LA CURA E IL RECUPERO NEL REPARTO DI RIABILITAZIONE

Qualifiche dell'autore: 
medico specialista in Medicina fisica e riabilitazione, responsabile del reparto di Riabilitazione, Casa di Cura Madonna della Salute, Porto Viro (RO)

Qual è l’attività del reparto di cui lei è responsabile?

Il nostro reparto prende in carico i pazienti che hanno subito danni tali da limitare la propria autonomia nella vita quotidiana. Parliamo quindi di patologie di varia origine, ortopediche e neurologiche, che portano il paziente a un grado ridotto di autonomia. Con l’aiuto dell’equipe di riabilitazione, cerchiamo d’individuare, attraverso un progetto riabilitativo personalizzato, quali sono i suoi punti di debolezza e quali i suoi punti di forza per cercare di restituirlo al suo ambiente nelle migliori condizioni possibili.

Di quali pazienti si tratta, in particolare?

Post-ictus, post-operatori, soprattutto di ambito ortopedico e, negli ultimi tempi, purtroppo, anche post-Covid.

Quali sintomi manifestano i cosiddetti pazienti post-Covid?

Coinvolgimenti multisistemici riguardanti soprattutto esiti di polmonite, con forte affaticamento. Abbiamo riscontrato anche neuropatie periferiche conseguenti al Covid, con disturbi dell’equilibrio e della sensibilità degli arti inferiori. Anche in questi casi puntiamo al ripristino della massima autonomia possibile. Abbiamo anche constatato che uno degli esiti del Covid, non direttamente correlato all’eziologia della malattia, è quello dovuto all’allettamento: soprattutto in pazienti ospedalizzati che magari presentavano già patologie a livello muscolare e articolare, abbiamo rilevato un aggravamento della situazione.

Quali sono le fasi principali del vostro lavoro?

All’inizio partiamo con la cosa più semplice: come se i pazienti fossero neonati, li abituiamo a stare seduti per tempi sempre più lunghi, per consentire il lavoro del fisioterapista. Poi passiamo agli esercizi per fare acquisire loro la stazione eretta, poi a quelli per i cambi di postura e poi, via via, a quelli che consentono di riprendere la deambulazione, fino alla completa autonomia. Quali sono i tempi di recupero nella riabilitazione post-operatoria? Dal punto di vista fisiologico, il recupero muscolare dopo un’operazione richiede mesi. Comunque, anche per questi pazienti, l’obiettivo primario è sempre lo stesso: restituire loro la massima autonomia possibile nelle attività quotidiane. Per le fratture di femore, per le protesi d’anca o di ginocchio riusciamo a ottenere quest’obiettivo in quindici, venti giorni.

Com’è composta la vostra equipe?

È composta da medici, fisioterapisti, infermieri e altro personale sanitario: è una vera e propria squadra in cui ciascuno è coinvolto nel percorso di riabilitazione e, a sua volta, coinvolge il paziente.

È da sottolineare l’apporto essenziale degli infermieri, soprattutto nella fase iniziale, quando i pazienti non riescono ad accedere alla palestra e incominciano a stare seduti sul letto. In questa fase, le attività di riabilitazione non sono svolte né dai medici né dai fisioterapisti, ma, appunto, dagli infermieri di reparto.

Si rivolgono a voi anche pazienti che provengono da altre regioni d’Italia, oltre che dal Veneto?

Abbiamo una buona affluenza di pazienti provenienti dalla provincia di Ferrara, dove sono presenti centri che eseguono interventi chirurgici e li indirizzano a noi per la riabilitazione. Collaboriamo anche con alcuni centri delle province di Padova e di Venezia (per esempio, c’è un notevole afflusso da Chioggia), ma stiamo cercando di allargare i nostri orizzonti. Sono soprattutto le strutture a contattarci, ma spesso anche i familiari. Ci viene inviata una relazione clinica delle condizioni del paziente, comprendente le disabilità e le capacità residue, che esaminiamo e accogliamo quando c’è appropriatezza del ricovero e abbiamo la disponibilità dal punto di vista logistico organizzativo.

Come si svolge invece la vostra attività ambulatoriale?

I pazienti che accedono agli ambulatori vengono visitati dal fisiatra, che valuta le indicazioni più corrette per il tipo di terapia da applicare, che si tratti di terapia manuale o di terapia fisica. Per quanto riguarda la terapia fisica, negli ultimi anni, abbiamo assistito a un’evoluzione tecnologica molto importante, che ci ha consentito d’introdurre nuove terapie in tempi molto ravvicinati all’interno della nostra struttura.

Nell’ambito ambulatoriale solitamente s’interviene su due grandi campi: la gestione del dolore e il miglioramento funzionale. Cerchiamo di raggiungere entrambi questi obiettivi, avvalendoci sia del lavoro del fisioterapista sia dei macchinari che ci offre la tecnologia.

Il paziente accede all’area ambulatoriale con l’impegnativa del medico?

Sì, accede alla visita fisiatrica con l’impegnativa del medico, poi il fisiatra produce l’impegnativa con l’indicazione delle terapie da eseguire.

Le nostre terapie sono abbastanza richieste, anche se purtroppo, da qualche anno, la Regione Veneto ha posto un po’ di limiti alla spesa per la riabilitazione, mentre prima l’accesso era più o meno libero. In pratica, ha stabilito che ciascun paziente ha diritto soltanto a un ciclo di terapie all’anno in una struttura convenzionata con il SSN.