradi, usando solo elettricità. Ecco perché siamo una grande azienda energivora, specialmente se consideriamo che utilizziamo grandi quantità di gas per il trattamento termico, annesso al funzionamento della forgia. Gli attuali costi dell’energia stanno ammazzando questa industria. Ogni mese siamo costretti a modificare i listini, perché aumentano i prezzi dell’acciaio, dell’energia e del gas. Nel mondo della fucinatura e della forgiatura la situazione è disastrosa e si rischia la chiusura di tutte le aziende del settore, comprese quelle dei trattamentisti, perché l’acciaio deve essere trattato termicamente, altrimenti non assume le caratteristiche necessarie per i vari impieghi meccanici. Oggi, quindi, abbiamo bisogno di energia, ma questa transizione cosiddetta ecologica ci sta costando molto per il modo in cui è stata pensata e per la velocità con cui è stata implementata.
Noi siamo fornitori di diversi parchi eolici nel Nord Europa e chi lavora nel settore dice che le difficoltà di questa transizione energetica sono state sottovalutate: sono molti coloro che stanno perdendo tantissimo denaro per queste installazioni, perché sono stati imposti tempi troppo brevi. In Italia il gas si trova a 1200 metri, ma noi abbiamo la capacità di costruire pozzi: si potrebbero fare mille pozzi al mese. Quello che nessuno si chiede è capire cosa vogliamo fare: vogliamo soltanto energia elettrica o anche gas?
In cinquant’anni di attività ho lavorato nei più grandi impianti idroelettrici del mondo, fornendo grandi macchine da tunnel. Nel settore idroelettrico oggi le aziende austriache costruiscono tunnel lunghi 25 chilometri per portare l’acqua al punto in cui crea un dislivello tale da produrre energia con la sua caduta. Nel settore delle costruzioni civili, l’escavazione sotterranea è diventata tecnicamente molto semplice, tanto che una macchina impiegata per ottenere tunnel di 10 metri per l’alta velocità è in grado di scavare dai 500 agli 800 metri al mese. Purtroppo, sono macchine che consumano molta energia.
Oggi noi stiamo valutando di lavorare soltanto due o tre giorni alla settimana o addirittura quindici giorni al mese, chiudendo e mettendo in cassa integrazione i lavoratori negli altri quindici giorni. Anche tanti altri imprenditori di altri settori energivori faranno lo stesso, perché i costi dell’energia sono triplicati rispetto al 2021: il costo dell’energia elettrica era di 0,20 euro per kilowattora, oggi è arrivato a 0,60 euro. Per il gas invece siamo andati da 0,60 euro del 2021 a 1,48 euro attuali, con un aumento di due volte e mezzo rispetto al 2021. Se il governo e l’Unione europea continueranno a mettere in atto politiche mirate a una veloce transizione ecologica gli effetti saranno catastrofici.