L’ENTUSIASMO E LA LEGGEREZZA
Attore comico e imprenditore con l’hobby del cabaret, lei ha scritto il libro Manuale di Marketing romagnolo (Solferino) con sottotitolo Abbiamo già venduto QUASI un milione di copie!, di cui lei dice che svela i segreti del successo della Riviera Romagnola. Perché ha avuto l’esigenza di scrivere questo libro?
Molti mi chiedevano spesso perché i romagnoli hanno una marcia in più; come mai la Romagna, rispetto ad altre aree del paese, è caratterizzata da una grande ospitalità... Allora ho provato a rispondere a queste domande e, in verità, non ci sono riuscito proprio bene, perché per me rimane ancora un mistero. Però, questa scommessa mi ha dato lo spunto per scrivere il libro, a partire dal racconto della mia storia di figlio di albergatori degli anni sessanta, cui poi ho aggiunto la mia esperienza imprenditoriale di vent’anni, durante la quale sono stato amministratore delegato di Italy & Italy, una società con cinquecento dipendenti.
Il libro è intessuto di battute, gag, paradossi e umorismo. Questa modalità narrativa dipende dal fatto che lei gioca la maschera del comico o è anche un valore aggiunto per insegnare un nuovo modo di fare vendita e impresa?
Io penso che la leggerezza, se non proprio la comicità, sia un grande veicolo per comunicare le cose in modo bello. Quindi, dire cose che abbiano un contenuto, facendo anche ironia, è una grande modalità di comunicare.
Lei si considera più comico o più imprenditore?
Io penso che ci sia un bell’equilibrio, anche perché io faccio il comico facendo l’imprenditore e facevo l’imprenditore avendo già una vena comica. Quindi probabilmente ho due anime che si compenetrano.
Fra i tre pilastri del marketing romagnolo, lei cita, oltre alla voglia di lavorare e alla positività, anche la confusione mentale. È curioso perché spesso i corsi di marketing professano le idee chiare e distinte. Cosa intende per “confusione mentale”?
La confusione mentale è quella cosa che permette di essere anche irrazionali. Il romagnolo ha questa duplice caratteristica. È un paradosso, perché è uno che tende a divertirsi molto, ma è anche un grande lavoratore. È calcolatore, ma è anche caldo. La confusione deve esserci come contraltare della razionalità. Questo è il segreto, perché la troppa rigidità e la troppa confusione sono due estremi opposti, mentre invece un pizzico di follia è tipico della Romagna.
La follia viene intesa “spesso a torto” come il “faccio quello che voglio”. La confusione mentale cui lei fa riferimento pare invece differente, qualcosa che suggerisce l’intrapresa di nuove strade, lungo l’esperienza…
Esatto. Io imputo questo anche a un fatto geografico. Noi romagnoli siamo una terra di mezzo, e poi anche l’Emilia ha un po’ queste caratteristiche. Al Nord, per fare un esempio a Milano, c’è molta freddezza, calcolo, mentre invece al Sud c’è calore, tanta affettività, empatia e sregolatezza. Noi siamo quasi come l’anello di congiunzione tra il Nord e il Sud.
Nel libro, fra “Le tre E”, lei cita l’“Entusiasmo”. Quanto è stato importante l’entusiasmo per la riuscita del suo itinerario? E quanto l’umiltà?
Io sono appassionato di trekking. Mi piace andare in montagna, ma è anche faticoso perché il cammino è pesante. Fare un passo dopo l’altro, ecco: l’energia è data dalla bellezza di sapere che arriverai in cima, ma anche dall’entusiasmo. Facendo un paragone: la vita è come la scalata di una vetta. Ecco, l’entusiasmo è proprio questo, è la benzina dell’energia. Rispetto all’umiltà, non ho fatto niente di speciale se penso a quello che fanno persone che hanno toccato il fondo e poi sono ripartite. Come Giorgia, una ragazza di ventiquattro anni, in carrozzina da quando ne aveva nove e che oggi fa la mental coach, cioè aiuta le persone a risolvere i loro problemi. Ho avuto l’opportunità d’intervistare lei e altri nell’ambito del mio nuovo progetto “Capriole. Storie di fallimenti e di rinascite” (You Tube). Sempre a proposito dell’umiltà, vorrei dire che per me è bello che, anche quando sono in vacanza, spesso la gente mi fermi in strada chiedendomi di fare fotografie e facendomi complimenti. Qualcuno mi chiede se questo non mi stufi. Se molti artisti famosi diventano un po’ distanti, non dico arroganti ma comunque insofferenti, invece quest’accoglienza a me dà gusto, è una cosa bellissima.