LA TENSIONE VERSO LA QUALITÀ

Qualifiche dell'autore: 
sales & marketing manager di Checchi & Magli, Budrio (BO)

Lei è ambasciatore nel mondo delle macchine trapiantatrici Checchi e Magli da venticinque anni e ciascun anno visita mediamente sessanta paesi, fra Oriente e Occidente, che garantiscono una quota export all’azienda pari al 50% del fatturato. Ma anche in Italia le richieste delle vostre macchine sono aumentate del 50%, proprio nei due anni di maggiore incidenza del Covid-19. In che termini un’azienda come la vostra non smarrisce la direzione anche quando, come pure sta accadendo, l’industria attraversa la fase di guerra ulteriore a quella che preme ai confini d’Europa?

Nei due anni precedenti, caratterizzati dall’emergenza da Covid-19, noi abbiamo dedicato la massima attenzione alle esigenze del mercato italiano, che prima di allora non avevamo potuto seguire adeguatamente. Lavorando giorno per giorno siamo riusciti a conquistare nuove fette di mercato, anche perché le aziende italiane che ci hanno scelto apprezzano le novità che proponiamo e nel paese sono ancora molte le nicchie in cui si può lavorare. Noi continuiamo a investire, soprattutto nei momenti di crisi, perché questo è il compito dell’impresa. La tensione continua a migliorare la qualità delle produzioni e a sviluppare prodotti nuovi ci permette di non smarrire la direzione del nostro progetto.

Nel 2021, abbiamo investito maggiori risorse nella ricerca e nello sviluppo rispetto agli altri anni, fino a produrre un nuova macchina che ci è costata quattro anni di ricerca. Qubik è la macchina che pianta zollette cubiche, oggi molto richieste sul mercato di insalate e verdure e su quello di IV gamma, in cui il prodotto ortofrutticolo fresco è lavato e confezionato pronto all’uso. Questa macchina è dotata di un PLC, un pannello di controllo da cui si possono impostare i diversi settaggi. Abbiamo sviluppato un kit interno che soddisfa i requisiti dell’agricoltura 4.0. Si tratta di macchine che interscambiano le informazioni e le depositano in un cloud in cui il cliente finale può accedere con le sue credenziali.

Sono appena rientrato dalla California, dove hanno apprezzato molto questa novità. In questo paese l’agricoltura costituisce la seconda voce del Pil, dopo l’IT (Information Technology), che ha il suo centro nella Silicon Valley. Oggi molte aziende, sia start up sia industrie dai nomi altisonanti, stanno investendo nell’agricoltura per rendere il lavoro meno faticoso e lo scambio d’informazioni più funzionale e veloce. Ogni volta che vado in trasferta nei trentacinque paesi degli Stati Uniti che serviamo, tocco con mano che esiste ancora il sogno americano.

In che termini lei constata il “sogno americano”?

Gli americani sono abituati a vivere fuori dalle comfort zone, nel senso che non tutto è dato per scontato, mentre in Italia tante cose sono intese come dovute: ognuno pretende di lavorare di meno, di guadagnare di più e di avere molte ferie. In America invece, benché vi siano meno tutele – e questo non è certo un vanto –, chi si dà da fare e vuole servire nuove nicchie di mercato trova maggiori possibilità di riuscita. Inoltre, sono molti i settori attraversati dalla trasformazione. È ancora un paese in cui chi ha qualità un po’ sopra la media vuole rischiare di più e, se ha un’idea brillante, riesce a essere premiato in maniera adeguata. In Italia, invece, mi pare che la tendenza sia quella di uniformarsi verso il basso.

In che termini voi offrite un prodotto sopra la media?

Noi siamo abituati a fornire un pacchetto di servizi, non soltanto il singolo prodotto. Questo comporta necessariamente un maggiore investimento da parte nostra. Oltre alla macchina, noi offriamo la qualità della verniciatura, i manuali dei ricambi in tutte le lingue, un tecnico che risponde al telefono quando interviene qualche problema, la nostra presenza sui social media e un sito internet costantemente aggiornato. Sono servizi solo apparentemente banali. Gli americani danno quasi per scontato che la macchina acquistata esegua il lavoro per cui è stata pensata, quindi l’acquisto prende spunto dalla ricerca di altre cose, dando maggiore importanza alla funzionalità più che all’estetica. Noi abbiamo avuto la fortuna di trovare partner americani che ci rappresentano e che di giorno in giorno ci sollecitano a fornire sempre proposte nuove, quindi anche a rispondere a esigenze che non ci chiede nessun altro mercato nel mondo. Noi siamo stati capaci di assecondarli e questo approccio ci ha premiati. La tensione verso la qualità sempre è la condizione per non smarrire la direzione.